Messina, report povertà Caritas Diocesana. Padre Nino Basile:”Prendere coscienza dello straordinario compito che viene delegato all’ascolto”
Crisi economica, spopolamento del territorio, pandemia, volontariato in rete, questi i temi della 10° edizione del Report Povertà della Caritas Diocesana di cui è responsabile Padre Nino Basile. “La pandemia ci ha posto davanti inediti cambiamenti – si legge nel report – Ciò che sembrava acquisito in termini di protezione sociale e sicurezza sanitaria ha subito l’irrompersi di nuovi interrogativi, nuove questioni sociali a seguito dell’aumento delle disuguaglianze e delle differenze territoriali, in termini non solo sanitari, ma di organizzazione della società. Ci siamo confrontati sui territori provando ad agire in risposta ad un evento epocale destinato a cambiare ogni nostro paradigma. Con l’irrompere delle restrizioni e delle limitazioni dovute al distanziamento fisico, diventato distanziamento sociale, abbiamo vissuto mesi segnati da un’emergenza continua, segnata da un profondo scollamento tra cittadini. Una condizione che ha spiazzato tutto quel variegato mondo di società civile organizzata che davanti allo shock subito non ha mancato di innescare nuove visioni e immaginare una possibile via di uscita, tenendo conto delle incognite sanitarie e delle scelte contingenti da parte dei governi.
Come per tutti, anche l’attività dell’Osservatorio ha patito ripercussioni che hanno condizionato il proprio lavoro di analisi e studio delle povertà e delle risorse che ci circondano, fino a condizionare anche la stesura di questo Report. La situazione di grave emergenza sanitaria vissuta nel 2020 con
la chiusura o la sospensione di parecchi CdA, la trasformazione di numerosi altri servizi per fronteggiare le mutate necessità, il necessario ritorno a strumenti di assistenza emergenziale ha certamente condizionato ed in alcuni casi impedito, la raccolta di informazioni e dati. Allo stesso tempo è in atto un processo di trasformazione dell’Osservatorio che da Equipe interna alla sola Caritas diocesana si sta dando un profilo sempre più aperto ed inclusivo. In questa direzione va la partecipazione di referenti della Comunità di Sant’Egidio e dell’Azione Cattolica, come anche la strutturata collaborazione con l’Università di Messina ed il suo Dipartimento SCIPOG.
Nelle pagine che seguono, come ogni anno, la prima parte del Report è dedicata all’analisi del contesto utile a darci l’istantanea della situazione socio- economica e demografica del territorio, la distribuzione della popolazione e dei principali fattori che determinano la qualità della vita della
popolazione messinese. Le statistiche presentate nel Report sono state curate quest’anno dalla professoressa Domenica Farinella così come il dossier sull’economia territoriale porta la firma del professore Michele Limosani. Nei contributi emerge come l’ampia provincia di Messina risenta dello
spopolamento dei piccoli centri, del declino demografico in atto da decenni, della difficoltà del tessuto economico e dell’impresa e l’assottigliamento dei redditi in una sorta di polarizzazione tra una componente ricca ed una sempre più povera. In particolare nel contributo del professore Limosani viene fotografata la perdita di reddito durante il lockdown per categorie; su tutte la piccola impresa e le attività commerciali e della ricezione e ristorazione. Non mancano i richiami alle responsabilità della politica e della programmazione alla base del ritardo economico e infrastrutturale del comprensorio metropolitano.
Nella seconda parte troviamo la narrazione di una varietà di interventi che vedono l’incontro con i poveri al centro dell’azione della Caritas. Nel presentare questo Report 2020/2021 dal titolo “Tessere (di) Comunità, oltre le distanze per vivere con responsabilità questo tempo” il Direttore
padre Nino Basile, ci ha voluto dare un’immagine preziosa che connota questo spazio: l’immagine evangelica dell’incontro. Nel fare questo, l’invito a prendere coscienza dello straordinario compito che viene delegato all’ascolto, fatto con cuore e apertura verso l’altro. Un ascolto fortemente
ridimensionato dall’emergenza pandemica, ma che ha lasciato spazio ai volontari e agli operatori di carità di trovare ciascuno la soluzione migliore per non dimenticare nessuno.
Sull’impegno dei Centri di Ascolto torna puntuale il resoconto dei dati raccolti tramite la piattaforma OspoWeb, i cui dati sono stati elaborati e ricondotti alla dimensione di rete tra Caritas, Comunità di Sant’Egidio e Comitato di Messina della Croce Rossa Italiana. L’inserimento dei dati raccolti ha permesso di monitorare gli interventi messi in campo proprio nei diciotto mesi più critici della pandemia, con l’aggiornamento dei dati al 30 giugno 2021. I dati raccolti dal Centro d’Ascolto diocesano dimostrano come il cambiamento imposto dalla pandemia si sia riflettuto sugli interventi posti in essere per andare incontro ai bisogni delle persone ascoltate. Non sono mancati percorsi dedicati a capire come meglio muoversi, incontri e riflessioni per non lasciare indietro nessuno, nelle necessità materiali, ma soprattutto esistenziali. Chi per la perdita improvvisa del sostentamento personale a seguito della perdita del lavoro, chi pur godendo di un tenore di vita dignitoso come gli anziani pensionati ha avvertito il bisogno di vicinanza e conforto anche
attraverso i servizi di ascolto offerti tramite telefono. Nel Report è contenuta una panoramica di attività che molti Parroci e CdA hanno messo in piedi in
particolare nei mesi di lockdown. Molti di questi servizi e attività possono essere viste non solo come la risposta straordinaria ad una situazione straordinaria, ma anche come il tentativo di rivedere il proprio modo di affrontare le emergenze e le povertà. Tutto questo ha comunque prodotto una serie di iniziative che, seppur limitate nelle risorse e nell’arco temporale, hanno rassicurato una parte di popolazione lasciata alla deriva. Mentre i sussidi statali sono stati percepiti da chi un lavoro lo aveva, da chi era nelle possibilità di dimostrare la perdita del proprio potere economico e agio precedente alla pandemia, molti sono rimasti tagliati fuori rispetto a forme di sussidio straordinarie.
