Medicina dello Sport protagonista a Welfair, la fiera del fare sanità
(Adnkronos) – È un periodo di grandi risultati sportivi per l’Italia. L’Italia Team ha salutato a Cracovia la terza edizione dei Giochi europei con 100 podi e 11 posizionamenti olimpici. Numeri mai raggiunti prima che si sommano a quelli resi pubblici ad inizio anno. Il 2022, infatti, è stato un anno da record: ben 219 medaglie conquistate nelle discipline olimpiche ai Campionati Europei e 102 nei Campionati Mondiali, nei quali l’Italia si colloca al 3° posto dietro Stati Uniti e Cina. Sono tanti gli ingredienti alla base di questi successi. La Salute degli atleti è, però, quello fondamentale: la conditio sine qua non per la preparazione ai massimi livelli.
Per rispondere alla domanda di salute specialistica richiesta dall’attività sportiva esiste l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del Coni, un centro di eccellenza che mette a disposizione degli atleti e dei cittadini l’esperienza di professionisti di fama internazionale, garantendo consulenze specialistiche e apparecchiature di ultima generazione. Il centro è inoltre accreditato e di riferimento per la Cardiologia dello Sport da parte della Società europea di cardiologia (Esc).
A questo orizzonte il Coni e ‘Welfair, la fiera del fare sanità’ dedicheranno un tavolo di approfondimento il 19 ottobre dalle 930 alle 11.40 nei locali della Fiera Roma. Al tavolo – si legge in una nota – parteciperanno, tra gli altri, Carlo Mornati Segretario generale del Coni, Marco Scorcu vicepresidente Federazione italiana medico sportiva – Fmsi e Giampiero Pastore responsabile dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport Coni.
“A mano a mano che ci addentriamo nel futuro – sottolinea Fabio Casasoli, Amministratore Unico di Fiera di Roma – capiamo che non esistono più tematiche singole ma grandi assi di trasformazione che richiedono la collaborazione e il confronto tra Istituzioni, scienza e società. Buoni stili di vita, economia, invecchiamento in salute, sviluppo e accesso alle tecnologie d’avanguardia: sono tutti elementi collegati. Il valore aggiunto di Welfair, oltre al suo format innovativo, è l’aver riportato nella Capitale un confronto su un tema, quello della sanità, che è essenziale, strategico e interconnesso alle grandi direttrici di marcia del presente. Roma è punto di incontro privilegiato tra il Governo, le grandi agenzie ed enti nazionali e le amministrazioni regionali dove progettare il futuro della sanità e della salute”. “Il format di Welfair – ribadisce l’organizzatore Claudio Lo Tufo – è l’incontro tra tutti gli attori della filiera della salute al fine di far nascere nuovi modelli di gestione e innovazione. Per questo ci definiamo la fiera del fare sanità”. L’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del Coni – prosegue la nota – si presta particolarmente bene a questa impostazione di confronto e multidisciplinarietà date le numerose collaborazioni con le Università italiane e la sua capacità di fare sintesi tra le specialità mediche e discipline sportive. L’Istituto rappresenta, infatti, l’unica struttura sanitaria e scientifica del Coni sul territorio nazionale che ha il compito istituzionale di tutelare lo stato di salute degli atleti di élite, di fornire alle Federazioni sportive nazionali le conoscenze scientifiche per il miglioramento delle prestazioni sportive in vista di impegni olimpici e di alto livello e di promuovere cultura sportiva volta al benessere dell’individuo.
L’impatto dell’Istituto non è circoscritto all’attività agonistica e le conoscenze specialistiche possono divenire strumento di prevenzione e buoni stili di vita per la l’intera popolazione. Lo sport è strumento di prevenzione e salute sul quale investire a livello nazionale e territoriale. Tuttavia, secondo i dati Istat – conclude la nota – solo il 26,3% degli italiani pratica sport a livello continuativo. La situazione è preoccupante soprattutto per i giovani, divenuti più sedentari dopo il Covid. Solo il 20 per cento delle persone superiori a 15 anni dedica 150 minuti alla settimana all’attività fisico-sportiva (in Svezia, per esempio, è il 60%). Molto importante sono la comunicazione e l’esempio: quasi 8 ragazzi su 10 praticano sport quando entrambi i genitori hanno abitudine alla pratica sportiva, contro poco più di 3 ragazzi su 10 quando entrambi i genitori sono non praticanti. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)