Barcellona, sequestro per reati fiscali del valore di circa 3 milioni a un’importante società attiva nella gestione di supermercati
Importante sequestro per reati fiscali, del valore di circa 3 milioni di Euro, eseguito dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina, sulla scorta di attività ispettive eseguite dall’Agenzia delle Entrate peloritana – Ufficio Territoriale di Barcellona Pozzo di Gotto.
In particolare, il focus investigativo ha riguardato un’importante società messinese, attiva nella gestione di supermercati, presente in numerosi centri della fascia tirrenica della provincia. La grande distribuzione, come spesso documentato dalla cronaca giudiziaria, costituisce uno dei settori più sensibili con riferimento a possibili forme evasive, ovvero di omesso versamento delle imposte, anche e soprattutto in ragione dei significativi movimenti commerciali che ne caratterizzano l’operatività.
In tal senso, le indagini sono state originate da una mirata attività di controllo tributario effettuato dalla locale Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate con la quale, peraltro, il recente 25 ottobre 2023, Guardia di Finanza di Messina e Procura di Barcellona Pozzo di Gotto hanno siglato un importante accordo di collaborazione, avente proprio la finalità di rendere più tempestivi i flussi informativi in tema di reati tributari, riconoscendo al Corpo, in via esclusiva, la prerogativa di procedere all’esecuzione dei “provvedimenti di sequestro o confisca per equivalente, conseguenti alle Notizie di Reato inoltrate dall’Agenzia delle Entrate o altra Autorità Amministrativa”.
All’esito, pertanto, di successivi e specialistici approfondimenti effettuati dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Messina, si acquisiva alle indagini non solo come la società oggetto di approfondimento investigativo, in relazione al periodo d’imposta 2019, avesse omesso di versare l’imposta sul valore aggiunto per un ammontare pari a circa 3 milioni di euro, nonostante oggetto di corrispondente dichiarazione IVA presentata nel settembre 2020, ma soprattutto un evidente stato economico, secondo ipotesi d’accusa, fortemente dissestato.
Di qui la richiesta di sequestro avanzata dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto al competente Giudice e, successivamente, l’intervento del competente Tribunale di Messina – Collegio per il Riesame che, con l’odierna ordinanza, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca “per equivalente”, confermando le tesi sostenute dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto e, conseguentemente, disponendo l’assicurazione alle casse erariali e il recupero delle imposte sottratte a tassazione.
Si specifica che il provvedimento cautelare è intervenuto nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto, pertanto, della presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.
In concreto, la misura ablativa eseguita ha interessato i saldi dei conti correnti societari e del legale rappresentante, estesa inoltre alle quote societarie di sua proprietà ed unità immobiliari, fino all’intera concorrenza dell’importo oggetto dell’omesso versamento.
Si segnala, da ultimo, come l’azienda ispezionata risultasse, peraltro, già nota alla cronaca giudiziaria e agli organi giudiziari ed investigativi, per il suo pregresso coinvolgimento in significative attività di indagine, aventi ad oggetto la gestione monopolistica, da parte di una nota cosca di ‘Ndrangheta calabrese, proprio del remunerativo settore della grande distribuzione alimentare e delle attività economiche ad esso collegate.
In conclusione, l’odierna attività d’indagine si colloca nel più ampio quadro delle molteplici iniziative del Corpo, sinergicamente all’Autorità Giudiziaria ed all’Agenzia delle Entrate, a tutela della finanza pubblica e alla repressione delle più insidiose e ingenti forme di frode fiscale, anche e soprattutto in un’ottica di recupero di preziose risorse a favore delle casse dell’Erario e della collettività, nonché di impedire qualsiasi forma di concorrenza sleale nei confronti delle tante imprese e contribuenti onesti che, di contro, rispettano le regole, adottando comportamenti trasparenti e corretti e versando tutte le imposte dovute.