Bronte, “si” della Regione Sicilia alla diga di Bolo sui Nebrodi
Un passo in avanti che fa partire ufficialmente l’iter per la realizzazione della Diga di Bolo. Dopo il si del presidente della Regione Nello Musumeci al sindaco di Bronte Pino Firrarello, anche la Giunta regionale ha apprezzato l’idea di realizzare quella diga sui Nebrodi ipotizzata in verità da tanto tempo e progettata nel 2006 dall’ex Consorzio di Bonifica di Catania, senza che mai venisse realizzata.
La Giunta regionale, infatti, con una delibera ha mostrato “apprezzamento” all’idea di realizzare la diga, decidendo di dare incarico agli Uffici regionali di avviare i procedimenti e di individuare le risorse necessarie.
“Il Presidente della Regione, – si legge nella delibera – nella qualità di commissario straordinario contro il dissesto idrogeologico, propone la realizzazione della diga di Bolo, un invaso sul fiume Troina (detto anche di Serravalle), affluente del fiume Simeto, con una capacità utile di circa 100 milioni di metri cubi, che interesserebbe i territori delle province di Catania, Enna e Messina. Considerato il contenuto del “Piano regionale per la lotta alla siccità”, che prevede la necessità di individuare nuovi bacini idrografici, nonché il bisogno di migliorare la regolazione pluriennale delle acque del fiume Simeto, la Giunta apprezza la proposta e da incarico alla struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico, ai dipartimenti regionali dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, dell’acqua e dei rifiuti e del Bilancio ad avviare i relativi procedimenti e di individuare le risorse finanziarie necessarie”.
Una delibera che non lascia dubbi sugli intendimenti della Regione pronta a realizzare la diga che ha una capacità di invaso più del triplo rispetto a quella di Ancipa e che per questo potrebbe dare acqua potabile anche alla città di Catania, come conferma il sindaco di Bronte Pino Firrarello: “Nella vita credere nelle idee nei progetti ci permette di realizzarli. – infatti afferma – La diga di Bolo sarà uno dei bacini più grossi della Sicilia e servirà ai fini potabili per la città di Catania, ma anche idroelettrici ed industriali. Il resto potrà anche essere utilizzato in agricoltura. Grazie alla conformazione del territorio poi costerà meno di altre e sarà certamente funzionale: l’acqua in questa parte dei Nebrodi infatti, non è mai mancata”.