Giustizia, al via raccolta firme per referendum targati Lega-Radicali
Al via la raccolta delle firme per i referendum sulla giustizia targati Lega-Radicali. Gazebo (1200 del Carroccio) e penne saranno a disposizione dei cittadini per 90 giorni. Oggi inizia, infatti, il primo weekend referendario: “L’obiettivo è avere almeno 3000 banchetti per la raccolta firme in tutta Italia: se si raccolgono” in questo fine settimana “la metà delle firme necessarie, 250 mila firme vuole dire che la gente è pronta”, ha detto Matteo Salvini, a inizio giugno, prima di depositare i sei quesiti in Cassazione, insieme al radicale Maurizio Turco.
Nel merito i sei quesiti che Lega e radicali vogliono portare in cabina elettorale sono sul tema della riforma del Csm, responsabilità diretta dei magistrati, equa valutazione dei magistrati, separazione delle carriere, limiti agli abusi della custodia cautelare e abolizione del decreto Severino. Ieri il leghista ha ribadito come siamo di fronte a “una pacifica rivoluzione, la firma dei sei referendum potrà fare, dopo 30 anni, quello che non ha fatto la politica in Parlamento”. “Noi sosteniamo le riforme di Draghi e Cartabia, ma i cittadini potranno dare un a bella spinta”, si è affrettato ad aggiungere poco dopo.
Una posizione che tiene conto della partecipazione al governo della Lega, che deve garantire anche l’appoggio al cammino parlamentare della riforma della giustizia, il ‘pacchetto’ Cartabia che rischia di essere azzoppato dalla campagna del Salvini di lotta, per la prima volta a fianco dei radicali, da sempre partito referendario del paese.
Sul tema Salvini ha, negli ultimi giorni, cercato di trovare l’appoggio del centrodestra di governo, incassando lunedì scorso l’ok ai referendum di Antonio Tajani, coordinatore azzurro che ha assicurato che il suo partito aiuterà anche per la raccolta delle firme. Dentro la battaglia referendaria anche l’Udc. Uno stringere le fila che sembra costituire come un ulteriore passo verso la federazione dei partiti di centrodestra, auspicata da Salvini, con un patto sulla giustizia targato Lega-Fi-centristi, dopo la proposta comune sui temi fiscali.
Una sirena che non attrae Fdi, che in un vertice, a quanto apprende AdnKronos ha preso questa posizione: appoggio ai quesiti sulla magistratura, ad esempio sul Csm, mentre no a quanto chiesto da Lega e radicali su custodia cautelare e legge Severino. Nello specifico, per il partito di Giorgia Meloni si rischia con le modifiche alla custodia cautelare, nel caso di reiterazione di reato, di favorire ad esempio gli spacciatori.
Sul tema della Severino la linea è quella di mantenere l’automatismo tra incandidabilità e la condanna per certi reati, anche per evitare che si torni alla discrezionalità dei giudici. In ogni caso da parte di Fdi si insisterà per portare le forze del centrodestra a votare gli emendamenti in parlamento presentati dal partito di Giorgia Meloni, per esempio sul tema della separazione delle carriere, con concorsi distinti per pm e giudici. “Sul Csm – spiega all’AdnKronos Andrea Delmastro, deputato di Fdi responsabile dei temi della giustizia – noi per esempio proponiamo il sorteggio, il centrodestra voti i nostri emendamenti, e la risolviamo più facilmente”.(Adnkronos)