I fondi a scadenza sono una buona soluzione d’investimento? Le indicazioni per valutarli con consapevolezza
(Adnkronos) – Milano 28 aprile 2023. Investire in maniera efficace il proprio denaro è un obiettivo comune fra i risparmiatori, anche se non tutte le opzioni offerte dal mercato finanziario sono vantaggiose. Tra queste, i fondi a scadenza o target (chiamati più correttamente fondi target data) sono spesso presentati come una conveniente fonte d’investimento. In realtà, possono trasformarsi in vere e proprie trappole: celano numerose insidie, sono caricati di costi esorbitanti e vengono battuti a mani basse dagli ETF. Allora, cosa s’intende esattamente quando si parla di fondi target? Quali sono gli elementi indispensabili da conoscere per valutarli con consapevolezza? SoldiExpert
SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, fornisce nel proprio sito SoldiExpert.com un’analisi chiara e puntuale, con l’obiettivo di aiutare gli investitori a scegliere ciò che meglio si adatta alle loro necessità. I fondi a scadenza sono dei fondi comuni d’investimento. In particolare, sono progettati per incrementare e proteggere il capitale in vista di una specifica “data di scadenza”. Sulla carta, dunque, hanno la caratteristica di modificare l’asset allocation in base alla distanza temporale dalla scadenza stabilita. Sono più prudenti e conservativi nelle vicinanze di questa scadenza e, al contrario, diventano più aggressivi nella parte iniziale dell’investimento. Dovrebbero essere caratterizzati, quindi, per la scadenza predefinita e per la gestione attiva. Generalmente, il gestore combina spesso in un solo contenitore azioni e obbligazioni, a seconda dell’andamento dei mercati e della data di rimborso. Dunque, più che di fondi azionari o obbligazionari si tratta sovente di fondi bilanciati, ove le componenti azionarie e obbligazionarie sono miscelate, con una progressiva riduzione di quella azionaria. Nati sul mercato statunitense, sono concepiti per i risparmiatori che guardano alla pensione, con orizzonti temporali medio-lunghi. Di conseguenza, i fondi a scadenza dovrebbero vedersi calibrare la componente azionaria e quella obbligazionaria anche in base all’orizzonte temporale: più elevata all’inizio, più prudente alla fine. Infatti, il mix di asset e il grado di rischio del portafoglio di un fondo target data diventano più conservativi quando ci si avvicina alla data obiettivo prestabilita. Il giudizio di SoldiExpert SCF su questa tipologia di investimento è tuttavia negativo. Infatti, nonostante possa apparire come un’opzione interessante per gli investitori, cela molto spesso diverse insidie.
I fondi target sono caratterizzati da commissioni di gestione piuttosto elevate, che includono anche costi aggiuntivi d’ingresso e d’uscita, i quali vanno ad incidere negativamente sul rendimento complessivo del fondo. Il risultato? Più si spende e meno si ottiene come rendimenti. Lo stesso Salvatore Graziano, direttore investimenti di SoldiExpert SCF, ha dedicato un’analisi completa sui fondi target, evidenziando come si siano dimostrati, nella maggior parte dei casi, una destinazione pessima per i risparmiatori. I loro risultati, infatti, sono stati molto più deludenti se comparati ai fondi tradizionali, e ancor di più rispetto agli ETF di analoga composizione. Nonostante ciò, banche e reti italiane continuano a proporli agli investitori, sebbene si rivelino decisamente costosi e inefficienti. I fondi a scadenza con cedola sono tipicamente caratterizzati da un periodo di sottoscrizione di
qualche settimana. Ed è solo durante questo arco temporale che gli investitori possono aderire al fondo. Ciò permette ai collocatori di sfruttare la “scarsità”, una tecnica di marketing molto utile per mettere pressione e velocizzare la sottoscrizione. Spesso, inoltre, si parla di obiettivi di rendimento attraenti che, in realtà, non vengono in alcun modo garantiti. Per quanto concerne i fondi a scadenza con cedola all’italiana, si distinguono per la durata prestabilita, che varia solitamente tra i cinque e i sette anni. Un periodo troppo limitato per ragionare correttamente in termini di orizzonte temporale. Peraltro, con un target di pochi anni (ossia con scadenza a cinque o sette anni), se per ipotesi il mercato azionario dovesse crollare prima della scadenza e poi risalire, lo stesso fondo target, l’anno successivo, si ritroverebbe con la quota azionaria abbassata e con possibilità di recupero decisamente limitate.
