Milazzo, suicida agente della polizia penitenziaria a Barcellona. Capece:”Dramma senza attenzioni”
Un dramma che sconvolge una famiglia, una comunità, e porta a ribalta una problematica nazionale. Un agente 55enne di polizia penitenziaria di Milazzo, in servizio al carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, si è tolto la vita e, come ricostruito dal sindacato Sappe “si trovava in malattia da circa un anno dopo essere stato aggredito da un detenuto durante il servizio”. E poi da poco aveva avuto pure il Covid. In servizio per tanti anni alla Centrale Operativa Regionale Polizia Penitenziaria di Messina, era poi stato trasferito a Barcellona a seguito della chiusura delle centrali operative. E sulla vicenda é intervenuto il segretario generale del sindacato Sappe, Donato Capece, ricordando “come quello dei poliziotti penitenziari suicidi è un dramma che va avanti da tempo senza segnali di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria: “Tre sono stati i suicidi nelle fila del Corpo da inizio anno, la media di uno al mese! Lo scorso anno 2021 furono 5,6 nel 2020 ed erano stati 11 nel 2019. I numeri dei suicidi nelle file del Corpo di Polizia Penitenziaria sono allarmanti. Dal 1997 ad oggi, i suicidi sono stati ben 168. Nonostante ciò, scarse o pressochè inesistenti sono state le iniziative poste in essere dal DAP e, a ricaduta, dalle singole Direzioni degli istituti e servizi penitenziari, che pure avrebbero potuto adottare iniziative autonome, per prevenire e fronteggiare queste situazioni di disagio, anche non direttamente connesse al servizio d’istituto”.
Numeri “sconvolgenti”, per Capece che aggiunge: “Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non possono continuare a tergiversare su questa drammatica realtà. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria. Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’amministrazione Penitenziaria”, conclude Capece. “Qui servono azioni concrete e non le chiacchiere ministeriali e dipartimentali che su tutti queste tragedie non ha fatto e non fa nulla: è vergognoso e inaccettabile”.