Governo, confronto su programma: 3 ore per primo punto
Dopo la pausa pranzo sono ripresi i lavori del tavolo programmatico di maggioranza, convocato dal presidente della Camera Roberto Fico. Il tavolo, chiamato a lavorare sul programma, tentativo estremo per ricucire e uscire in fretta dalla crisi di governo, procede a rilento.
capigruppo delle forze di maggioranza hanno chiuso il punto uno, sulle politiche attive del lavoro, dopo oltre 3 ore di riunione.
“Si è deciso che il documento della maggioranza del 2 dicembre scorso contiene considerazioni che sono valide ancora oggi”, spiega all’Adnkronos uno dei rappresentanti politici presenti alla riunione.
Il presidente della Camera “ha attivato il confronto che ora deve essere portato avanti dalle forze politiche”, spiegano dal suo staff. Ma la strada, così, appare ancora più impervia, tanto che sembra prevalere il pessimismo.
“Dovrebbero riuscire a sbloccare in un giorno quel che è fermo da oltre un anno”, ragiona un ministro M5S, osservando da lontano quel che avviene a Montecitorio. Intanto la sabbia scorre nella clessidra: domani Fico è atteso al Quirinale con un responso chiaro, il Presidente della Repubblica vuole che si esca dalla crisi in fretta, unico imperativo arrivato dal Colle. Occhi puntati sulle agende dei leader. Per sbloccare lo stallo è necessario un confronto che parta da lì, non solo sul programma ma anche sui nomi.
“Abbiamo parlato di politiche del lavoro e delle questioni istituzionali. Nel pomeriggio andremo avanti” ha detto Bruno Tabacci nella pausa dei lavori. “Il problema della premiership è alla base, il programma va poi sottoscritto dal candidato premier. Se le cose vanno bene il governo si fa, se il Parlamento non è in grado di non farsi commissariare c’è il governo del presidente” ha aggiunto Tabacci.
Il Pd intanto blinda il premier Giuseppe Conte e il ministro Roberto Gualtieri. “Sono fiducioso che la disponibilità data da tutti coloro che stanno concorrendo a questo tentativo sia sincera” e “la sostanza credo che sia positiva, va incoraggiata”, ha detto Nicola Zingaretti a margine di un evento della Regione Lazio. “Proprio perché gli impegni sono complessi è giusto che ci sia un confronto schietto dove tutti, compreso il Pd, portino i loro contributi”, ha sottolineato il leader del Pd. Conte e Gualtieri sono punti fermi ? “Questa è una di quelle cose che non vanno nemmeno ripetute, altrimenti diventa una notizia. C’è un confronto, sono sicuro che si arriverà a una soluzione. Ora è il momento del confronto”.
“Quando mai abbiamo messo in campo la questione dei nomi? Sui nomi troveremo sintesi. Le preoccupazioni sono altre: la crisi economica, sanitaria ed educativa”, ha detto Ettore Rosato di Iv a L’Aria che Tira su La7 rispondendo ad una domanda sulla ‘blindatura’ di Zingaretti.
“Penso che questa crisi di governo sia una disgrazia, non capitata, ma voluta: il MoVimento 5 Stelle si pone con responsabilità, come ha sempre fatto dalla campagna elettorale del 2018, quando ha portato avanti i propri temi, ma ha detto ai suoi elettori che, se non ce l’avesse fatta da solo, avrebbe chiesto a chi ci stava”, le parole del sottosegretario di Stato Gianluca Castaldi, ospite questa mattina di Agorà, su Rai Tre. “Noi abbiamo una personalità, una figura politica che ha ottenuto risultati economici e si è fatto apprezzare in Europa – ha proseguito -. Possono essere criticate delle scelte, ma non si può criticare la dedizione al lavoro del Presidente Conte e quella dei parlamentari: il Parlamento non ha mai lavorato con tanta intensità”. La posizione del Movimento, ha concluso, “è chiara: 92 senatori, un terzo del Senato, è sul Presidente Conte. Non c’è un governo senza Conte Premier. Motivazioni reali di una crisi non ce ne sono”. (Adnkronos)