Monforte San Giorgio, accese le luci all’albero di 9 metri realizzato con 1800 piastrelle di lana all’uncinetto

A Monforte San Giorgio, sono state accese ieri sera le luci all’albero di Natale di 9 metri posizionato in piazza IV novembre e realizzato con 1800 piastrelle di lana all’uncinetto. Come la stella in cima. Il tripudio di colori nella piazza centrale del paese è legato da un filo di lana magicamente unito, lungo più di 50.000 metri, intrecciato da un uncinetto tra le mani di oltre 40 donne, mamme, nonne monfortesi. Così prendendo spunto da un’iniziativa nata a Trivento in Molise, in meno di due mesi, aiutate dall’Associazione Katabba che ne ha curato l’assemblaggio, la struttura e il montaggio, l’albero di Natale “illumina” a festa il luogo di aggregazione per eccellenza della comunità, quest’anno ovviamente costretta a limitare la solita verve natalizia. L’albero sarà collocato nella piazza del paese, il cuore di questa comunità. Ogni piastrella rappresenta la personalità e la creatività di chi l’ha realizzata, 1800 piastrelle diverse che insieme rappresentano nelle intenzioni dei promotori l’unità di questo paese e la sua continua ricerca, il senso di appartenenza, la voglia di contribuire e collaborare. In questo particolare momento in cui tutto ciò che era normale viene vanificato da un mostro chiamato Covid  queste mamme, nonne, zie, insegnanti mandano un forte messaggio che ha contenuti politico-sociali importanti attraverso un’arte antica qual è quella del lavoro all’uncinetto, imparata da molte delle nostre donne, a cui va certamente un enorme grazie.  “Un albero che illuminerà la nostra piazza in attesa di poterci riunire ancora ai piedi della nostra Chiesa Madre – sostengono all’unisono i promotori dell’iniziativa – per i tanti eventi che ci hanno visto sempre protagonisti. Un filo di lana che ci unisce mentre speriamo che quest’albero, doni un sorriso ai nostri bimbi e ci faccia riflettere sull’importanza dello stare insieme, del costruire insieme senza presunzioni. Perché il valore delle cose, delle persone, del lavoro si comprende, purtroppo, solo quando non ci sono più. Immagineremo i nostri cari lontani, i nostri nonni chiusi in casa , i nostri piccoli eroi bambini, festeggiare con noi sotto quest’albero e forse sarà un po’ più  Natale”.

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