Morte Prigozhin, Zelensky: “Ucraina non c’entra ma situazione ci aiuterà”
(Adnkronos) – "La morte di Evgheny Prigozhin? Quando l'Ucraina ha fatto sentire la propria voce e ha chiesto aerei ai paesi del mondo, non intendevamo questo, intendevamo qualcosa di completamente diverso, cercavamo sostegno. Tuttavia, probabilmente, anche questo in un certo senso ci aiuterà". E' la battuta con cui il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, durante una conferenza stampa congiunta con il presidente portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa risponde ad una domanda sulla morte di Evgheny Prigozhin. Il capo dela Wagner è deceduto nello schianto del suo aereo avvenuto ieri in Russia. L'Ucraina "non ha nulla a che fare" con la morte del leader della Wagner, ha detto Zelensky. "Non abbiamo niente a che fare con questo. Tutti si rendono conto di chi ha un ruolo", ha aggiunto riferendosi ovviamente al presidente russo Vladimir Putin. Parole che seguono quelle del consigliere del ministro degli Esteri ucraino, Yuri Sak, che ha manifestato soddisfazione per la morte del capo della Wagner: "Un terrorista in meno significa più instabilità in Russia", ha affermato. "E' ancora un altro segnale del fatto che la Russia sta diventando uno stato fallito, governato da un terrorista che ha paura del suo stesso popolo – ha detto al programma Today su Radio 4 – E dalla nostra prospettiva, qualsiasi cosa renda la Russia debole ci rende più forti". Sul responsabile della morte di Prigozhin l'Ucraina non ha comunque dubbi. Subito dopo la notizia dell'incidente aereo infatti il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak in un tweet ha puntato il dito contro il leader del Cremlino: "Putin non perdona nessuno", ha affermato Podolyak secondo cui era "ovvio che Prigozhin avesse firmato una speciale condanna a morte per se stesso nel momento in cui ha creduto alle bizzarre 'garanzie' di Lukashenko e all'altrettanto assurda 'parola d'onore' di Putin. L’eliminazione esemplare di Prigozhin e del comando Wagner due mesi dopo il tentativo di colpo di stato – secondo Podolyak – è un segnale di Putin alle élite russe in vista delle elezioni del 2024". Ovvero, Putin vuol dire che "la slealtà equivale alla morte". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)