Mobilitazione per il rilancio dell’ospedale di Sant’Agata di Militello
“Auspichiamo in tempi brevissimi una convocazione da parte dell’assessore regionale alla salute dott.ssa Volo, in assenza di un incontro e di risposte da parte della Regione siamo pronti ad andare a Palermo insieme alla popolazione dei comuni dei Nebrodi”, lo dichiarano i segretari generali di Cgil e Uil Messina, Pietro Patti e Ivan Tripodi, a conclusione del partecipatissimo sit-in che si è svolto questa mattina davanti all’ospedale di Sant’Agata di Militello per il rilancio del nosocomio e contro ogni ipotesi di privatizzazione del
presidio ospedaliero.
La manifestazione di oggi, indetta da Cgil e Uil Messina con le categorie Fp-Cgil e Uil-Fpl, Spi-Cgil e Uil Pensionati e da Fials, Nursind e Nursing Up, ha registrato la partecipazione del territorio con una forte mobilitazione in difesa della sanità pubblica nei comuni dei Nebrodi avviata dalle organizzazioni sindacali.
I sindacati respingono i disegni di privatizzazione e chiedono un confronto per la tutela e il potenziamento della struttura attraverso, in primis, assunzione di personale medico ed infermieristico necessario a garantire i Lea (livelli essenziali di assistenza) nelle varie Unità operative. Per i sindacati è, inoltre, indispensabile l’attivazione dei posti letto Utic previsti dalla dotazione organica e la riapertura del Punto Nascita. Cgil e Uil ribadiscono come l’ospedale di Sant’Agata sia fondamentale per tutto il comprensorio e come, oggi, sia necessario e urgente superare tutte le criticità e lavorare per il suo rilancio, al servizio dell’intera comunità nebroidea.
“Al Governo della Regione – evidenziano i segretari generali di Cgil e Uil, Patti e Tripodi – chiediamo atti concreti, assunzione di personale e investimenti: il tempo delle parole vuote e delle promesse da marinaio, sempre identiche da troppi anni, è ampiamente superato. La nostra mobilitazione non si ferma e prosegue senza sosta per una battaglia che investe tutti e che vede in primo piano il riconoscimento del fondamentale diritto alla salute”.