L’impianto di compostaggio a Monforte? Ximone: “Torregrotta sarebbe la più penalizzata”
“Incompatibile dal punto di vista territoriale”. Questa la definizione della Giunta comunale di Torregrotta riguardo la paventata realizzazione dell’impianto di compostaggio di Monforte San Giorgio. Nelle cinque pagine della delibera dell’esecutivo viene argomentata la definizione con le valutazioni che indirizzano verso atti susseguenti a dire in ogni modo “No” e soltanto “No” motivati al progetto. E il sindaco Corrado Ximone mostra la convinzione della scelta con una lunga riflessione sui social. “Oggi sono soddisfatto – Scrive Ximone sulla sua pagina facebook – C’è voluta una settimana, ma alla fine oggi sono riuscito a sottoporre alla Giunta la proposta di delibera riguardante la realizzazione dell’impianto di compostaggio di Monforte San Giorgio per il trattamento della frazione umida dei rifiuti.
Sono stati giorni dedicati, in silenzio, alla ricerca dei provvedimenti che hanno preparato la strada alla determina con la quale il Presidente della SRR ha conferito l’incarico sia della redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica che dei successivi livelli progettuali.
Il difficile reperimento di tutti gli atti sul sito della SRR, integrato da notizie ricavate dai mezzi di stampa, ha dilatato a dismisura i tempi che avevo preventivato per l’odierna deliberazione.
Premesso che può essere condivisibile il principio per il quale è economicamente vantaggioso che la conclusione del ciclo dei rifiuti avvenga nei territori di produzione, ci si sarebbe atteso che “il recupero del ritardo sulla tabella di marcia” in materia di impianti pubblici per il trattamento dei rifiuti fosse realmente virtuoso, atteso che appare sganciato da criteri obiettivi ed univoci.
L’individuazione del sito di Monforte San Giorgio non tiene conto dell’incremento del livello di inquinamento di un territorio, a ridosso della Valle del Mela, carente dal punto di vista infrastrutturale e già sovraccarico, che rischia di vedere ulteriormente pregiudicate le condizioni di vivibilità e la sua vocazione turistico-balneare.
Il susseguirsi senza interruzioni dei vari comuni determina una naturale conurbazione e non v’è chi non comprenda che Torregrotta è la più penalizzata dalla scelta di Monforte San Giorgio e, se mai l’impianto dovesse essere realizzato, esso sorgerà a ridosso dell’abitato.
Essere stati graziati dal COVID non significa dovere poi morire a causa della grave crisi economica post-pandemia, acuita da una scelta iniqua che non tiene conto degli stessi criteri obiettivi che hanno fatto escludere la realizzazione di altri siti. In questo territorio Torregrotta sarebbe il terminale di un traffico che finirebbe per ingorgare ancora di più una Statale già congestionata e per vessare quel po’ di economia correlata con la fruizione del mare. Un territorio che vede lontana ed incerta la realizzazione dello svincolo autostradale che qualcuno insinua, nelle migliori delle ipotesi, essere subordinato alla preventiva soddisfazione di altri territori.
C’è bisogno che vengano fugati dubbi e timori, compreso quello che il sito di Monforte sia stato concepito con una capacità di gran lunga eccedente il nostro fabbisogno per ricevere anche i rifiuti che l’impianto di Mili non potrà accogliere. Questo è quanto dovrà verificare il legale che il Comune di Torregrotta incaricherà per fare valere le proprie ragioni nelle sedi opportune, non esclusa quella giudiziale”.