Messina, allarme chiusura degli sportelli Punto Unico di Accesso dell’Asp. Coro unanime: “Non smantelliamo le strutture”

Allarme da parte dei lavoratori PUA, delle forze Sindacali e del Comitato Consultivo dell’ASP di Messina a causa della chiusura degli sportelli PUA (Punto Unico di Accesso) per le prestazioni socio-sanitarie. Un servizio che dovrebbe essere essenziale, continuativo e di supporto per determinate fasce di utenza, in quanto si rivolge a persone che hanno problemi di natura sociosanitaria complessa. Con l’amaro in bocca, i professionisti impiegati nei vari distretti ASP di Messina si vedono pertanto obbligati a rendere note le loro condizioni non riuscendo a spiegarsi, peraltro, le motivazioni per cui questo servizio non riesce ad avere una sua naturale prosecuzione nel tempo. In Sicilia, il PUA è attualmente presente nelle ASP di Palermo, Catania e Siracusa. Nell’ASP di Messina, prima della sua chiusura, gli sportelli PUA erano stati collocati in tutti i Distretti Sanitari (Taormina, Sant’Alessio, Milazzo, Lipari, Barcellona P.G., Patti, S. Agata di Militello, Tortorici, Mistretta e S. Stefano di Camastra, Messina Nord e Messina Sud). Il personale PUA era stato opportunamente formato e preso in carico con contratto libero professionale, ai sensi dell’art. 7, comma 6, del D.L. vo 165/2001 e s.m.i., per l’attività di collaborazione nell’ambito dei rimodulati Progetti PSN 2.1/2011 “Accesso Unico al sistema delle prestazioni socio sanitarie (PUA) e PSN 2.6/2013 “Potenziamento dello sviluppo del Modello Chronic Care Model”. Tale personale era composto da Assistenti Sociali e Operatori Informatici reclutati la prima volta con procedura selettiva comparativa per titoli e colloquio. Il servizio era stato avviato dall’ ASP di Messina nel luglio 2019, in ritardo rispetto alle altre province siciliane, all’inizio per soli sei mesi, ma poi prorogati per tutto il 2020. Nel gennaio 2021 il servizio viene sospeso per la prima volta. Nel Maggio 2021 (cioè dopo solo quattro mesi) è stata bandita una nuova procedura selettiva comparativa per titoli, sempre con incarico libero professionale, per il reclutamento di 14 Assistenti Sociali affiancati da 14 Operatori informatici. Rimasti alla fine soltanto 8 Assistenti Sociali e 12 Operatori Informatici, il servizio riprende, con la relativa mole di pratiche arretrate che intanto si accumulavano, dal 21 febbraio 2022 e per soli 6 mesi a 24 ore settimanali, successivamente prorogati di mese in mese. Dal 21 ottobre, il rinnovo del contratto subisce un rilevante dimezzamento orario e da 24 ore si passa così a 12 ore settimanali. La paga oraria degli Assistenti Sociali è di circa 12€ lorde, mentre per gli operatori informatici è di circa 11,50€ lorde, praticamente sottopagati, senza contare importanti costi a carico degli stessi per lo spostamento quotidiano in provincia con sacrifici enormi gravanti sul bilancio familiare, specialmente per chi ha famiglia e figli. Il 31 gennaio 2023 il servizio PUA dell’ASP di Messina viene nuovamente sospeso, a dire dei vertici aziendali per mancanza di fondi. Il personale PUA di tutte le altre ASP siciliane ha un contratto a tempo determinato, mentre l’ASP di Messina non lo ha nemmeno inserito in pianta organica, rendendolo il fanalino di coda dell’isola! Insomma, questo importantissimo servizio nella nostra provincia non riesce proprio ad attecchire. Per sopperire alla carenza generale di personale, peraltro, in tutti i Distretti Sanitari, il personale PUA veniva impiegato anche per effettuare pratiche legate ai LEA, tra i quali cambio medico di famiglia, rinnovo patenti, rinnovo del porto d’armi, etc. dando un enorme contributo lavorativo per il soddisfacimento dei bisogni dell’utenza. I lavoratori, il 28 novembre 2022, hanno organizzato una tavola rotonda invitando tutti i Deputati Regionali di Messina e provincia e le tre più importanti sigle sindacali, rappresentati dal Dott. Antonio Trino Segretario Generale CGIL FP, la Dott.ssa Giovanna Bicchieri Segretario Generale CISL FP e il Dott. Runci Carmelo componente Segreteria Generale UIL FPL e gli organi di stampa, per lanciare l’allarme sull’imminente chiusura del servizio. In quella sede hanno risposto con la loro presenza soltanto due dei Deputati Regionali, l’On. Antonio De Luca e l’On. Calogero Leanza. Un particolare interesse nella vicenda lo hanno avuto i deputati più giovani e in modo particolare il Deputato Regionale On. Alessandro De Leo, che nel corso di un intervento in aula all’ARS la scorsa settimana, ha sposato la causa dei PUA evidenziando con rammarico il problema e la sua reale preoccupazione per l’interruzione del servizio. Di pari rilievo l’intervento, nelle ultime settimane, del Deputato Regionale On. Calogero Leanza che ha proposto un emendamento approvato in prima battuta in Commissione Sanità, ove si chiedeva l’impegno della somma di 800.000 € validi a permettere la proroga del contratto ai lavoratori PUA a con orario pieno a 36 ore settimanali e fino al 31 dicembre2023. I vertici ASP, in un tavolo tecnico tenutosi con i sindacati il 18/01/2023, si erano infatti impegnati a prorogare il servizio fino al 31 dicembre 2023 se si fossero trovati i fondi necessari, richiamando in servizio immediatamente il personale in carica al 31 di gennaio 2023. Purtroppo, in Commissione Bilancio, quest’emendamento è stato clamorosamente stralciato. Ma i lavoratori dei Punti Unici di Accesso, in sinergia con i sindacati di FPCGIL CISL FP UIL FPL, il Presidente del Comitato Consultivo Asp di Messina dott. Antonio Giardina non si fermano qui e, per evitare lo smantellamento di questo importantissimo