“Le meraviglie di una Sicilia ancora da scoprire”. La ricerca BVA Doxa per Birra Messina “premia” anche Rometta e Roccavaldina. Merlino:”Felice per la mia città”

La ricerca BVA Doxa per Birra Messina “premia” Rometta e Roccavaldina tra le “Le meraviglie di una Sicilia ancora da scoprire” come luoghi del cuore dove ci sono delle perle di arte non condivisa che meritano sicuramente una visita. Quasi commosso il sindaco romettese Nicola Merlino: “Felice per la mia città e perché ritengo che possediamo delle peculiarità per uno sviluppo turistico notevole. E contento anche perché la vicina antica farmacia di Roccavaldina è una ricchezza unica”.

Ecco il testo integrale pubblicato sul sito della Doxa. “La Sicilia è conosciuta e apprezzata, da secoli, da parte di popoli di ogni parte del mondo, eppure esiste ancora una Sicilia “segreta”, che stupisce e meraviglia perfino i siciliani che l’hanno resa unica nel corso di una storia millenaria. Una ricerca realizzata da BVA Doxa per Birra Messina (su un campione di 600 siciliani rappresentativo dell’intera popolazione) mette a nudo il lato meno noto di un’isola e alcune sue caratteristiche che raccontano l’accoglienza, la passione e la ricchezza di un luogo unico al mondo.

Birra Messina, riconosciuta e apprezzata dal 92% dei siciliani, è considerata un simbolo positivo che fa riscoprire la bellezza della Sicilia. Praticamente tutti (96% dei siciliani) considerano il marchio portavoce dei valori più positivi dell’isola: generosità, ricchezza e passione. Per 9 siciliani su 10 (88%) Birra Messina, da quando è conosciuta e distribuita in tutta Italia, ha avuto un ruolo importante nell’aumentare interesse e curiosità nei confronti della Sicilia. Sarà per questo che l’88% dei siciliani l’ha assaggiata nell’ultimo anno, mentre 1 su 3 (34%) la beve abitualmente.

LA RISCOPERTA DEI LUOGHI – La ricerca rivela un dato che colpisce: il 12% dei siciliani ammette di conoscere poco la propria terra, mentre l’84% del campione afferma con sicurezza che prova spesso un senso di meraviglia e stupore di fronte ad aspetti inediti e poco conosciuti della propria terra, provando subito il desiderio di condividere questa scoperta con amici e familiari. I luoghi del cuore dei siciliani, al di fuori dalle rotte più battute dal turismo, sono un vero e proprio concentrato di meraviglie di una terra che custodisce gelosamente i propri gioielli più segreti. Primo fra tutti Borgo Cunziria (64%), con la sua atmosfera teatrale d’altri tempi (città conceria, fu scenario dell’amore drammatico fra Turiddu e Lola, raccontato nel duello rusticano di Verga, set scelto da Franco Zeffirelli per la trasposizione cinematografica dell’opera). Al secondo posto San Mauro Castelverde (55%), nel Parco delle Madonie, vicino a Palermo. Poi due località in provincia di Messina, Rometta (con la sua bellissima chiesa bizantina di Santa Maria Cerei) e Roccavaldina (54%), celebre per il suo castello. E ancora due borghi storici – fra i più belli d’Italia – in provincia di Agrigento: Palazzo Acreide (47%) e Naro (46%).

LE TRADIZIONI – Fra le tradizioni più antiche sinonimo dei valori più veri di questa terra, i siciliani mettono al primo posto la cucina tipica e il cibo di strada (88%), seguita da feste/tradizioni religiose (72%), artigianato delle ceramiche (65%) e opera dei pupi (63%). Infatti, se chiediamo a un siciliano quali sono i mestieri più antichi che oggi possono essere riscoperti in chiave moderna e trasformati in progetti di vita lavorativa, al primo posto troviamo il puparo (65%), seguito dall’artigiano delle maioliche (57%), dal pescatore (52%), dal pastore (50%) e dall’agricoltore (49%).

LA CUCINA – Anche a tavola i siciliani ci fanno scoprire un’isola che sa andare oltre i due o tre piatti conosciuti in tutto il mondo. Esistono ricette note magari in una sola zona della Sicilia che i siciliani segnalano affinché non se ne perda traccia e memoria. Primo fra tutti lo sfincione palermitano, tipica focaccia con pomodoro e caciocavallo (67%), seguito dall’ormai quasi dimenticata granita ai gelsi neri (64%) e dalla pasta con i tenerumi (53%), una zuppa realizzata con gli spaghetti spezzati, la zucchina lunga siciliana e le sue foglie (i cosiddetti tenerumi). Seguono la pasta ‘ncasciata, al forno, resa celebre da alcune scene de “Il Commissario Montalbano” (52%), la stigghiola (51%), piatto povero palermitano realizzato con le budella di agnello e la pignolata (47%), dolce tipo messinese con una montagnola di pasta dolce fritta, poi ricoperta con una glassa di limone o cioccolato.

La fotografia che ne scaturisce evidenzia come sia sempre attuale la riscoperta della Sicilia e delle sue bellezze e come le tradizioni siano molto radicate nella popolazione. Il legame con la propria terra è molto forte ed è singolare come i Siciliani abbiano sempre desiderio di scoprire qualcosa in più su di essa. Birra Messina, che si ispira proprio alla Sicilia, viene considerata una portavoce dei valori di questa terra e come un elemento che ha contribuito alla crescita dell’interesse per questa terra“.

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