Cannabis, articolo 18: il divieto non è legge, manca il voto al Senato

(Adnkronos) – Nonostante l’approvazione alla Camera dell’Art. 18 DDL Sicurezza, Senato e Corti europee potrebbero bloccare definitivamente questa norma fallace. ROMA, 13 settembre 2024 – Oggi la Camera dei Deputati ha approvato l’Articolo 18 del DDL Sicurezza, una decisione che continua a mettere in grave pericolo il futuro del settore della canapa industriale in Italia.  L’approvazione di questa norma rappresenta una mossa controversa che potrebbe comportare la criminalizzazione delle infiorescenze di canapa, materia prima essenziale per l’estrazione di CBD e altri oli essenziali utilizzati in settori come la cosmetica, la fitoterapia, l’erboristeria e gli integratori alimentari. Le infiorescenze sono peraltro condizione necessaria affinché si possano produrre semi e derivati dei semi, prodotti questi ultimi assolutamente legali anche secondo questo governo, mostrando la scarsa conoscenza del tema da parte di chi ha scritto la norma.  Gli operatori del settore però non devono temere: la battaglia è tutt’altro che conclusa. “La decisione del Governo italiano di proseguire con questo provvedimento, nonostante l’opposizione unanime delle organizzazioni di categoria, rappresenta un grave errore,” ha dichiarato Mattia Cusani, Presidente dell’Associazione Nazionale Canapa Sativa Italia. “Siamo fiduciosi che questa norma verrà rigettata sia dal Senato che dalle corti europee. Il settore continuerà a operare, e le infiorescenze di canapa verranno comunque commercializzate e importate legalmente.” Precedenti vittorie legali: un segnale di speranza  Negli ultimi anni, il settore della canapa industriale ha già ottenuto importanti successi giudiziari. Nel febbraio 2023, il TAR del Lazio ha annullato un decreto interministeriale che cercava di limitare l’utilizzo delle infiorescenze di Canapa Sativa L. alle sole fibre e semi, riconoscendo il ruolo centrale di queste parti della pianta per le industrie delle piante officinali e cosmetiche. Inoltre, proprio ieri, il TAR del Lazio ha sospeso il Decreto del Ministero della Salute del 27 giugno 2024, che prevedeva l’inclusione del CBD tra le sostanze stupefacenti. Questa decisione conferma che il CBD, un cannabinoide privo di effetti psicoattivi, non presenta alcun rischio per la salute pubblica e non può essere criminalizzato. L’Articolo 18 e le infiorescenze: un attacco ingiustificato L’Articolo 18 del DDL Sicurezza, che prevede la criminalizzazione delle infiorescenze di canapa, è un provvedimento privo di basi scientifiche o giuridiche. Le infiorescenze sono la parte più preziosa della pianta e sono utilizzate per l’estrazione di CBD e altri oli essenziali, utilizzati in numerose filiere industriali. Bloccarne la coltivazione e la vendita significherebbe distruggere un settore in crescita, che offre lavoro a circa 15.000 persone in tutta Italia e genera un fatturato annuo di oltre 500 milioni di euro. “L’Italia si sta isolando rispetto agli altri Paesi europei,” ha continuato Cusani. “Francia e Germania, per esempio, hanno già regolamentato in modo favorevole la canapa light e il CBD, riconoscendo il valore economico e ambientale di queste colture. Anche in Italia, la canapa continuerà a essere venduta e importata, indipendentemente dagli ostacoli normativi che il Governo cerca di imporre.” Chiarimenti tecnici sulla normativa Nella nota diffusa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si afferma che le infiorescenze di canapa non sarebbero espressamente citate nella legge 242/2016. Tuttavia, ciò non implica alcun divieto di coltivazione o commercializzazione. La Circolare n. 5059 del 22/05/2018 del MIPAAF ha chiarito che le infiorescenze rientrano tra le coltivazioni destinate al florovivaismo, a condizione che il contenuto di THC non superi lo 0,6%. Questo chiarimento normativo evidenzia che non esiste alcun divieto legale per l’uso delle infiorescenze, e che la loro criminalizzazione sarebbe in contrasto con la normativa esistente. Chiarimenti giuridici e principio di offensività Per quanto riguarda la sentenza della Corte di Cassazione n. 30475 del 30/05/2019, è importante precisare che essa non ha portato ad alcuna condanna per la vendita di infiorescenze. Al contrario, la sentenza ha ribadito il principio di offensività, secondo cui i prodotti derivati dalla canapa non integrano reato se privi di effetti droganti. Inoltre, la Circolare del Ministero dell’Interno del 31/07/2018 stabilisce che solo prodotti con un contenuto di THC superiore allo 0,5% possono essere considerati pericolosi per la salute. Tutto ciò conferma che le infiorescenze di canapa e i prodotti a base di CBD sono sicuri e non rappresentano alcun rischio per la salute pubblica. Conformità con la normativa europea La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza C-663/18 del 19 novembre 2020, ha stabilito che il CBD non è una sostanza stupefacente e che deve godere della libertà di circolazione tra gli Stati membri dell’Unione Europea. Limitare il commercio di prodotti a base di CBD in Italia risulterebbe quindi contrario ai principi di libera circolazione delle merci sanciti dalle normative comunitarie. Sentenza del TAR sulle piante officinali Nel febbraio 2023, il TAR del Lazio ha annullato un decreto interministeriale che cercava di limitare la coltivazione e l’uso della canapa alle sole fibre e semi. La sentenza ha riconosciuto l’importanza delle infiorescenze e delle foglie per l’industria delle piante officinali e ha stabilito che tali prodotti non possono essere trattati come stupefacenti. Questa decisione rafforza ulteriormente la liceità della canapa industriale e conferma che la criminalizzazione delle infiorescenze non ha alcuna giustificazione scientifica o giuridica. Il supporto delle organizzazioni di categoria Tutte le principali organizzazioni di categoria hanno espresso pubblicamente il proprio dissenso verso l’Articolo 18 e le sue potenziali conseguenze. Tra queste, si sono esposte in modo deciso Canapa Sativa Italia, Federcanapa, Sardinia Cannabis, Resilienza Italia Onlus, ICI, CIA, CNA, Confagricoltura, COPAGRI, Coldiretti, Alleanza Cooperative, UNCI, Liberi Agricoltori e CGIL. Ognuna di queste organizzazioni ha chiesto che il Governo ritiri il provvedimento, evitando il disastro economico e occupazionale che potrebbe derivarne. “La battaglia per il futuro della canapa industriale è solo all’inizio,” ha concluso Cusani. “Nonostante l’approvazione alla Camera, i tempi al Senato sono incerti e potrebbero essere lunghi. Siamo fiduciosi che l’Articolo 18 sarà respinto sia a livello nazionale sia nelle corti europee. Il settore della canapa continuerà a operare, e faremo tutto il possibile per tutelare gli interessi delle migliaia di imprenditori e lavoratori che fanno parte di questa filiera.” Per maggiori informazioni: 
www.canapasativaitalia.org
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