L’elettronica di Christophoros, tutta da ascoltare su Jaywork
Nonostante la pandemia, c’è grande vivacità nella scena musicale italiana e internazionale. E non solo durante grandi eventi “pop” come Sanremo. Ad esempio, l’italiana Jaywork Music Group, la realtà coordinata da Luca Peruzzi e Luca Facchini, sta collaborando con Christophe Dubois aka Christophoros, un artista attivo nell’ambito del sound elettronico che per una volta non vuol far ballare. Esiste anche sound creato con strumenti digitali o analogici creato per rilassarsi, pensare o semplicemente ascoltare. “La mia musica non è fatta per essere ballata. Regala atmosfera e relax. Parto sempre da musica solo strumentale e spesso passo notti intere solo a creare nuovi suoni con il synth”, racconta.
“Adoro Jean-Michel Jarre si da quando ero molto giovane, dalla prima volta in cui ho ascoltato ‘Oxygene’ ed ‘Equinoxe’. Un mio zio chitarrista mi fece scoprire il rock quando avevo solo 6 anni. E poi, ecco tanti altri artisti scoperti con mio cugino Vangelis, Genesis, Yes, Klaus Schulze, Tangerine Dream, Mike Oldfield… sono stato molto fortunato a crescere così!”, spiega Christòphoros. In realtà la fortuna è anche quella di può ascoltare la sua musica, così originale.
Come hai iniziato a collaborare con Jaywork Music Group?
Nel maggio 2021 ho completato il mio album “Greek Connection” e l’ho mandato a diverse label. Tramite Daniele Soriani ho conosciuto Luca Peruzzi di Jaywork, che ha ascoltato il disco e ha voluto pubblicarlo. Due mesi dopo avevo già un altro album pronto, non sono mai stato così prolifico come artista! 8 album in 6 mesi e ne ho iniziato un altro in questi giorni.
Dove vivi, quanti anni hai e come hai iniziato a fare musica?
Vivo tra Parigi ed il Nord della Francia, non lontano da Calais. Ho 48 anni e la musica è tutta la mia vita. Il primo vinile che ho comprato, a 4 anni, è stato “Equinoxe” di Jean-Michel Jarre Jarre. Ho iniziato ad appassionarmi ai sintetizzatori a 16 anni, nel 1990. Il primo è stato un piccolo Yamaha, poi è arrivato un Roland e dopo tanti altri.
La pandemia, secondo te, ha influenzato la scena musicale?
Certo, la pandemia ha creato un vero e proprio muro tra le persone. Non abbiamo più potuto vivere concerti per un sacco di tempo, non abbiamo potuto uscire per lunghi mesi. Il Covid ha fermato la vita. Spero che questa malattia arriverà ad estinguersi.