Festival Nazionale dell’Economia Civile, Bellucci (Viceministro Lavoro e Politiche Sociali): «Chiedo scusa per Caivano
(Adnkronos) – “Oltre l’inclusione. Quale ruolo dell’abitare” è il titolo del panel tenutosi nel corso del Festival Nazionale dell’Economia Civile, in programma fino a domenica 1 ottobre a Firenze. Nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio si è trattato il tema dell’abitare, con Maria Teresa Bellucci (Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali) che ha detto: «Per Caivano credo che si debba, innanzitutto, chiedere perdono; lo dico come istituzione. Come rappresentante del Governo sento la responsabilità di chiedere perdono a tutti coloro che sono stati invisibili, violati dai carnefici ma ancora di più da istituzioni che si sono arrese e hanno deciso di non combattere e di rinunciare. Caivano può essere un’opportunità, come lo sono tutte le crisi, e Caivano è una crisi. Di Caivano ce ne sono tante in Italia, luoghi dove c’è una mancanza importante delle istituzioni che dovrebbero invece avere una presenza importante e costante, luoghi dove lo Stato non ha fatto sentire la sua presenza». Per recuperare le periferie, a partire dalla questione abitativa che non riguarda più soltanto i poverissimi, secondo Bellucci «il Governo non basta a sé stesso, serve un’alleanza tra istituzioni, privati e privato-sociale per vincere sfide così importanti. Dove ci sono degrado, criminalità e povertà soprattutto educativa, ci devono essere più istituzioni e più società: sono le istituzioni che sono più indietro, rispetto alla società e al terzo settore. Dobbiamo lavorare insieme a tutti coloro che pensano che la crescita passa attraverso l’aiuto del prossimo, solo così possiamo riempire le tante Caivano, le tante periferie di cultura, di vita, di sport. Penso che si possa fare, è una sfida che si può e si deve ingaggiare». La Viceministra ha poi aggiunto: «La rigenerazione umana passa dalla rigenerazione urbana dove si trova il punto di incontro fra diversi bisogni. Gli anziani sono sempre più soli: attraverso la co-abitazione si trova una risposta al bisogno degli anziani soli e all’esigenza di rigenerare quartieri e piccoli comuni. Su questo può aiutare molto l’intelligenza artificiale, per portare anche nuove generazioni di lavoratori digitali a vivere in luoghi dove risiedono agli anziani, dando così nuova vita alle comunità».
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