Del resto, la distribuzione di cedole dei fondi target è spesso solo uno specchietto per le allodole. Infatti, tali cedole possono essere prelevate anche dallo stesso capitale, con la beffa di dover pagare su di esse la tassazione del capital gain. In origine, i fondi a scadenza rimborsavano le quote ai sottoscrittori. Tuttavia, alcune società di gestione, in corrispondenza della data target, hanno cominciato a ricollocare gli asset in un altro prodotto, appartenente alla stessa casa.
Tra i gestori dei fondi target più conosciuti attualmente attivi possiamo ricordare Eurizon, Amundi, Anima, Arca, DWS e Gestielle. Anche Fineco, da qualche anno, è entrata in questo settore con la serie FAM Smart Defense. È bene ricordare, come già anticipato, che al risparmiatore che sottoscrive fondi a scadenza possono essere applicati costi d’ingresso e, quasi sempre, anche d’uscita nell’eventualità in cui volesse svincolarsi con anticipo rispetto alla scadenza. A ciò s’aggiungono costi di gestione annuali e, talvolta, anche di performance. Diversi handicap, che pesano in modo piuttosto rilevante. In aggiunta, se comparati a portafogli di ETF bilanciato, dinamico o prudente, calcolati semplicemente simulando l’andamento dei principali indici mondiali, è possibile comprendere come i fondi a scadenza rappresentino una scelta del tutto discutibile. Oggi vi sono circa 500 fondi target in circolazione, di cui 300 sono già giunti alla scadenza. Evidentemente banche e reti hanno buone ragioni per collocarli ma i risparmiatori dovrebbe avere interessi diversi rispetti ai collocator. Infatti, costituiscono un prodotto “cash cow”, ossia detto brutalmente, sono spesso concepiti da diversi intermediari come come vere e proprie "mucche" da cui "mungere" denaro per generare profitti e avere una massa di clienti “vincolati” per anni. Non a caso, hanno quasi sempre costi alti, pochi vantaggi e includono numerosi vincoli per quanti li sottoscrivono. I fondi a scadenza sono prodotti del risparmio gestito, in cui il conflitto d’interessi è chiaramente più alto tra i collocatori e i risparmiatori. Molte banche e realtà amano collocarli, proprio perché consentono di bloccare per molti anni il risparmiatore, permettono di applicare talvolta fantasiose commissioni di performance e, come sottolineato più volte, generano costi annui mediamente più elevati. Insomma, risulta dunque evidente che prima di investire il proprio denaro in fondi target o a scadenza occorra effettuare un’analisi attenta e accurata, tenendo ben presente tutti i fattori elencati in questo articolo. Eventualmente, infine, è possibile richiedere un parere ad un consulente
indipendente e a una società abilitata alla consulenza finanziaria indipendente (come SoldiExpert
SCF), che potrà fornire un parere (ed eventualmente una consulenza) senza conflitti d’interesse.
Informazioni su SoldiExpert SCF
Questo contributo è stato realizzato da SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti in Italia, specializzata nel assistere senza conflitti d’interesse (la remunerazione è esclusivamente a parcella, fee only) investitori piccoli e grandi nella gestione del proprio patrimonio, selezionare i migliori strumenti (azioni, obbligazioni, ETF, fondi..) o prodotti in base alle specifiche di ciascun cliente e supportarli con il proprio Ufficio Studi come strategie d’investimento e analisi.
Link e approfondimenti
Sito ufficiale: https://soldiexpert.com
Newsletter gratuita: https://soldiexpert.com/lettera-settimanale/
E-mail:ufficiostudi@soldiexpert.com
Canale video Youtube: https://www.youtube.com/user/SoldiExpert
—immediapress/economia-finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)