Elzeviro di Fabio Storchi sull’Economia Civile in occasione del Meeting di Rimini
(Adnkronos) –
Rimini 21 agosto 2024 – Il deserto, afferma Papa Francesco, ‘è il luogo del silenzio e dell'essenzialità, dove non ci si può permettere di indugiare in cose inutili, ma occorre concentrarsi su quanto è indispensabile per vivere’. ‘E’ all’essenzialità della esistenza e della vita delle imprese che dobbiamo ambire’ ha affermato Fabio Storchi, presidente dell’Unione cristiana imprenditori e dirigenti (Ucid) di Reggio Emilia, nell' ambito del Meeting per l’Amicizia fra i popoli che si sta tenendo a Rimini, presso l’Ente Fiera, fino al 25 agosto, dal titolo: ‘Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?’. Sabato 24 agosto, alle 12.30 è prevista la presentazione del ‘libro bianco’ sull’Economia Civile, dal titolo: ‘Principi di Economia Civile: una guida per imprenditori e dirigenti’, pubblicato da Ucid, con Guida Editori (2024). Con Fabio Storchi, uno dei promotori del testo, saranno anche Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali, Leonardo Becchetti, professore ordinario di economia politica, Sigrid Martz, presidente di Uniapac Europe, Benedetto Delle Site, presidente nazionale movimento giovani Ucid. L’evento sarà aperto da un videomessaggio del cardinal Matteo Zuppi. ‘Si tratta di un momento estremamente significativo – ha affermato Storchi – questa è una importante occasione per fare conoscere i nostri valori, i principi su cui Ucid sta definendo una nuova linea di pensiero in grado di influenzare l’agire economico degli imprenditori e dei dirigenti cristiani ’. Storchi è un antesignano dei valori cristiani nel fare impresa che si estendono ovviamente anche al vivere quotidiano, come base necessaria per una esistenza felice. ‘Il tema centrale del Meeting 2024 è l’essenzialità – continua Storchi – Papa Francesco lo ha più volte ribadito, come principio fondante del vivere non solo professionale, ma anche familiare e sociale. Penso che l’Economia Civile possa rappresentare, con i suoi valori, una buona sintesi, una formula efficace per arrivare, con più velocità e pragmatismo, all’essenza. Vale a dire: come guidare oggi un’organizzazione economica in coerenza con le regole del mercato, nel rispetto e puntuale applicazione della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC)'. Ucid promuove la formazione cristiana e l'alta moralità professionale degli associati perché siano di fermento e di stimolo nel mondo dell’impresa, attuando e diffondendo i principi della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC). L'applicazione di questi principi passa attraverso l’adozione di una ‘Nuova Economia’, ancorata al paradigma dell’Economia Civile, che attinge all’umanesimo civico della tradizione italiana e ad Antonio Genovesi che nel 1753 introdusse all’Università di Napoli, il primo corso di Economia Civile al mondo. Un’economia che ha i suoi cardini nella centralità della persona, a cui si collegano capitale relazionale, sviluppo umano integrale, aumento del benessere multidimensionale, destinazione universale dei beni, e generatività delle organizzazioni e dei territori. Un’economia che sia espressione dello 'spirito mediterraneo del capitalismo' e del 'modo italiano del fare economia'; un pensiero economico che ha il merito di avere riscoperto parole come: fiducia, fraternità, gratuità, reciprocità, solidarietà, sussidiarietà. L’Economia Civile presuppone un governo democratico e un’economia di mercato; richiede altresì alcune trasformazioni di ordine sociale con il passaggio dal modello bipolare fondato su stato e mercato e quindi sulle due categorie del pubblico e privato, al modello tripolare, stato, mercato e comunità, che aggiunge alle categorie di pubblico e privato quella del civile, con il coinvolgimento del variegato mondo del terzo settore e della business community (come afferma Stefano Zamagni nel libro ‘Principi di Economia Civile: una guida per imprenditori e dirigenti’). Questi attori sociali, in collaborazione tra loro, concorrono a dare vita a un sistema di mercato responsabile, solidale e allo stesso tempo competitivo e si impegnano a guidare la transizione verso la sostenibilità integrale, in coerenza con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDGs), dei domini del Benessere Equo e Sostenibile dell’Istat (BES) e delle direttive Environment, Social, Governance dell’Unione Europea (ESG). L’impresa è sempre più un vero e proprio organismo civile che occupa un ruolo di primo piano nella comunità e ha nei suoi confronti crescenti doveri e responsabilità. In altri termini, l’impresa, in questo tempo di profonda rigenerazione, si conferma come una 'infrastruttura sociale' nella quale le persone si integrano, convivono, collaborano, acquisiscono coscienza di sé, si organizzano e partecipano. ‘L’impresa è una grande istituzione per la produzione e distribuzione della ricchezza e un luogo fondamentale per la costruzione del bene comune’. Questa definizione viene mirabilmente espressa da Papa Francesco nella ‘Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium’ del 2013. La vocazione dell’imprenditore è un nobile lavoro, sempre che si lasci interrogare da un significato più ampio della vita. Questo gli permette di servire veramente il bene comune, con il suo sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo. ‘Ritengo che proprio dall’impresa, dalla fabbrica, dal luogo di lavoro, dove le persone trascorrono buona parte della vita, sia necessario partire per costruire un mondo diverso, in cui fraternità, gratuità, reciprocità, rispetto e solidarietà, possono essere vissute quotidianamente. Si tratta di rilanciare un nuovo 'Umanesimo d’Impresa' che si ispiri ai mercanti del Rinascimento italiano, veri antesignani dell’imprenditore moderno, alla loro saggezza e alle loro virtù che li portarono a conquistare i principali mercati, grazie alla loro capacità di ‘amare la gente del mondo'. L’imprenditore infatti, come afferma Luigino Bruni nel libro 'Principi di Economia Civile: una guida per imprenditori e dirigenti', deve formarsi alle virtù relazionali, praticando la cordialità, l’amabilità, investendo tempo, nell’ascoltare la gente, sviluppando tutte quelle arti che facilitano la creazione e la manutenzione dei beni relazionali, di cui si compone che è il primo asset dell’azienda. Dobbiamo tornare alle origini, alla cultura dei mercanti toscani che amavano i loro clienti e i loro fornitori, per rilanciare un’Economia che deve tornare ad essere Civile, nella essenzialità dei suoi valori. L’Economia Civile è infatti, la ricerca attiva, volontaria e costante di questa essenzialità’ conclude Storchi. Ufficio Stampa Francesca Schenetti Ti Lancio, agenzia di stampa quotidiana
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