Intelligenza artificiale e normativa – Le criticità del sistema Italia
(Adnkronos) – “L'intelligenza artificiale è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. L’ I.A. funziona grazie all’utilizzo di due elementi molto importanti: i dati e l’algoritmo. I dati sono le informazioni che alimentano la IA e l’algoritmo sono le istruzioni che, attraverso la programmazione, definiamo per un sistema informatico”. Così Gabriele Ferrieri Presidente ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori ai microfoni di Unomattina Estate su Rai 1. Il presidente Ferrieri, già ForbesU30 e esperto di IA, alla domanda sul tema normativo e sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale da parte della giornalista e co-conduttrice Greta Mauro, risponde così, anche lanciando un appello alle istituzioni e al Governo Meloni: “Il Parlamento europeo ha varato AI Act lo scorso Marzo e l'Italia poco più di un mese dopo ha subito approntato una sua legislazione nazionale che prende i punti chiave dalla legislazione europea e su questo devo dire che siamo stati particolarmente lungimiranti nell'approcciare il tema dell'artificial intelligence dal punto di vista normativo. Gli elementi chiave sono tre in particolare. L'uso etico dell'intelligenza artificiale legata anche all'ambito sanitario, l'approccio di democratizzare questi strumenti per far sì che possano essere di supporto effettivo alla cittadinanza, ad esempio uno dei temi che si è rilanciato è quello del fascicolo sanitario elettronico con l'obiettivo di poter avere un accesso da qualsiasi punto ospedaliero d'Italia e soprattutto di poter avere una visione in tempo reale di tutto quello che è stato ed è la situazione del paziente al medico curante o se c’è un emergenza di poter agire in base a quelle che sono state le case histories della persona lì presente. Ultimo ma non ultimo è il tema sulla sicurezza dei dati: immaginiamo se questi dati venissero utilizzati in modo non congruo, ad esempio per fini speculativi o commerciali delle grandi aziende farmaceutiche.
"Tuttavia, è doveroso ricordare che ci deve essere, a nostro modo di vedere, un approccio che armonizzi tale regolamentazione per far sì che le normative ci siano ma che rappresentino un rallentamento in termini di investimenti in campo tecnologico, questo anche come appello dell’Associazione Nazionale Giovani Innovatori che ci teniamo a dare”. Conclude Ferrieri. Immagine generata con DALL-E —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)