Medicina, l’impegno per la chirurgia robotica dell’urologo Antonio Iannello. Eccellenza di Torregrotta

Oggi più che mai sappiamo bene quanto siano importanti la sanità e gli investimenti a essa legati, le innovazioni e le abilità dei medici che giornalmente si impegnano e danno il massimo per salvare vite e donare un sorriso. L‘urologo Antonio Iannello è tra i medici che si distinguono, quelli che si impegnano sempre più e provano a rilanciare il nome della buona sanità nella propria terra, la Sicilia. Originario di Monforte San Giorgio, e cresciuto a Torregrotta, Iannello opera da tempo nel campo dell’urologia, dove è molto apprezzato, e ha già ricevuto diversi incarichi professionali sia in Italia che in Europa. Dopo diverse esperienze lavorative  maturate fuori dalla Sicilia, il dott. Iannello è rientrato in Sicilia e nello specifico a Messina, dove dirige l’UOSD di Urologia dell’Irccs-Bonino Pulejo e, grazie all’ausilio del robot Da Vinci XI, si è distinto per delle importanti e nuove operazioni.

La chirurgia robotica sembra rappresentare oggi una sicurezza e continua a centrare obiettivi sempre più grandi. Quali gli ultimi innovativi interventi?

“Per quel che concerne gli ultimi interventi trattasi di cistectomia radicale robotica e derivazione urinaria ortotopica cioè asportazione di vescica, prostata e linfonodi addominali e ricostruzione di una vescica utilizzando un tratto di intestino, tutto in maniera intracorporea con una piccola cicatrice di 4-5cm. Un intervento ormai standardizzato ma appannaggio in centri di eccellenza che richiedono notevole esperienza in quanto trattasi di un intervento alquanto complesso sia per il paziente che per il chirurgo che effettua l’intervento“

Quali vantaggi si hanno grazie all’ausilio della robotica in medicina?

“La chirurgia robotica non è altro che una forma più avanzata e più evoluta della laparoscopia. A differenza della chirurgia cosiddetta classica a cielo aperto, è un intervento mini invasivo e viene eseguito attraverso strumenti chirurgici che entrano nel corpo del paziente per mezzo di alcuni “trocar” piccoli tubicini cavi, previe piccole incisioni addominali di 8-10 mm. Il chirurgo controlla il “Robot Da Vinci” seduto davanti ad una consolle; le mani sono collegate a degli anelli “ joystick “ che trasmettono e comandano il movimento dei bracci robotici dentro i quali vengono inseriti gli strumenti operativi, chiamato polsi ruotanti o Endowrist, che consentono di raggiungere luoghi del corpo umano difficili, incidere e suturare con precisione. Il sistema robotico “Da Vinci” include poi una telecamera doppia che permette al chirurgo una visione tridimensionale, profonda e ad alta definizione del campo operatorio, ed una visione ingrandita di 10-15 volte. Il tremore naturale delle mani viene eliminato da un filtro elettronico che assicura un controllo degli strumenti, stabile e sicuro. Grazie a particolari articolazioni meccaniche le braccia robotiche possono ruotare di 360 gradi, essere mosse in sette direzioni e con 90 gradi di articolazione; movimenti impossibili dalla comune articolazione della mano nella chirurgia a cielo aperto. Non ultimo come importanza, il robot Da Vinci riproduce i movimenti del chirurgo con una manovrabilità estremamente accurata e millimetrica, soprattutto durante i passaggi più delicati. Tutto ciò consente al chirurgo di eseguire l’intervento con una accuratezza significativamente superiore a quello della chirurgia a cielo aperto, perché tanto più la tecnica sarà precisa ed accurata e tanto più io chirurgo, potrò essere preciso e accurato nel dissecare, nel tagliare e nel ricostruire, con una serie di benefici per il paziente”.

Quanto è importante raggiungere obiettivi così importanti nella propria terra dopo tante esperienze fatte fuori dalla Sicilia, e quali sono i prossimi?

“L’urologia presso l’Irccs di Messina è nata nel 2018 dal niente, c’era solo il robot Da Vinci. Con la mia esperienza robotica maturata in oltre 10 anni presso l’ospedale “San Giovanni” di Roma, e grazie all’entusiasmo dei ragazzi della sala operatoria, degli anestesisti e dei colleghi urologi è stata costruita un equipe in grado di effettuare interventi all’avanguardia, il tutto spronato e incentivato dal Direttore Generale Dr. Barone e voluto dal Direttore Scientifico Prof. Bramanti, che si è tatuato sulla propria pelle questa sfida insieme a me. Il mio obiettivo in atto è quello di far divenire una piccola divisione di urologia (6 posti letto,3 urologi, 8 infermieri e 5 operatori sanitari) in un centro di riferimento e di eccellenza per la Sicilia, per cui il mio obiettivo o sogno che dir si voglia è quello di rimanere nella mia terra, ma il mio contratto scade a settembre 2021 quando potrei anche tornare definitivamente a Roma. Con la speranza è che i sogni non muoiano all’alba…” (Serena Sframeli)

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