L’INTERVENTO/”Questione ACAVN: non si può mettere a rischio il diritto all’acqua”
di Santino Archimede*
“Assistiamo da qualche tempo al degradarsi della Politica, e della nostra classe politica dirigente, sempre più orientata all’opportunistica ricerca di una visibilità mediatica piuttosto che al rispetto dei doveri che l’onorificenza elettiva imporrebbe. Conosco, pur non avendo ruoli politici, i tristi fatti che riguardano il Consorzio Idrico Acavn e, da cittadino interessato alle sorti del comprensorio in cui vivo, non posso che esprimere il mio biasimo per i continui e reiterati atteggiamenti puerili di alcuni Sindaci e di rappresentanti politici che stanno seriamente mettendo a rischio il diritto all’acqua (più latamente inteso anche come servizio integrato e la sua sostenibilità economica) degli abitanti dei cinque comuni tirrenici.
Non credo sia utile, e non credo faccia servizio alla comunità, discutere su testate giornalistiche di conflitti politici tra Comuni allorché risultano, oggi come in passato, Sindaci che sulla scorta di “autoproclamate statuizioni giuridiche” continuano a non presentarsi in Assemblea per risolvere i problemi del Consorzio.
Era già successo con le reiterate assenze (ben 12) del rappresentante legale del Comune di Torregrotta e di altri comuni, continua oggi con la pretestuosa assenza dei Comuni di Venetico, Valdina e Spadafora.
Qualsiasi, sia o possa essere la ragione delle assenze dei Sindaci, essa non giustifica l’immobilismo da essi provocato assolutamente non in linea con l’esigenza di noi cittadini di essere bene amministrati.
I problemi, se vi sono, si discutono e si affrontano anche con la fondamentale assunzione di responsabilità in capo agli autori.
É impensabile, insostenibile che un consorzio come Acavn abbia una mostruosa mole di debiti di cui nessuno voglia discutere. Sarebbe certamente utile che le forze politiche dei comuni morosi provassero a verificare la sussistenza o meno nei propri bilanci comunali (addirittura approvati) delle somme per coprire i debiti sussistenti. E che una volta accertata la sussistenza ci si impegnasse a pagare quanto dovuto. Sarebbe opportuno che ogni forza politica accertasse, in apposite commissioni consiliari la responsabilità di tali debiti.
È fondamentale che la questione ACAVN, solo recentemente attenzionata dalla Regione Siciliana con l’emanazione di un decreto di nomina di un Commissario con poteri sostitutivi dei Sindaci (o organi competenti) sia sottoposta alla seria indagine della Corte dei Conti affinché, almeno questa volta, i debiti non siano pagati dai cittadini, o dai cittadini dei Comuni virtuosi.
Caro Direttore, fanno riflettere poi le parole dell’oneroso Commissario Regionale, che sarà pagato dai cittadini dei comuni responsabili, e quelle dei professionisti nominati dai Comuni, nelle quali si evidenzia che “il mancato pagamento da parte dei soci inadempienti, oltre a cagionare un evidente danno gestionale, ha comportato un altro danno per l’applicazione del regime di salvaguardia in relazione alle forniture elettriche”.
Forse, qualcuno piuttosto che preoccuparsi del luogo in cui si dovrebbero tenere le riunioni dell’Azienda Consortile dovrebbe preoccuparti di rendere pubbliche queste riunioni al fine di consentire alle migliaia di cittadini di capire il motivo di così frequenti disservizi ed elevati costi finanziari.
Forse, tuttavia, di tutto ciò non dovremmo meravigliarci posto che sempre più spesso le candidature elettorali vengono avallate piuttosto che sulla base di competenza e capacità, sulla base dell’accondiscendenza politica al “padrone politico” di turno. E ancor più chi potrebbe realmente incidere si piega a valutazioni mediocri con la consapevolezza di volgere allo sfascio di una società”.
* Avvocato, ex assessore Comune di Torregrotta