Cimbri, il dominus di Unipol centrale nel domino delle banche
(Adnkronos) – Da qualunque parte le si guardino le ultime mosse di Carlo Cimbri sembrano confermare il ruolo centrale del presidente di Unipol e UnipolSai nel domino bancario che va verso nuove, ineluttabili aggregazioni. Ma Cimbri non sembra – per attitudine – uomo da prese di potere con scalate in solitaria bensì un manager che predilige il controllo, grazie a partecipazioni importanti. Il quasi 20% di Unipol in Bper è identico alla quota alla quale la Bce ha autorizzato il gruppo a salire nella Popolare di Sondrio. Due realtà radicate nel territorio (senza dimenticare Sardegna e Liguria) e che possono dare a Unipol una integrazione di prodotto. Una strategia nella quale l'eredità cooperativa di Unipol – spiegano alcuni osservatori – si fa sentire e che permette al manager 58enne, secondo unanimi giudizi, di sfilarsi dalla partita Mps, impegnativa sul fronte finanziario e politico. Dietro questa strategia c'è anche il cosiddetto 'fattore umano' che permette a Cimbri di operare, a quanto pare, in grande sintonia con Piero Luigi Montani (che guida Bper) e con Mario Pedranzini della Popolare di Sondrio. Frutto probabilmente delle origini da outsider di Cimbri, cagliaritano, figura schietta che non è considerato amante dei 'salotti buoni' salvo relazionarvisi al meglio, quando necessario. A 35 anni, nel 1990 approda in Unipol nell’Area Finanza e Tesoreria, quindi una crescita professionale praticamente ininterrotta che nel giro di quindici anni lo porta alla poltrona di direttore generale nel momento in cui la politica pensa di trasformare Unipol in una merchant bank. Idea che tramonta presto ma che rende il gruppo sempre più centrale nello scenario assicurativo. La conferma della strategia 'utilitaristica' arriva nel 2012 quando il gruppo rileva Fondiaria Sai e dopo essersi ritrovato – di conseguenza – il 4,4% di Alitalia Cimbri definisce la quota 'non strategica' e ne annuncia la svalutazione nel bilancio 2013, evitando di farsi tirare in ballo in partite finanziariamente pericolose. Altro colpo: l'affidamento di Unipol Banca nel 2019 a Bper, seguito da un incremento della partecipazione. E ancora l'offerta – per un euro – al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per rilevare Carige oltre all'acquisizione di una parte degli sportelli di Ubi, dopo l'acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo. Sullo sfondo la partita delle assicurazioni, con Generali che – dopo l’acquisto di Cattolica – è diventato per Unipol un 'avversario ingombrante'. Anche se – con più di 12 mila dipendenti, quasi 16 milioni di clienti e una raccolta diretta assicurativa del gruppo per 13,6 miliardi nel 2022 – Cimbri difficilmente potrebbe sentirsi un 'numero due'. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)