Milazzo inserita dall’assessorato regionale ai Beni Culturali nella rete siciliana degli Ecomusei
L’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà, ha firmato il decreto che riconosce l’Ecomuseo “Chersoneso D’Oro” della città di Milazzo. Proposto, in accordo alla Legge Regionale del luglio 2014 che istituisce gli Ecomusei della Sicilia, dall’Associazione MENADI’ che ha curato la fase preliminare del progetto “Ecomuseo per Milazzo” e condiviso dalla Giunta Comunale di Milazzo nel febbraio 2021 con la sottoscrizione del protocollo d’ intesa, l’Ecomuseo è una forma museale, mirante a conservare, comunicare e rinnovare l’identità culturale di una comunità.
“L’ Ecomuseo di Milazzo – spiega il sindaco Pippo Midili – va ad aggiungersi ai tredici già autorizzati in tutto il territorio regionale e rappresenta la prima realtà dell’Area Metropolitana di Messina e rappresenta sicuramente un segnale importante di come, partendo dai territori e dalle comunità, sia possibile prendersi cura di un territorio attraverso un progetto condiviso e integrato di tutela, valorizzazione, manutenzione e produzione di cultura di un territorio connotato da peculiarità storiche, culturali, materiali ed immateriali, paesistiche ed ambientali”. “Il riconoscimento istituzionale è solo l’ inizio di un percorso che vedrà protagonisti i cittadini attraverso le associazioni e la partecipazione attiva rivolta alla valorizzazione del territorio – aggiunge l’assessore Antonio Nicosia, titolare proprio della specifica delega “Ecomuseo” -. Un percorso nel quale ha creduto il sindaco Midili che ha inserito nel programma di governo il “Turismo Sostenibile”, ovvero l’attività turistica non come fattore di depauperamento del territorio e delle sue ricchezze artistiche, paesaggistiche e naturali ma invece strumento importante per raggiungere uno sviluppo socio-economico stabile e riconosciuto. Abbiamo lavorato due anni, superando con soddisfazione le valutazioni della Soprintendenza di Messina prima e dell’ Assessorato Regionale ai beni culturali dopo”. L’Ecomuseo nasce da una intesa che il Comune di Milazzo ha sottoscritto con l’associazione “Menadì”, rappresentata da Riccardo Giambò. Esso sostanzialmente è un “patto con il quale la comunità si impegna a prendersi cura del proprio territorio attraverso la promozione di un progetto condiviso”. Un lavoro che a Milazzo l’associazione ha avviato nel 2016, ma che ha visto come antesignano nel 2013 il giovane architetto Francesco Salamone, che ebbe l’intuizione dell’importanza del Turismo esperienziale, elaborando un progetto su Vaccarella. Proprio con lui un gruppo di cittadini (che in seguito saranno lo zoccolo duro del gruppo Fare Milazzo) hanno lanciato l’iter per l’Ecomuseo. Una idea condivisa da SiciliAntica e Storia Patria, che hanno iniziato una collaborazione per l’individuazione di percorsi, storie e leggende necessarie per l’esaltazione del territorio. Il floral design Carmelo Antonuccio ha portato le opportunità della Piana con i suoi tesori perfettamente elaborati ed inseriti nei percorsi, mentre il mare e le sue bellezze sono state esaltate dalla collaborazione con Blunauta e il biologo Mauro Alioto. A credere nel progetto anche il presidente dell’Area marina, Giovanni Mangano. E col passar del tempo si sono uniti il cantastorie Nino Pracanica con la consorte Gina Privitera, che metteranno in scena la leggenda di Polifemo, il biologo Carmelo Isgrò che ha trasformato in una splendida realtà il MuMa, oggi pezzo di prestigio nel percorso. «Questo è l’Ecomuseo “Chersoneso d’Oro” – spiega Giambò – e oggi grazie all’Amministrazione e alla Regione il percorso sarà in discesa. Un grazie all’assessore Nicosia che ci ha permesso di definire questo protocollo”. A coordinare l’Ecomuseo, Mario Sfameni.