servizio, chiederanno un incontro a Palermo a breve termine con l’Assessore Regionale alla Salute Giovanna Volo, poiché non hanno trovato risposte presso i vertici ASP di Messina. I lavoratori PUA mettono quindi nelle mani della massima autorità sanitaria della Regione il compito di trovare una pronta soluzione per evitare l’interruzione del servizio e per far sì che ci sia una continuazione del rapporto di lavoro in ASP, che per molti di questi lavoratori rappresenta l’unica fonte di reddito. Cos’è il PUA Il Punto Unico di Accesso (PUA), attivo in tutte le Aziende Sanitarie nazionali e regionali d’Italia, nasce tra l’integrazione A.S.P. e Comune di riferimento ed è un servizio che ha la finalità di accogliere e facilitare il primo accesso dei cittadini. È stato istituito con legge-quadro n° 328/2000, per facilitare e semplificare l’accesso agli utenti ai servizi socio-sanitari, e migliorare così la gestione della domanda di salute delle fasce di popolazione più fragili (disabili gravissimi, malati cronici, malati terminali). Molteplici sono le sue funzioni: partendo dall’ascolto delle richieste dell’utenza, i professionisti impegnati nel servizio PUA, hanno il compito d’informare su come accedere facilmente alle prestazioni sanitarie (ADI, IP, FKT, ADI Palliativa, Disabilità gravissima) necessarie alla loro condizione e sulle modalità di accesso alle prestazioni offerte dall’Asp, con uno sportello dove i soggetti fragili ed i relativi caregiver vengono aiutati a capire i loro reali bisogni. Questa funzione è importantissima, come lo è quella di avviare l’iter burocratico, spesso troppo complicato per gli utenti che hanno urgente bisogno di cure. Ogni cittadino ci si può rivolgere per ottenere qualsiasi informazione relativa ai servizi socio-sanitari, alle prestazioni erogate alle modalità e dai tempi di accesso. Per quanto riguarda l’assetto organizzativo, il PUA è articolato in due livelli di operatività, ognuno con proprie funzioni e ruoli definiti ma fortemente integrati tra loro: • Front-office: accoglienza dell’utenza, orientamento e gestione della domanda, eventuale attivazione diretta di prestazioni in risposta ai bisogni semplici, (ovvero l’erogazione di prestazioni sanitarie e/o sociali che non richiedano una valutazione multidimensionale), analisi preliminare del bisogno ed avvio del percorso assistenziale, anche nel caso di bisogni complessi, intendendosi per essi l’erogazione di prestazioni integrate socio-sanitarie che prevedono la valutazione multidimensionale ed il coinvolgimento dell’UVM, la quale, previa individuazione del case manager, provvederà alla redazione del PAI (piano di Assistenza Individuale) ed alla conseguente gestione realizzazione monitoraggio e valutazione del progetto personalizzato. • Back-office: per procedure di registrazione dei bisogni espressi; elaborazione procedure di registrazione della risposta alla domanda sociale rilevata; elaborazione di protocolli operativi integrati; elaborazione della modulistica; coordinamento della rete; mappatura delle risorse del territorio; elaborazione report quanti/qualitativi della domanda e dell’offerta. Il PNRR dice: “l’emergenza pandemica ha evidenziato con chiarezza la necessità di rafforzare la capacità del SSN e di fornire adeguati servizi sul territorio. Il progetto di realizzare la Casa della Comunità consente di potenziare e riorganizzare i servizi offerti sul territorio migliorandone la qualità. La casa di Comunità diventerà lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici. Nella Casa della Comunità sarà presente il Punto Unico di Accesso alle prestazioni sanitarie. Sarà una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialisti, infermieri di comunità ed altri professionisti della salute. La presenza degli Assistenti sociali rafforzerà il ruolo dei servizi sociali territoriali nonché una maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale. Il Punto Unico di Accesso sarà un servizio essenziale per le valutazioni multidimensionali (servizi socio-sanitari) e i servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e e dei nuclei familiari secondo un approccio di medicina di genere. Saranno servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziane e fragili. Il potenziamento dei servizi domiciliari è un obiettivo fondamentale, mirando ad aumentare il volume delle prestazioni in assistenza domiciliare entro la metà del 2026 e si rivolge in particolare ai pazienti di età superiore ai 65 anni con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti. Inoltre l’investimento della Casa della Comunità mira a: • Identificare un modello condiviso per l’erogazione delle cure domiciliari che sfrutti al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (come la telemedicina, la domotica, la digitalizzazione) • Realizzare presso ogni Azienda Sanitaria Locale (ASL) un sistema informativo in grado di rilevare dati clinici in tempo reale; • Attivare 602 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari i servizi domiciliari con altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza; • Utilizzare la telemedicina per supportare al meglio i pazienti con malattie croniche. Verranno attivati anche gli Ospedali di Comunità, ovvero una struttura sanitaria della rete territoriale a ricovero breve e destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media /bassa intensità clinica e per degenze di breve durata, dotata di 20 posti letto (fino ad un massimo di 40 posti letto) per evitare accessi impropri presso i pronto soccorso ed altre strutture di ricovero”.

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