Medici isolani non valorizzati: “40 centesimi in più l’ora rispetto alla terraferma”. Pantelleria lancia il turismo sanitario inverso 

In questo momento di grande trasformazione della sanità italiana, se non cambia l’approccio culturale nei confronti delle isole minori e la visione dei bisogni reali dei pazienti e degli operatori sanitari, che ogni giorno affrontano difficoltà di ogni genere e si scontrano con carenze strutturali e gap tecnologici, i territori penalizzati dall’insularità continueranno a lamentare criticità ormai note da anni. Al contrario serve investire in micro sistemi sanitari con peculiarità, specifiche tutele e previsioni normative ed economiche. “Le isole minori sono un tema molto diffuso ma poco trattato – ha detto il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, intervenuto con un video messaggio al congresso nazionale dell’Anspi, associazione presieduta da Gianni Donigaglia, concluso oggi a Favignana, dove numerosi esperti si sono riuniti per scrivere una “Carta” in cui sintetizzare necessità e richieste da inviare a Parlamento e Governo – gli isolani dei 35 comuni presenti in Italia non devono essere considerati cittadini di serie B; attendiamo i suggerimenti che emergeranno dall’assise per mettere mano a Roma ad una riforma normativa e ad eventuali previsioni finanziarie, che ho già sollecitato al ministro della Salute Schillaci, anche alla luce della più generale carenza di personale sanitario”.  Un esempio di valorizzazione isolana è rappresentato dall’ambizioso progetto sul “turismo sanitario inverso”, lanciato dall’Asp Trapani: “L’idea è proporre l’ospedale di Pantelleria come centro chirurgico e post chirurgico per pazienti provenienti da fuori – spiega il direttore generale Ferdinando Croce – grazie ad un percorso che comprende valutazione della struttura, implementazione della telemedicina, collaborazione con compagnie aeree e strutture ricettive, offrendo pacchetti turistici non impegnativi dal punto di vista economico”. Sul punto anche l’intervento del dirigente medico UOS Chirurgia Generale P.O. di Pantelleria Massimo Chiarot: “L’obiettivo è ridurre lo stress del malato nel pre e post operatorio; è possibile anche prevedere la visita chirurgica e l’intervento ambulatoriale nel medesimo giorno, ma servirà una campagna di comunicazione ad hoc per fare comprendere agli utenti i benefici della scelta di farsi operare a Pantelleria”. Croce ha poi ribadito l’impegno della Carta di Favignana: “Entro il 31 ottobre trasmetteremo il documento che potrà arricchire e integrare una nuova proposta di legge sulle isole che sono minori, ma non piccole, invitando ad un rinnovamento già nella denominazione”. Medici e operatori sanitari che scelgono di andare a vivere e lavorare su un’isola continuano a non essere apprezzati: “Solo 40 centesimi in più all’ora per un medico di famiglia isolano come me – ha ricordato Angelo Casano, medico a Pantelleria e segretario provinciale Fimmg – l’Italia investe appena 7% del PIL in sanità, la Germania ad esempio circa il 12%, quasi il doppio: questo ha una ricaduta enorme nei territori marginalizzati”. Nella proposta dell’Anspi si parlerà però di incentivo non sulla prestazione ma sulla carriera per essere ancora più importante e significativo per il singolo lavoratore. Il presidente onorario dell’Anspi Antonino Scirè ha poi ricordato la possibilità di ridurre la quota ECM (i crediti dell’aggiornamento medico) per chi lavora nelle isole e ha difficoltà oggettive a seguire corsi di formazione. Il responsabile Coordinamento Interaziendale Pandemie Mario Minore ha ribadito l’imprescindibilità di un radicale cambio di passo nell’approccio alla sanità isolana: “Non basta prevedere più medici o infermieri, più strumenti o più servizi, bisogna modificare la visuale di tutti gli stakeholder verso una direzione territorio-centrica”. Per la direttrice segreteria tecnica Ancim, l’associazione nazionale comuni isole minori, Giannina Usai il disegno di legge quadro sulle isole minori “è assolutamente insufficiente. È previsto solo un articolo, noi invece chiediamo una legge approfondita e interamente dedicata alla sanità nelle isole minori e che sia collegata alla finanziaria”. Infine i sindaci di Lipari Riccardo Gullo e Favignana Francesco Forgione hanno ricordato le numerose “battaglie” portate avanti già dagli anni ‘90 per migliorare la rappresentanza delle isole minori nelle istituzioni nazionali e regionali: una su tutte, la creazione di un ufficio speciale per le isole minori in seno alla Regione Siciliana.

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