Fumo, Piepoli e Adiconsum su dati Iss: servono dati e informazioni su alternative
(Adnkronos) – I dati sul fumo “confermano che il fenomeno, nel nostro Paese, non accenna ad arrestarsi e ridursi. Continuiamo ad essere un Paese in cui circa un italiano su 4 è fumatore. Questo è un trend che nel corso degli anni ha avuto una fase di calo, ma è veramente difficile riuscire a rimuovere questa propensione in chi ha questa abitudine radicata. È veramente complicato” per questo servono “dati e informazioni chiare sulle alternative disponibili”. Così Livio Gigliuto, presidente esecutivo Istituto Piepoli commenta, all’Adnkronos Salute i risulti diffusi dall’Istituto superiore di sanità in occasione della della Giornata mondiale senza tabacco. Una recente indagine “che abbiamo svolto in collaborazione con Adiconsum, sui consumatori fumatori che avevano fatto il passaggio da prodotti tradizionali ad alternativi- in particolare dalla sigaretta al tabacco riscaldato – sono emersi aspetti interessanti. La prima – elenca Gigliuto – è che questi consumatori, che sono passati ad altri prodotti, sono confusi: hanno davanti moltissime informazioni e, spesso, discordanti tra di loro. Per questo chiedono più chiarezza, informazioni univoche sui prodotti che si sono approcciati a utilizzare. Il secondo dato? Chiedono che la ricerca su questi prodotti non si fermi, che si continui. La terza cosa che ci hanno detto è che ovviamente, eventualmente, nel caso in cui si dovesse vedere attraverso le ricerche che c'è una qualche differenza tra questi prodotti e quelli tradizionali” sugli effetti sulla salute, per esempio, “di regolamentarne l’uso”. In altre parole dicono “non usiamo le stesse regole per il prodotto tradizionale e il prodotto innovativo”. Sottolinea l’importanza dell’informazione e di normative adeguate sul fumo anche Carlo De Masi, presidente Adiconsum. “Servono campagne educative – conclude – per orientare i giovani in modo diverso”, ma bisogna anche “rendere più restrittivo l’accesso al fumo per i minorenni. Non ci sono freni ed educazione all’uso di prodotti” per il fumo. In questi aspetti, come emerge dalla recente indagine condotta da Piepoli in collaborazione con Adiconsum, risulta centrale il ruolo delle istituzioni. In particolare, circa il 70% degli intervistati ritiene che lo Stato e le istituzioni sanitarie dovrebbero incoraggiare i fumatori che non intendono smettere, a considerare il passaggio ai prodotti alternativi ed informare di più sulle loro caratteristiche. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)