Consultazioni, tocca al centrodestra e al Movimento 5 stelle
Crisi di governo, terzo round di consultazioni oggi al Quirinale. Gli incontri si terranno nel pomeriggio e a salire al Colle per il centrodestra saranno 13 persone, tra leader e capigruppo. Sarà un delegazione in versione maxi dunque. Salvo cambiamenti di programma dell’ultima ora, sono attesi al Colle per la Lega Matteo Salvini, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari; per Fdi, Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani; per Fi Antonio Tajani, Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini. L’Udc sarà rappresentata dal senatore Antonio De Poli, presidente della formazione centrista, mentre per ‘Idea-Cambiamo’ ci saranno Giovanni Toti e Gaetano Quagliarello. Per ‘Noi per l’Italia’ ci sarà Maurizio Lupi.
Così Renzi butta la palla nel campo del M5S, punta a logorare i grillini oltre che il presidente, la convinzione che rimbalza tra Palazzo Chigi, Senato e Camera. L’ex premier indica due vie: quella di un governo politico, se c’è una maggioranza e chiarendo se Iv ne fa ancora parte, oppure un governo del presidente se le condizioni per andare avanti non ci sono. Dice no a un preincarico a Conte, indica la strada del mandato esplorativo. Cresce il nervosismo, il M5S sembra sull’orlo di una crisi di nervi ma anche il Pd non scherza, Nicola Zingaretti esce dalle consultazioni scuro in volto.
“Ha vinto…”, mastica amaro un ministro grillino mentre Renzi è ancora al Quirinale, intento a rispondere alle domande dei cronisti ‘pungendo’ a ogni affermazione. La strada per Conte si fa sempre più in salita mentre continua a impazzare il toto-nomi, perché le chance del presidente dimissionario sembrano ridotte al lumicino. Tra quelli che circolano in queste ore sembra prendere quota il nome di David Sassoli, il presidente del Parlamento europeo -incarico che scadrà a fine anno- ben visto anche dal Quirinale. Su di lui potrebbe convergere la cosiddetta ‘maggioranza Ursula’, tirando dentro Fi, perché “è noto che Sassoli piace a tutti…”, si dice convinto un esponente del governo giallorosso. Per un ‘giro’ esplorativo si fa il nome anche del presidente della Camera, Roberto Fico.
Renzi
“No all’incarico a Conte ora, sì a un mandato esplorativo”. Così fonti di Italia Viva al termine delle consultazioni al Quirinale. Come Matteo Renzi “ha detto a Mattarella ‘noi non siamo ancora disponibili all’incarico a Conte. Prima di tutto c’è da chiarire politicamente se c’è la maggioranza. Nel caso non ci sia a noi va bene un governo del Presidente'” spiegano le fonti di Italia Viva. “Se c’è maggioranza, Pd e Cinquestelle devono chiedere l’impegno di Italia Viva. E allora si discute sui contenuti”.
Pd
C’è la “disponibilità a sostenere Conte premier”. Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti al termine delle consultazioni al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Con il segretario Zingaretti, al Colle sono saliti i capigruppo di Senato e camera, Marcucci e Delrio, la presidente dem Valentina Cuppi e il vicesegretario Orlando.”Auspichiamo una soluzione della crisi in tempi rapidi e abbiamo indicato al presidente della Repubblica, la disponibilità del Pd a sostenere l’ipotesi di un reincarico al presidente Giuseppe Conte, che si è confermato, anche nel recente voto di fiducia in Parlamento, un punto di sintesi e di equilibrio”, ha detto Zingaretti.
M5S
Alla vigilia delle consultazioni, il Movimento 5 Stelle tiene ancora le carte coperte su ciò che intende fare con Italia Viva. Quel che è certo è che i pentastellati, come ribadito dal capo politico Vito Crimi nelle scorse ore, porteranno al Colle il nome di Giuseppe Conte, chiedendo al Capo dello Stato Sergio Mattarella di affidare un nuovo incarico al premier uscente. Ma il perimetro della futura maggioranza immaginata dal M5S contempla o no il partito di Matteo Renzi? L’assemblea congiunta di martedì notte non ha sciolto questo nodo. In un primo momento, dopo lo strappo del senatore di Rignano sull’Arno segnato dalle dimissioni delle ministre Iv, i vertici del Movimento hanno riposto le loro speranze nell’operazione ‘responsabili’ (o ‘costruttori’ che dir si voglia) al grido di “mai più con Renzi”. Un ‘mantra’ che ai piani alti del M5S non risuona più, alla luce delle difficoltà riscontrate dai pontieri di Palazzo Chigi nel reclutare un numero sufficiente di transfughi a Palazzo Madama per tenere in vita l’esecutivo giallorosso. (Adnkronos)