Coronavirus, meno ricoverati e si pensa a fase 2
Calano per la prima volta i ricoverati con sintomi per coronavirus negli ospedali (-61) e continua a scendere anche il numero dei pazienti in terapia intensiva (-17), che anche ieri aveva fatto registrare il segno meno. A questo si aggiunge la riduzione del numero delle vittime a 525, il dato più basso dal 19 marzo scorso. Rimane più o meno costante l’aumento dei positivi giornaliero con 2.972 nuovi contagiati nelle ultime 24 ore, che porta il totale dei positivi a 91.246.
“Una serie di buone notizie”, ha sottolineato il capo della Protezione civile e commissario straordinario all’emergenza Angelo Borrelli nel corso del punto stampa quotidiano, che non ci devono indurre però “ad abbassare la guardia”. Uno spiraglio di luce che comunque apre la prospettiva della cosiddetta ‘fase due’.
“Dovremmo cominciare a pensare a una fase 2, che si può pensare se questi dati si confermano”, ha spiegato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, e quindi “cominciare a riflettere su come mantenere bassa la diffusione della malattia”. E’ stato lo stesso presidente dell’Iss a sottolineare che “la curva ha iniziato la discesa e anche il numero dei morti, che è un altro dato importante, anche se si riferisce a chi ha contratto l’infezione due settimane fa. Tutto il sistema sta portando a un rallentamento significativo della diffusione”.
Questo, ha precisato, “è l’unico requisito che ci consente di considerare misure alternative” alle restrizioni rigorose in vigore oggi, “necessarie alla nostra vita”, ma che devono al contempo “mantenere il numero di infezioni sotto la soglia del famoso R0 uguale a 1, ma soprattutto contenerle al massimo possibile”.
Anche da Brusaferro è arrivato un richiamo alla responsabilità: “Questo dato positivo, che ci aspettiamo possa essere confermato nei prossimi giorni, va conquistato giorno dopo giorno, ci indica che le misure adottate sono efficaci ma è importante mantenere rispetto e attenzione”. (Adnkronos)