Libro Palamara, Ingroia: “Io e Palamara agli antipodi, lui è scivolato su buccia banana”
Secondo Luca Palamara io sarei scivolato ‘lentamente nel baratro’? Beh, per me il ‘baratro’ di cui parla Palamara è quello in cui è caduto lui, capro espiatorio di quel “Sistema” che lui continua a difendere, mentre per quel che mi riguarda sto molto meglio e in pace con me stesso e coerente con i miei ideali e principi fuori da quel “sistema” che ha cercato e cerca ancora di vendicarsi per i miei ripetuti “rifiuti” di piegarmi”. A parlare, in una intervista all’Adnkronos, è Antonio Ingroia, l’ex Procuratore aggiunto di Palermo, che commenta così le parole dedicate all’ex magistrato e oggi avvocato nel libro ‘Il Sistema’ scritto dal direttore de ‘Il Giornale’ Alessandro Sallusti con l’ex Presidente dell’Anm Luca Palamara, coinvolto nell’inchiesta di Perugia e, nel frattempo, radiato dall’ordine giudiziario. Nel libro Sallusti racconta, tra le altre vicende, anche l’episodio nel quale Ingroia, allora magistrato, intervenne in un dibattito contro la riforma della giustizia e attaccò duramente Berlusconi. Ma anche quando si definì ‘partigiano della Costituzione’ e quando si candidò a premier con ‘Rivoluzione civile’.
“L’unica cosa vera che dice Palamara – spiega ancora Ingroia – è quando riconosce oggi che il sistema lo ha utilizzato. E’ importante che a dire che sono stato progressivamente isolato e spinto fuori dallo Stato è chi ci stava dentro fino al collo, dentro quel sistema peggiore. Sono stato spinto fuori dal mio ruolo di magistrato perché sono andato contro il ‘sistema’. Io non me la sono certo cercata. Non ho mai arretrato di un passo e direi significativa è la conferma che un uomo del sistema come lui definisce una persona che va dritta per la sua strada come una che se l’è cercata”.
Per Ingroia è “come dire che bisogna cedere agli ‘accordicchi’ sottobanco alle ‘trattative’ e io sono sempre stato un uomo tutto di un pezzo. Tutto questo diventa “‘se l’è cercata”, come dice Palamara nel libro”.
Secondo Ingroia, Palamara “dice una sciocchezza sulla questione sul voto”. Nel libro l’ex Presidente Anm critica Ingroia e la sua scelta di candidarsi a premier. “Per lui sarà un lento baratro – dice Palamara all’Adnkronos – abbandonato prima dai colleghi, poi da chi lo aveva usato per fini politici e infine dall’opinione pubblica che non prenderà in considerazione il suo tentativo di entrare in politica nel 2013”. “lo rivendico come un risultato elettorale importante – replica a muso duro Ingroia – Riuscii in due mesi a raccogliere 800 mila voti. Fu un evento, certo non ci consentì di entrare in Parlamento, ma solo a causa di una legge elettorale poi dichiarata incostituzionale dalla Consulta”.
Poi, parlando dell’incontro di cui scrive Palamara nel libro, avvenuto a Palermo, dopo l’uscita pubblica di Ingroia in cui l’ex pm attacca Berlusconi, dice: “Non ricordo questo incontro ma è possibile, ricordo tutto al più un gelido colloquio telefonico, ma non un incontro personale. Però è possibile. Lui parla di una stretta di mano di maniera ma su posizioni distanti, certo perché all’epoca l’Anm invece di sostenere la nostra posizione e difendere la libertà di espressione, non lo fece. Ricordo che tanti magistrati prima di me, compreso Paolo Borsellino, lo fecero”.
E secondo Ingroia, Palamara “fa confusione su Napolitano”. Perché l’ex Presidente Anm scrive nel libro di Sallusti scrive: “Oggi lui (Ingroia ndr) sostiene che io sia andato in nome e per conto del Presidente Napolitano, ma ho agito in assoluta autonomia”. “Non facevo riferimento a un incontro in cui Palamara fu mandato da Napolitano – dice Ingroia – Palamara in questa presunta ‘trattativa’ contro l’indagine sulla trattativa Stato-mafia. Credo che faccia un po’ di confusione anche rispetto alle mie dichiarazioni”. Per il resto “il fatto che io mia sia intenzionalmente esposto al martirio è una sciocchezza, ho semplicemente tenuto il punto, come si doveva fare e andava fatto per un magistrato”.
Spiega anche: “E’ vero che ho subito una serie di isolamenti ma erano isolamenti dovuti al fatto che non mi spostavo di un millimetro dalla mia posizione e alla fine ho avuto ragione. Il processo per il quale venni isolato si è concluso comunque con la condanna degli imputati, seppure in primo grado. Rimane il fatto che era una indagine valida”. Non la prende bene neppure sulla critica sulla frase ‘partigiano della Costituzione’. Palamara dice all’Adnkronos che ha “reso ridicola l’opposizione che la magistratura stava facendo a Berlusconi”. “No, non c’era niente di ridicolo nel dichiararsi ‘partigiano della Costituzione’ di fronte all’aggressione dell’autonomia e indipendenza della magistratura”.
“Anche le valutazioni che fa Palamara di tutta questa vicenda – aggiunge Ingroia – è una ulteriore conferma dei due modi antitetici di interpretare il ruolo di magistrato che abbiamo avuto sempre io e Palamara, che era dentro a quel sistema contro il quale mi sono battuto”.
E aggiunge: “Palamara è dentro a quel sistema, ci stai a qualsiasi costo e a qualsiasi condizione accettando qualsiasi compromesso. E’ la conferma dei due modi opposti di interpretare il proprio ruolo”. E conclude: “Eravamo e siamo rimasti agli antipodi con Palamara, io e lui. Lui come simbolo di un certo mondo, ma ce ne sono tanti altri. Lui è uomo del sistema rimasto vittima del sistema. E molti sono stati protagonisti al suo pari, solo che lui è scivolato su una buccia di banana e altri sono stati più furbi…”. (Adnkronos)