Concerto di Natale della Fenice nella Basilica di San Marco

(Adnkronos) – Si rinnova il suggestivo appuntamento del Concerto di Natale della Fenice nella Basilica di San Marco di Venezia: martedì 19 dicembre, alle ore 20.00 (ingresso per invito della Procuratoria di San Marco) e mercoledì 20 dicembre, alle ore 20.00 (riservato abbonati turno S della Stagione Sinfonica 2023-2024), Marco Gemmani dirigerà la Cappella Marciana e la Schola Cantorum Basiliensis in un programma musicale dedicato a Claudio Monteverdi, con l’esecuzione di alcune delle pagine più significative della sua Selva morale e spirituale abbinate a composizioni sacre di Biagio Marini e Alessandro Grandi. La Selva morale e spirituale di Claudio Monteverdi (1567-1643) risale agli ultimi anni di vita del compositore: il frontespizio riporta l’anno 1640, ma la dedica suggerisce "Di Venetia il primo maggio 1641", ed è dedicata alla famiglia, peraltro poco riconoscente, che l'aveva ingaggiato negli anni della sua giovinezza, vale a dire ad Eleonora Gonzaga, figlia del duca Vincenzo, lo 'spendaccione' mantovano.  L'edizione è molto ampia e contiene quaranta composizioni di area morale o sacra o più specificamente liturgica: è introdotta da cinque madrigali morali, prosegue con cinque brani dell'ordinarium missae, quindi un mottetto, quattordici salmi, vari inni, cantici e si conclude con il Pianto della Madonna, a voce sola sopra il Lamento d'Arianna. Monteverdi offre quindi all’ascoltatore una ricca messe di situazioni, sia per quanto riguarda l’organico di ciascuna composizione, dal Laudate Dominum a voce sola al Dixit Dominus a otto voci, con o senza presenze strumentali. Ma anche all’interno di una stessa composizione il modo nel quale vengono gestiti i singoli versetti varia e spazia dalla "vivace eloquenza rappresentativa" a sillabazioni solistiche. E la massima varietà e originalità dei brani viene ulteriormente accresciuta dal Confitebor terzo "alla francese a cinque voci nel quale si può concertare se piacerà con quattro viole da brazzo lasciando la parte del soprano alla voce sola" e così viene presentato in questa occasione con la sola variante degli strumenti: non quattro viole da braccio bensì un cornetto e tre tromboni. Alla parte generosa tratta dalla Selva monteverdiana il programma associa anche la Canzon terza per quattro tromboni e la Canzon ottava per due cornetti e quattro tromboni di Biagio Marini (entrambe tratte da Sonate, Symphonie, Canzoni, Pass’emezzi, Balletti, Corenti, Gagliarde, et Retornelli, a 1, 2, 3, 4, 5 et 6 voci, per ogni sorte d’instrumenti. Un Capriccio per sonar violino quatro parti. Un Ecco per 3 violini et alcune Sonate capriciose… op. 8, Venezia, 1626) e il sontuoso De profundis di Alessandro Grandi per due cori a quattro voci (Venezia, 1629). Il primo era stato allievo anche dello stesso Monteverdi, sotto la cui direzione fu presente a San Marco dal 1615 al 1618, per poi ritornare, molti anni dopo, nel 1655 in quella Venezia nella quale aveva esordito e con la quale aveva mantenuto strettissimi legami, non solo editoriali. Anche Alessandro Grandi ebbe stretti legami con il ‘divino Claudio’: chiamato a Venezia nel 1617 (quattro anni dopo Monteverdi), divenne vicemaestro della cappella nel 1620 e il suo incarico venne assolto per sette lunghi anni prima di passare a dirigere la cappella di Santa Maria Maggiore a Bergamo, luogo con il quale Venezia e San Marco ebbero sempre fortissimi legami. La Cappella Marciana discende direttamente dalla antica Cappella della Serenissima Repubblica in San Marco ed è stata la cappella del doge di Venezia per cinque secoli. I primi documenti che attestano la presenza di una formazione vocale attiva presso la Cappella Ducale di Venezia risalgono al 1316, per cui si può affermare che la Cappella Marciana è una delle più antiche istituzioni musicali che vi siano al mondo. Un altro elemento di rilievo è costituito dall’enorme quantità di opere musicali nate nei secoli per essere eseguite dalla Cappella Marciana nella Basilica Ducale. La produzione dei circa duecento maestri operanti nella Basilica supera abbondantemente quella di tutte le altre istituzioni musicali del globo. La particolare posizione geopolitica di Venezia, la continua serie di scambi con le varie culture europee e mediterranee, rese la Cappella di San Marco un punto di riferimento universalmente riconosciuto per un lungo lasso di tempo, il che contribuì a rendere la Serenissima una delle capitali mondiali della musica. Ma la funzione propositrice di idee sempre nuove rimarrà anche in seguito una costante della Cappella Marciana. Questa singolare formazione è una delle poche che esegue regolarmente polifonia durante l’ufficio liturgico, in continuità con la propria tradizione. Da secoli essa presenzia regolarmente alle funzioni della Basilica senza soluzione di continuità. Da qualche tempo i suoi maestri si sono dedicati al recupero delle opere scritte anticamente per questa cappella, per cui chi entra nella basilica dorata può ascoltare musica che ha quattro o cinque secoli, ma anche opere che hanno pochi giorni di vita. Marco Gemmani è il trentaseiesimo Maestro di Cappella della Basilica di San Marco a Venezia, la prestigiosa Cappella che ha settecento anni di vita, in cui in passato hanno operato musicisti come Andrea e Giovanni Gabrieli e Claudio Monteverdi. Le continue esecuzioni della Cappella Marciana da lui guidata, durante le funzioni liturgiche di tutto l’anno, sono divenute ormai un punto fermo per chi vuole ascoltare musica di rara bellezza nella splendida cornice dorata della Basilica di San Marco. Oltre all’intensa attività liturgica e concertistica in Basilica, porta la Cappella Marciana a esibirsi in numerose sedi europee. È stato docente di Direzione di coro e Composizione corale presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. Direttore, compositore, musicologo, ricercatore, curatore di mostre, autore di numerose trascrizioni musicali inedite di cui è revisore ed editore, è un musicista a 360 gradi. Alla guida della Cappella Marciana ha inciso per numerose case disco-grafiche e ha ottenuto il primo premio nella categoria Early Music del prestigioso International Classical Music Awards 2020 con il cd Willaert e la Scuola Fiamminga a San Marco. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *