Il regista Martin Scorsese sabato 3 agosto alle 21.00 si collegherà con l’Horcynus Festival in occasione della presentazione del libro “Dialoghi sulla fede”
Il regista premio OscarMartin Scorsese si collegherà con l’Horcynus Festival di Capo Peloro sabato 3 agosto alle 21.00, in occasione della presentazione del libro “Dialoghi sulla fede”. In questo volume il grande cineasta americano dialoga con il gesuita Antonio Spadaro, ripercorrendo la sua carriera e, per la prima volta, soffermandosi sul ruolo della fede nella sua vita privata e professionale.
Questo confronto fra i due prende il via il 3 marzo 2016 a New York, quando padre Spadaro incontra Martin Scorsese per parlare di “Silence”, il film che il regista italoamericano ha dedicato alle persecuzioni dei gesuiti in Giappone.
Presente alla serata di sabato anche Spadaro, teologo, saggista, critico letterario, già direttore della rivista “La Civiltà Cattolica”, attualmente sottosegretario del Dicastero vaticano per la Cultura, ed uno degli esponenti più autorevoli della cultura cattolica contemporanea.
Questo evento che vede protagonisti Martin Scorsese e Antonio Spadaro è organizzato dall’Horcynus Festival in collaborazione con La Feltrinelli di Messina.
Al termine dell’incontro, verrà proiettato il film “Silence” (2016) di Martin Scorsese, che racconta la storia di due missionari portoghesi che nel XVII secolo intraprendono un pericoloso viaggio in Giappone per cercare il loro mentore scomparso e diffondere il vangelo cristiano. Tutto prende avvio quando padre Sebastian Rodrigues e padre Francisco Garupe, i due giovani missionari, decidono di mettersi sulle tracce di padre Christavao Ferreira di cui non si hanno più notizie. Padre Ferreira era, infatti, partito per il Giappone per diffondere il Cristianesimo in un Paese che, a seguito delle volontà dei feudatari e dei samurai, aveva deciso di perseguitare coloro che praticavano la religione. I cristiani in Giappone, che continuavano a coltivare la loro fede di nascosto, venivano di conseguenza perseguitati e torturati fino al punto di essere costretti a rinunciare alla loro fede o ad affrontare una morte dolorosa.
Questo film si basa su un pluripremiato romanzo di Shûsaku Endô in cui si esamina la questione spirituale e religiosa del silenzio di Dio di fronte alla sofferenza umana.