Vasto spazio è dato ai progetti finanziati dal Fondo 8xmille alla Chiesa Cattolica portati avanti nel corso dell’ultimo biennio: “Teatrali, percorsi di integrazione e libertà” realizzato principalmente in Carcere, il progetto “Housing first” rivolto a persone senza dimora ed il progetto “Lavoro è Dignità”.
In particolare è stato trattato diffusamente quest’ultimo progetto e le sue ricadute al termine del secondo anno di interventi a sostegno dell’inserimento lavorativo e della formazione professionale. Non sono mancate le difficoltà determinate dall’emergenza sanitaria e le incognite rispetto all’evolversi della stessa durante l’esperienza dei progetti. Difficoltà gestite con grande attenzione dalle Equipe progettuali, chiamate in molti casi a riallacciare rapporti avviati prima del lockdown, ridefinendo in corso d’opera alcuni percorsi ipotizzati e garantire, seppur nel rispetto del distanziamento fisico, la cura e l’accompagnamento dei destinatari. Non si tratta solo di resoconti sui risultati, ma della narrazione delle dimensioni soggettive che le persone coinvolte nei progetti hanno vissuto attraversando un processo di accompagnamento.
Infine nella terza parte del Report diamo spazio ad una serie di approfondimenti e riflessioni che fanno da sfondo a tutte le attività raccontate in precedenza e che quindi aiutano a maneggiare nuove chiavi di lettura sui bisogni e sulle fragilità incontrate. Più volte nell’ambito ecclesiale e
pastorale si è cercato di praticare quello sforzo comunitario per andare incontro alle nuove situazioni, anche per mettere in discussione le attività ordinarie e gli interventi assistenziali e di supporto alle persone più esposte. Anche in questo caso l’attenzione ai poveri ha richiesto un
cambio di visione collettiva, un sussulto di immaginazione per trovare quelle risposte utili anche a guardare al dopo pandemia.
Nell’anno in cui la Caritas italiana celebra il 50mo dalla nascita torna dirompente il ruolo di pungolo della comunità cristiana rispetto alle scelte politiche e alla destinazione di aiuti alle fasce più povere, ricordando come la Caritas non sia un ente benefico a ispirazione cattolica, ma un “pezzo” della comunità cristiana di cui non si può fare a meno, perché senza testimonianza della carità non vi è Chiesa. A ricordarcelo è padre Giacomo Costa sj, direttore di Aggiornamenti Sociali, che nel numero di settembre 2021 ci offre una sua riflessione sul ruolo della Caritas e lo stile con cui animare le comunità, nella consapevolezza che occorre una nuova dimensione su curi caratterizzare la presenza delle Caritas diocesane sui territori. Segue una interessante riflessione sociologica della professoressa Domenica Farinella circa le ripercussioni che la pandemia sta causando sulle nostre vite.
Nell’ambito delle riflessioni pastorali ed ecclesiali inoltre sono due i contributi che il Report presenta anche in un’ottica di lettura sapienziale del tempo che stiamo vivendo, delle conseguenze sul piano sociale e il monito perché “dentro” questo tempo ciascuno possa fare la propria parte. E’
di questo tenore il contributo del professore Alberto Randazzo, il quale, nella sua veste di Presidente di Azione Cattolica diocesana, ci invita a vedere attraverso le Scritture le soluzioni da intraprendere nel contesto storico in cui viviamo anche e soprattutto nella prova del Covid 19. L’altro contributo,
sviluppato in una chiave di analisi regionale, è quello di don Sergio Siracusano, Direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro e Direttore regionale dello stesso Ufficio della CESI. Nel testo emerge il lavoro di questi anni, realizzato dal Progetto Policoro diocesano, attraverso una
puntuale lettura del territorio e il collegamento con progetti nazionali che hanno permesso a diverse realtà del lavoro di essere coinvolte in esperienze di formazione e di rete. Siamo alla vigilia della Settimana Sociale dei cattolici italiani che si terrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021. Siamo tutti chiamati ad approfondire gli atti che usciranno fuori da questo importante appuntamento perché questa occasione non cada nel vuoto ma sia foriera di importanti cambiamenti nei territori, ad iniziare da un maggiore coinvolgimento dei cattolici nelle dinamiche delle città e delle comunità cristiane”.