Cgil Messina e Uil Messina domani a Enna alla manifestazione contro l’autonomia differenziata
Ampia partecipazione dal territorio messinese alla grande manifestazione regionale che si terrà domani a Caltanissetta organizzata da Cgil, Uil, Anpi, Arci, Ali autonomie, Legacoop, Uisp per lanciare un no forte al progetto sull’autonomia differenziata del Governo.
La Cgil Messina e la Uil Messina saranno presenti nella piazza siciliana con una folta delegazione per far sentire anche la voce di lavoratori e cittadini del territorio contro un regionalismo fortemente penalizzante
che aumenterebbe le criticità già esistenti in settori fondamentali come quello della sanità, che già nel territorio paga pesanti carenze. “Stiamo denunciando con forza il rischio che si corre perché si tratta di un progetto scellerato – dichiarano il segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti e il segretario generale della Uil Messina Ivan Tripodi -, diritti fondamentali come quello alla salute, all’istruzione, alla mobilità rischiano di essere pesantemente compromessi. Abbiamo avviato una mobilitazione e saremo in piazza per dire chiaramente che respingiamo i piani del Governo che vorrebbero un Sud sempre più indietro. Siamo impegnati in questa battaglia per difendere diritti e chiedere di eliminare i divari esistenti invece di aumentarli. Quello che si propone vedrà peggiorare la situazione in regioni in cui già la vita è più difficile per mancanza di servizi e con un welfare debole e insufficiente. Mentre appunto già si registrano gap notevoli, pensiamo ad esempio al tempo pieno che è solo per il 10% dei bambini siciliani contro il 50% di quelli del nord. Occorrono invece misure per dare prospettive migliori, serve un serio investimento aggiuntivo di fondi nel sistema sanitario pubblico, in modo da garantire a tutti i cittadini l’esigibilità del diritto fondamentale alla salute, nella scuola c’è bisogno di risorse, di investimenti in mezzi, strutture, personale. E vogliamo rimarcare – sottolineano Patti e Tripodi – come siamo di fronte a un grave attacco all’unitarietà dei diritti sociali”.