Cashback, Fdi chiede stop: Senato boccia mozione
Il Senato ha respinto la mozione di Fratelli d’Italia che chiedeva lo stop al cashback, misura volta a incentivare l’uso del pagamento digitale. Contrari alla richiesta del partito di Giorgia Meloni sono stati 114 senatori, a favore 20, astenuti 89. Ad astenersi Lega, Forza Italia e Italia Viva.
L’obiettivo della mozione di Fdi, sottoscritta anche da tutto il centrodestra, era “sospendere il cashback e destinare la somma stanziata per questa misura, pari a circa 5 miliardi di euro, per sostenere il tessuto produttivo e dare respiro alle categorie economiche maggiormente colpite dalle restrizioni e dalle chiusure del Governo”, aveva scritto in un post su Facebook Meloni che dopo il voto ha commentato: “La maggioranza Draghi non sente ragioni: fa cadere nel vuoto l’appello di Fratelli d’Italia e in Senato vota contro la nostra mozione per destinare ai ristori i 5 miliardi del cashback. I partiti che sostengono il governo Draghi hanno scelto ufficialmente di allinearsi alla posizione del Pd e del M5s: in piena pandemia l’Italia butterà 5 miliardi di euro per la lotta al contante e la lotteria degli scontrini invece di destinare quelle risorse per salvare aziende in crisi e posti di lavoro a rischio. Di questa scelta risponderanno agli italiani”.
A definire la “proposta condivisibile” Carlo Calenda che, in un post su Twitter, aveva annunciato che l’avrebbe sostenuta.
E’ stata invece approvata la mozione di maggioranza in cui si legge che sul cashback “nei primi mesi dall’avvio del programma, sono emerse alcune criticità”, anche per questo il Senato “impegna il Governo ad approfondire il monitoraggio del Programma Cashback, anche al fine di adottare eventuali provvedimenti correttivi, con una valutazione retrospettiva di costi e benefici in un quadro più generale di riforma e di modernizzazione in senso digitale del sistema dei pagamenti effettuati al di fuori dell’esercizio dell’attività di impresa, arte o professione”.
“La mozione di Fratelli d’Italia contro il cashback non si basa su dati di fatto, su numeri, su statistiche, su evidenze inconfutabili. Molto semplicemente si inquadra nell’ambito di un più generale e sterile attacco politico”. Così Marco Pellegrini (M5S), componente della commissione Bilancio del Senato. “Con il cashback -aggiunge- raggiungiamo diversi obiettivi. Primo tra tutti aumentiamo i pagamenti elettronici, settore in cui siamo 24esimi su 27 Paesi della Ue, con pagamenti pro capite che sono circa la metà della media europea. Ciò comporta una minore circolazione del contante, il che consente significativi risparmi legati alla gestione dello stesso. E’ in grado di ravvivare i consumi, che da anni sono molto bassi anche a causa della crisi economica che ci portiamo dietro dal 2008. Comporta un’emersione di una parte dell’economia sommersa e, quindi, aumento della base imponibile, che potrà portare a una maggiore efficacia del contrasto all’evasione fiscale e diminuzione delle tasse”.
“Ventitré sono i miliardi che si stimano in termini di maggiori consumi nel biennio, sulla base dei numeri prodotti da quando esiste il Cashback. 9, invece, i miliardi di maggiore gettito da oggi al 2025. È una misura che si autofinanzia”. Così in un post il vice ministro al Mef Laura Castelli. Il cashback, aggiunge, “va visto come formula innovativa di incentivazione. Vi spiego il perché. Alla base di questo strumento, rivoluzionario, ci sono due motivazioni. La prima è che si tratta di una misura di sostegno ai consumi. Se sai di poter recuperare una parte di quello che spendi, sei più propenso ad acquistare. Si traduce in un aumento dei prodotti venduti, e quindi delle commesse per i produttori, si ingenera così una maggiore richiesta di lavoro e l’aumento dell’occupazione. I dati raccolti, ci dimostrano inoltre che il Cashback sta radicalmente cambiando le abitudini degli italiani, sono infatti aumentati del 34% i pagamenti digitali di piccoli importi (cioè sotto i 10 euro) e del 56% quelli effettuati presso i negozi di prossimità, come gli alimentari, sdoganando così la moneta elettronica dal suo utilizzo solo verso la grande distribuzione o l’e-commerce”.
L’atro motivo, forse ancor più ampio, sottolinea, “riguarda l’accesso degli italiani al mondo digitale, quella semplificazione del Paese necessaria per migliorare la vita delle persone. Aderire al Cashback ha spinto ben 8 milioni di cittadini (in soli 3 mesi) ad attivare la propria identità digitale “Spid”, che rappresenterà sempre di più la chiave per accedere a tutti i servizi della PA e dialogare con essa, rendendo facile l’approccio ai servizi di Agenzia dell’Entrate, Inps, PagoPa e degli enti pubblici in generale”. “La semplificazione è il primo modo per migliorare la vita del contribuente”, conclude.(Adnkronos)