L’indagine, 8 italiani su 10 sottovalutano il dolore dei bambini
(Adnkronos) – Quasi 7 adulti su 10 si sentono annientati dal dolore, ma l’80% ignora che i bambini possono provare lo stesso dolore dei grandi e più di 1 su 4 pensa addirittura che la sofferenza sia un’esclusiva degli adulti. Sono i dati del cosiddetto ‘bias della bua’ (pregiudizio sul dolore dei piccoli) messo in luce da un’indagine demoscopica condotta da AstraRicerche per Zambon Italia. Così, mentre gli italiani sottovalutano quello dei bambini, quasi 4 adulti su 10 lamentano un dolore costante – almeno una volta a settimana – e si tratta – riferisce una nota – nel 68% dei casi di un malessere talmente forte da impedire di svolgere le più semplici attività quotidiane come lavorare (45%), pensare (38%) e muoversi (34%). A partire da questi dati, i pediatri italiani lanciano un appello per riconoscere e gestire in maniera consapevole il dolore dei più piccoli, rivolgendosi agli esperti e intervenendo, in caso di bisogno, con soluzioni adeguate all’età. "Pensare che i bambini non provino dolore – afferma Gianvincenzo Zuccotti, prorettore ai rapporti con le istituzioni sanitarie dell’università Statale di Milano e direttore del dipartimento di Pediatria dell’ospedale dei bambini Buzzi – è una falsa percezione molto diffusa. Infatti, l’esperienza ci mostra che purtroppo anche i più piccoli possono stare male, tanto quanto i più grandi. E’ un dolore da non sottovalutare da un lato perché i bambini possono avere difficoltà a spiegare l’entità e la tipologia del proprio malessere, dall’altro perché gli adulti, colti di sorpresa, possono farsi prendere dal panico e agire in modo irrazionale. In questo senso – aggiunge – è positivo il fatto che, in caso di dolore pediatrico, la prima mossa degli italiani sia quella di consultare il pediatra, ma allo stesso tempo, se la situazione lo richiede, è opportuno poter intervenire con farmaci specifici adatti all’età.” Secondo gli intervistati, le cause principali del dolore sono: stanchezza e poco sonno (37%), troppo tempo trascorso davanti a tv e schermi (25%), infortuni durante l’attività fisica (24%). Inoltre, secondo gli italiani, sarebbero all'origine del sintomo doloroso, quasi esclusivamente per i più piccoli, l'eccessivo uso di smartphone (23%) e social media (18%): solo pochi adulti (rispettivamente il 10% e l’8%) li collegano a una possibile causa di dolore. Ma come reagiscono gli italiani di fronte alla sofferenza dei bambini? Il sentimento prevalente è il dispiacere (40%), ma non di rado prendono il sopravvento anche ansia e preoccupazione (38%). “Quando il dolore colpisce gli adulti – spiega Zuccotti – si ricorre subito a un farmaco antidolorifico per ottenere un rapido sollievo e raramente si consulta il proprio medico; mentre quando il dolore investe i più piccoli – continua – la prima mossa è senza dubbio chiamare o chattare con il pediatra: lo fa circa 1 su 3 quando il bambino è fra 6 e gli 11 anni. E’ una scelta confortante, perché il pediatra è in grado di aiutare l’adulto ad individuare la possibile causa del malessere, suggerendo come intervenire a seconda del singolo caso” . Negli adulti – si legge nella nota – il dolore colpisce soprattutto la donna, tra i 35 e 44 anni, che convive con il partner in una città medio-piccola e si manifesta come mal di schiena. Proprio il dolore alla schiena è il malessere più frequente nel nostro Paese – con il 37% dei connazionali che è costretto ad affrontarlo settimanalmente – ma è il mal di testa quello che ha un maggiore impatto sulla quotidianità e impedisce di svolgere anche le più normali attività (31%). Stress (39%) e mancanza di sonno (34%) sono quindi considerati i principali responsabili dei dolori degli italiani, ma a incidere potrebbe essere anche il troppo tempo trascorso davanti agli schermi di pc e tablet (26%). Il sintomo è descritto come lancinante, tagliente e intenso come una pugnalata. Il dolore è vissuto così da quasi 4 italiani su 10, in particolare quando si prova mal di testa, ai denti e alla schiena. Si tratta- conclude la nota – di un’esperienza negativa a tutto tondo: da un lato colpisce la mente, provocando nervosismo (46%), stress e tensione (40%), dall’altro si ripercuote sul fisico, alimentando stanchezza e debolezza (45%). Si tratta dunque di un impatto notevole che però gli altri spesso minimizzano e non riconoscono, nel 37% dei casi, come davvero invalidante. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)