Morra: “Troppi ritardi negli aiuti di Stato, la mafia ne approfitta”

“Diciamolo chiaramente, di aiuti reali dello Stato ad oggi non ne sono arrivati un granché, anche perché l’atto ‘d’amore’ chiesto alle banche non è stato profuso… Ecco perché chiedo celerità negli interventi dello Stato. Ogni ora che passa equivale a una possibilità in più per le mafie, perché dispongono di liquidità immediata. Ha ragione il gip di Palermo nella sua ordinanza di custodia cautelare”. E’ la denuncia del Presidente della Commissione nazionale antimafia Nicola Morra che, in una intervista all’Adnkronos, commenta la maxiretata di Palermo, dove la Guardia di Finanza, su tutto il territorio nazionale, ha arrestato 91 persone azzerando il clan mafioso dell’Acqusanta.

Il gip del Tribunale Piergiorgio Morosini nella misura cautelare ha messo guardia sui ritardi degli aiuti di Stato che potrebbero essere letali per le aziende già messe in ginocchio dall’emergenza Coronavirus: “Se è vero che le autorità centrali hanno deciso di stanziare ingenti risorse per il salvataggio di imprese ed esercizi commerciali, con un piano che prevede ammortizzatori sociali e forme di soccorso finanziario e fiscale, va, tuttavia, considerato che l’effettività di quel sostegno passerà per procedure amministrative che difficilmente consentiranno nell’immediato di far fronte alla crisi e che, quindi, potrebbero rivelarsi tardive o, comunque, di complessa attuazione per tante piccole realtà commerciali che già operavano in una situazione di non piena regolarità se non proprio di ”circuito sommerso””, ha detto Morosini. Una denuncia che Morra condivide: “L’Antistato da sempre ha conquistato terreno sottraendolo alla sovranità e alla giurisdizione dello Stato, offrendosi come alternativa credibile a plausibile”, dice Morra.

“Spesso in Sicilia o Calabria il posto di lavoro lo trova la criminalità organizzata, se riescono ad essere incisivi ed efficaci, questo dimostra che loro offrono un welfare che dovrebbe essere priorità dello Stato. Perché hanno più soldi a disposizione – ribadisce il Presidente dell’Antimafia – Noi, invece, abbiamo creato un sistema per cui in molti gangli della pubblica amministrazione si sviluppa un colpevole parassitismo, perché non c’è mai un vero controllo su quello che si fa. Di conseguenza basta anche un dipendente che non lavora come dovrebbe in una sede periferica dell’Inps e ti salta tutto. Per negligenza magari, non dolosa, ma per colpa”.

Il gip Piergiorgio Morosini nell’ordinanza sottolinea ancora “che la bontà dell’intervento pubblico passa anche per una sintonia tra enti locali, rappresentanze di categoria e istituti di credito che è tutta da sperimentare in un territorio maggiormente esposto a forme di illegalità nei circuiti della pubblica amministrazione ed economico finanziario, anche per via della risalente presenza della organizzazione criminale denominata Cosa Nostra”. Insomma, in tempi di Covid la mafia attecchisce ancora più facilmente nel tessuto economico, già indebolito. “La mafia – ribadisce il Presidente dell’Antimafia Nicola Morra – ha più possibilità di liquidità immediata rispetto allo Stato”.

E sulle persone povere, che sempre secondo il gip, sono “facili prede dei clan”, Morra spiega: “E’ una fase in cui i boss mafiosi possono fare reclutamento a costi bassissimi”. Ecco perché “lo Stato deve essere veloce, presente lì dove è già sul territorio e dare risposte ma in molti casi”. E ricorda quei casi in cui sono state elargite somme con il reddito di cittadinanza “a chi non ne aveva diritto, e tra questi c’era anche un detenuto” mentre “in precedenza era emerso anche che pagavamo uno che era al 41 bis, tutto questo avviene perché qualcuno negli uffici periferici dell’Inps non ha fatto i giusti controlli. Stanno emergendo tutti questi fatti perché lo Stato ha imposto un protocollo di controllo, intanto però ha erogato dei soldi. Se tu hai erogato soldi per uno che ha anche una Ferrari, come è stato scoperto dopo, è assurdo”.

Infine, il Presidente della Commissione antimafia Nicola Morra parla anche dei boss che vogliono investire, con l’emergenza coronavirus anche al Nord Italia, soprattutto nell’ambito della Sanità, come dice sempre il gip Morosini nella misura di custodia cautelare che ha portato in carcere 91 persone, tra cui gli eredi del boss Fontana del’Acquasanta. “Quanto spende lo Stato in sanità annualmente? E’ forse la voce di spesa più importante, dopo le pensioni. E’ un campo in cui questi mafiosi lavorano”.

E spiega: “Mi ha colpito di questa vicenda palermitana, oltre alla corsa dei cavalli, l’investimento in cialde di caffè. Loro sono bravi, fanno un monitoraggio su quanto il marketing si evolva, e hanno capito che la moka è sorpassata”. Ma, alla fine, ribadisce: “Servono tempi molto più rapidi per gli aiuti alle persone bisognose, privati e aziende”.(Adnkronos)

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