Gusto, Sicilia presente al XIV Incontro Internazionale Discepoli Escoffier a Nizza

Tonino Butera, Giovanni Lorenzo Montemaggiore, il presidente mondiale Nicolas Sale, Mariano Greco e Alessio Zappalà, fiduciario in Lussemburgo

C’era anche tanta Sicilia nel XIV Incontro Internazionale Discepoli Escoffier che si è svolto dal 7 al 9 ottobre scorso a Nizza, organizzato dalla delegazione Riviera Costa Azzurra, Corsica e Monaco sotto la presidenza di Jean Claude Brugel in omaggio al Maestro della Gastronomia Francese Auguste Escoffier, su invito del presidente mondiale Nicolas Sale, cuoco stellato di Parigi. Alla prestigiosa assemblea dell’Ordine Internazionale dei Discepoli di Auguste Escoffier ha preso parte un gruppo guidato del delegato per la Sicilia, lo chef Giovanni Lorenzo Montemaggiore, col segretario siciliano Tonino Butera, Mariano Greco che è fiduciario di Messina, Alessio Zappalà fiduciario del Lussemburgo ma di origini catanesi. Le regioni italiane rappresentate sono state la Sicilia, il Piemonte e la Val d’Aosta. Confronti per tutti sulla scia di Escoffier, ovvero alla memoria del “Cuoco dei re, il re dei cuochi”, il maestro della gastronomia internazionale, che dal 1954 opera nel segno della valorizzazione della cultura ed evoluzione della gastronomia. Grande partecipazione di chef provenienti da tutto il mondo e immensa soddisfazione anche per Pierre Alain Favre, Presidente Escoffier per l’Europa. “Un’altra bella esperienza per noi meno giovani, ma anche tanto entusiasmo per i giovani che si sono cimentati nella sfida culinaria come giovani promesse Escoffier – racconta il delegato per la Sicilia, lo chef Giovanni Lorenzo Montemaggiore – con tanto riconoscimento per l’impegno e la determinazione che abbiamo visto nelle giovani generazioni. Anche per questo ci ripromettiamo di organizzare in Sicilia un concorso per i giovani”.  Quella di Escoffier è una disciplina da seguire ma anche un’occasione per gli chef per “un confronto per gustare piatti – continua Montemaggiore – Prima di Escoffier il menù non esisteva e si mangiava a casaccio, noi puntiamo su determinare scelte in cucina, ma prima di tutto bisogna rispettare sempre l’architettura del gusto – come disse il maestro – creando piatti e pasti da godere a tavola. Poi si distingue chef da chef per ciò che caratterizza la professionalità, perché il cuoco deve essere capace di metterci del suo, applicando la pura filosofia di Escoffier che si fonda sulla valorizzazione del sapore e del nutrimento dei cibi improntando l’arte del cucinare, alla semplicità”.

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