Austria riapre i confini, ma non con l’Italia
L’Austria riapre i confini con tutti i Paesi vicini, tranne con l’Italia, a partire da venerdì. Lo ha annunciato il ministro della Sanità di Vienna, Rudolf Anschober, precisando di non escludere la possibilità di una riapertura anche all’Italia da metà giugno, quando tutti i Paesi Ue dovrebbero riaprire i loro confini interni.
“Una differenziazione su base regionale sembra un’opzione praticabile”, ha detto il ministro in un riferimento alla riapertura dei confini con l’Italia, precisando che contatti sono in corso con il governo di Roma.
A partire da venerdì non ci saranno più controlli alle frontiere tra l’Austria e la Germania, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria, la Slovenia, la Svizzera e il Liechtenstein e non saranno più necessari la quarantena ed il tampone per chi rientra in Austria.
Ue – La Commissione svolge un ruolo di coordinamento e lo ha fatto “spiegando in modo chiaro” quali consideri essere i criteri da prendere in considerazione nel revocare le restrizioni ai confini interni dell’Ue, in alcuni casi “criteri vincolanti basati sul principio di non discriminazione”. Così il portavoce della Commissione Europea ha reagito ad una domanda sulla decisione dell’Austria di togliere i blocchi per i paesi vicini, fatta eccezione per l’Italia.
“Ora in questo contesto gli stati membri stanno annunciando una serie di misure: abbiamo sempre detto che è assolutamente cruciale che cooperino, che si coordinino e che comunque si informino l’un l’altro prima dell’adozione delle misure. Abbiamo visto che è stato così in un certo numero di casi ed incoraggiamo gli stati membri a continuare a farlo”.
“Non ci convertiremo all’uso di commentare qui dal podio ogni giorno ogni singola decisione adottata da uno stato membro”, ha detto il portavoce. “Quello che abbiamo fatto – è stato ancora spiegato – è stato di produrre una serie di linee guida per gli stati membri su come procedere alla revoca delle restrizioni ai confini interni e a questo riguardo il principio molto importante è quello della non discriminazione basato sulla nazionalità ma anche sul principio che regioni con la stessa situazione epidemiologica ricevano lo stesso trattamento”.