Consorzio di Tutela Valdarno di Sopra Doc, un futuro che è qui

(Adnkronos) – La prima edizione del Valdarno di Sopra Day, l’evento organizzato dal Consorzio di Tutela Valdarno di Sopra Doc il 16 maggio 2023, ha posto l’attenzione sul domani della denominazione con un messaggio importante, insieme monito e stimolo: “un futuro che è qui”. Sono stati oltre 150 gli ospiti presenti tra istituzioni locali, regionali e anche nazionali, noti giornalisti di settore – ben 42 suddivisi tra guide internazionali e nazionali, tra cui Monica Larner italian editor di Wine Advocate Robert Parker, Marco Sabellico curatore nazionale del Gambero Rosso, Mario Busso direttore di Vinibuoni d’Italia Touring Club, Jeffrey Porter di The Wine Enthusiast e Gilles Durand -Daguin per Bettane & Desseauve France -. Rappresentative anche le presenze delle testate giornalistiche specializzate, online e non solo, a partire da WineNews, Wine Meridian, Wine Surf, Internet Gourmet, Intravino, Wining, I Grandi Vini, Corriere Vinicolo e molte altre, consulenti enologi e agronomi di fama, rappresentanti degli altri consorzi toscani e produttori.  Come ha ribadito Luca Sanjust Presidente del Consorzio, “perché il domani della Denominazione e del territorio non può che essere il frutto delle scelte che tutti noi facciamo oggi qui, per questo abbiamo pensato ad un evento nuovo che raccontasse la nostra realtà e le nostre idee, permettendoci al contempo di metterle in rete e confrontarci a più livelli, in modo aperto e condiviso”.
 Monica Larner ha sottolineato: “Sono ormai sette anni che pubblico i vini del Valdarno di Sopra a parte, e questo mi consente di parlare della vostra voglia di cambiare, oltre che rispondere a consumatori che vogliono guardare sempre più al dettaglio, ai piccoli territori. Emerge un’anima contemporanea in questi vini, sono vini che il consumatore vuole, sono diversi e a me piace parlare di territorio più che di vitigno, parlare di un territorio più fluido, capace di evolvere e adattarsi ai tempi.” Riflessione condivisa anche da Carlo Ferrini “Questo è un territorio sottovalutato, ed è un bene che oggi dopo il successo di alcune singole aziende, si stia iniziando a parlarne nella sua interezza e specificità”.
 L’evento che si è composto di due fasi, quella della mattina all’interno dell’anfiteatro del Borro a San Giustino Valdarno, e quella del pomeriggio, ha visto i soci del Consorzio proporre i propri vini nel Cortile del Prete del Borgo medievale del Borro. L’importante adesione testimonia l’interesse verso la denominazione che ha messo in evidenza quattro temi, considerati veri e propri cantieri di lavoro comune dal Consorzio e dall’intero distretto del Valdarno di Sopra: Territorio, Clima, Vigna e Biologico. Argomenti complessi, riguardanti sia la crescita qualitativa e l’identità produttiva dei vini che la loro riconoscibilità territoriale e valorizzazione, soprattutto in ambito internazionale, sono stati affrontati insieme a enologi di grande esperienza e prestigio presenti all’evento. Tema centrale la certificazione biologica, obiettivo che vede fare fronte comune Consorzio, Distretto Rurale (presto Distretto Bio) e amministrazioni locali e regionali, nel ritenerlo di stimolo per la crescita della produzione vitivinicola di qualità, della quota di terreni agricoli dedicati e quindi del rispetto della salute e dell’ambiente, tutti aspetti presenti e auspicati nel Piano d’azione UE inserito nel contesto del Green Deal europeo. Di rilievo a riguardo, il contributo del vicepresidente della commissione agricoltura EU Paolo De Castro e la partecipazione della Vice Presidente di Regione Toscana e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi. Il tema della valorizzazione ha quindi toccato la scelta del Consorzio Valdarno di Sopra Doc di non introdurre in disciplinare sottozone come Menzioni o Unità Geografiche Aggiuntive (MGA e UGA), ma di scegliere la via dell’indicazione “Vigna” in etichetta, ovvero l’inserimento delle migliori vigne aziendali, studiandone clima, esposizione e qualità delle uve. Percorso approvato da Stefano Chioccioli, noto enologo autore di numerosi vini di successo, e Jeffrey Porter, responsabile per l’Italia della rivista Usa “Wine Enthusiast”, insieme alla collega Danielle Callegari, che ha affermato “Il consumatore sta cambiando, ed è diverso da Usa ad Asia per esempio, ma la voglia di conoscere da quale vigna viene quella bottiglia, soprattutto per i consumatori più evoluti e che cercano vini di alto valore, sta diventando sempre più importante”.
 Barbara Nappini Presidentessa di Slow Food Italia, ha poi evidenziato la sintonia con il Consorzio circa “La lotta contro la banalizzazione del cibo e del vino, nel segno della sostenibilità e del legame con il territorio, all’insegna del Buono, Pulito e Giusto, ed il vino che nella narrazione di certi valori è più avanti di tutti gli altri settori, è fondamentale per raccontare e disegnare un futuro agricolo migliore, che è necessario”. Riflessioni che sono state ponte verso il tema clou dell’evento, il Biologico e il suo inserimento in disciplinare, aperto dall’intervento di Nicoletta Dicova, “Ambassador” in Italia della DO Cava, il consorzio spagnolo che ha inserito il biologico in disciplinare come obbligatorio per la fascia più alta della sua produzione. Un traguardo strategico anche per il Valdarno di Sopra Doc, condiviso pienamente dalla Vicepresidente e assessore all’Agricoltura di Regione Toscana Stefania Saccardi, che ha evidenziato l’importanza di una visione biologica comune del territorio e della denominazione e portato il pieno sostegno dell’amministrazione regionale, dalla presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini e dall’on. Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura UE collegato in video. Un obiettivo senz’altro complesso, oggetto di una interlocuzione in atto con il Ministero dell’Agricoltura, rappresentato per l’occasione dalla Dott.ssa Roberta Cafiero, che ha sottolineato come a livello normativo la strada non sia facile “Non perché non sia un’idea virtuosa che condividiamo, ma perché la Denominazione di Origine è una denominazione di prodotto, mentre quella del biologico è una certificazione di metodo e metterle entrambe come condizioni obbligatorie non è normativamente semplice”, lasciando però una porta aperta al confronto costruttivo sul tema.  E proprio per sottolineare la convinzione collettiva circa la questione, Luca Sanjust presidente del Consorzio ed Ettore Ciancico direttore della denominazione, hanno presentato in anteprima il logo della nuova associazione “Produttori VigneBio Valdarno”, che riunisce tutti i produttori aderenti che oggi producono da vigneti già in regime biologico. “Uno strumento di ulteriore rafforzamento per il nostro messaggio – ha affermato Sanjust – che siamo convinti ci aiuterà ad inserire il biologico in disciplinare, come desiderato e richiesto da tutti i viticoltori, soci ed erga omnes”.
 In collegamento Sandro Sangiorgi, fondatore di Porthos e tra i più noti e accreditati formatori del mondo del vino, che ha portato i risultati delle degustazioni condotte dal suo gruppo di lavoro sul Sangiovese e con la degustazione. Quindici produttori soci della denominazione, hanno esposto la loro produzione con banchi di assaggi aperti anche al trade e agli operatori di settore.Adnkronos – Vendemmie
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