Maltempo, Confcooperative Romagna: “frutta mancherà, danno immenso ma stime tra 15 giorni”
(Adnkronos) – La produzione di frutta estiva come pesche, albicocche, ciliegie ma anche i pomodori e tanti altri prodotti orticoli mancheranno sulle tavole degli italiani e all'estero e non solo quest'anno anche nei prossimi 3-4 anni". A segnalare il "grave problema" nelle campagne allagate dall'alluvione che si è abbattuto nei giorni scorsi è il presidente di Confcooperative Romagna, Mauro Neri, intervistato dall'Adnkronos, in rappresentanza di 600 cooperative dall'agricoltura al sociale, dal consumo e ai servizi, sul territorio di Ravenna, Forlì-Cesena e di Rimini, in pratica la zona più colpita dall'alluvione. Ma i maggiori problemi vengono evidenziati per l'agroalimentare laddove in questa zona ci sono le più grande società cooperative italiane del settore, da Agrointesa a Faenza ad Orogel a Cesena e nel settore zootecnico il gruppo Amadori, solo per citarne alcune. "Il problema è che arriverà da noi e anche altrove, frutta dalla Spagna, Marocco, Turchia e rischiamo di perdere molti canali di esportazione. " rimarca Neri. "Una stima dei danni non è possibile farla adesso e comunque riguarda molte migliaia di ettari" sostiene Neri "bisogna entrare nei frutteti e lo potremo fare non prima di 15 giorni. Inoltre, i danni nel caso dei frutteti, andranno avanti per anni perché una volta che gli alberi saranno reimpiantati (o trapiantati se si riusciranno a salvare) non daranno frutti prima di 3, 4 anni". Inoltre, "la campagna del pomodoro è completamente azzerata" sostiene . Si tratta di un "danno immenso" afferma il responsabile Confcooperative Romagna evidenziando un altro problema. "C'è il rischio che i coltivatori abbandonino la terre visto che hanno investito di cifre considerevoli negli anni passati e sono piccoli coltivatori con poderi in media di 5-6 ettari, molti hanno un'età avanzata e si troveranno nella impossibilità di reinvestire. Il problema dell'abbandono delle campagne se ne porta dietro un altro: la mancanza di manutenzione del territorio in futuro". "Servirebbe azzerare i contributi sugli operai agricoli perché oggi noi andiamo a pagare i contributi sulle giornate eseguite 6 mesi addietro, a partire da novembre scorso" – spiega Neri – "In quei mesi il contadino ha fatto potare le piante, con lavori preparatori alla raccolta della frutta ma siccome la raccolta, ad esempio, delle pesche non ci sarà, dunque non venderà le pesche. Quindi, visto che abbiamo già pagato giustamente gli operai, chiediamo almeno di non pagare i contributi allo Stato su quelle giornate per attività di anticipazioni colturali". Una richiesta che sarà presentata all'incontro che segue al Cdm del governo con i rappresentanti degli imprenditori e dei lavoratori. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)