Eva Maria, la ragazza che portò un violino ad Auschwitz. A Messina il ricordo: così la musica sopravvive all’orrore
Per la Giornata della Memoria, l’Anpi di Messina ha organizzato l’incontro “Il violino di Auschwitz”. L’appuntamento è presso la Feltrinelli Point, sabato 27 gennaio 2024 alle ore 18. Al violino si esibirà Sofia Muffoletto, mentre le letture saranno affidate a Elena Scrima. L’evento vuole ricordare Eva Maria Levy, uccisa ad Auschwitz nel 1944. Eva Maria Levy detta Cicci ha tutto ciò che una ragazza possa desiderare: una vita bella e agiata, una famiglia che le vuole bene, tanti amici e una grande passione per la musica. Ma è ebrea e durante la guerra tutto cambia con le infami leggi razziali fasciste. Le rimarrà solo il suo violino, da cui non si separerà a nessun costo. Sarà proprio lui a raccontare, dopo un lungo silenzio, la lenta discesa di Cicci verso l’inferno del campo di concentramento di Auschwitz, dove dovrà suonare per le SS. Scoprirà però che la musica rende liberi. Eva Maria morirà ad Auschwitz nel 1944.
Nel viaggio interminabile sul treno verso Auschwitz Eva Maria porta con sé il violino. La ragazza deportata nel 1943 con la madre Egle e il fratello Enzo viene dirottata ad Auschwitz Birkenau, dove viene inserita in un’orchestra per dilettare gli aguzzini. Il fratello finisce a Monowitz. Quando riescono a mettersi in contatto, Enzo le fa arrivare su un pezzo di carta il disegno di un rigo musicale con una breve melodia e una scritta “Der Musik macht frei”, la musica rende liberi. Ma un giorno il violino si rompe ed Eva Maria viene rimandata con le detenute comuni. Senza più musica, si lascia morire e, il 6 giugno 1944, il suo cadavere viene bruciato nei forni. Il fratello invece si salva e recupera il violino.
Dall’oblio lo recupera nel 2014 un collezionista di strumenti musicali, l’ingegnere Carlo Alberto Carutti. Lo acquista a Torino, nel negozio di un antiquario, e lo fa restaurare a Cremona da Carlson, il suo liutaio di fiducia. Il suono di questo Collin-Mézin con la stella di Davide, oggi custodito al Museo Civico di Cremona e appartenuto a Eva Maria Levy, è reso più intenso e struggente dalla sua storia. Con quel biglietto ancora nella cassa armonica, quel pentagramma, quella frase musicale a canone inverso e quel numero di matricola, 168007, che Enzo Levy portava sul braccio, il numero infame della prigionia, del progetto di sterminio. Però, come insegnano questa storia e la Storia tutta dell’umanità, gli amori più forti, le grandi passioni, quella per la musica ad esempio, quella per la vita, sopravvivono alle tragedie e all’orrore. Offrono futuro e orizzonte. Basta non dimenticare. Per questo si scrivono libri come “Il violino di Auschwitz”.
Alessandra Sonia Romano, violinista, da dicembre 2016, è stata scelta come violinista del “violino della Shoah”, strumento dall’importanza storica straordinaria. Con questo violino, gentilmente concesso dall’Ing. Carlo Alberto Carutti, sta facendo moltissimi concerti solistici in Italia e all’estero. Le musiche della Shoah a Messina saranno interpretate dalla violinista Sofia Muffoletto.