Mussolini, Pasolini e Moro nelle storie del pittore Yan Pei-Ming
(Adnkronos) – Una sequenza di dipinti legati a celebri immagini fotografiche che hanno documentato drammatici momenti della storia italiana del Novecento, in una sorta di trilogia di deposizioni laiche, spicca nella mostra "Yan Pei-Ming. Pittore di storie", ospitata dal 7 luglio al 3 settembre 2023 a Palazzo Strozzi a Firenze: l'esposizione a testa in giù dei corpi di Benito Mussolini e Claretta Petacci a Piazzale Loreto a Milano nel 1945; il corpo riverso di Pier Paolo Pasolini all'idroscalo di Ostia nel 1975; il ritrovamento di Aldo Moro nel bagagliaio di un'auto a Roma nel 1978. A cura di Arturo Galansino, la rassegna propone un percorso di oltre trenta opere che permettono di esplorare la potente e originale ricerca dell'artista franco-cinese Yan Pei-Ming, 63 anni, sulla relazione tra immagine e realtà, in un cortocircuito tra vita personale e storia collettiva, simboli e icone della cultura e della storia dell'arte tra Oriente e Occidente. Celebre per una profonda e appassionata riflessione sulla pittura nell'arte di oggi, Yan Pei-Ming invita a ripensare il rapporto tra storia e contemporaneità, memoria e presente. Esplorando generi come il ritratto, il paesaggio, la natura morta e la pittura di storia, i suoi dipinti prendono vita a partire dal modello di immagini fotografiche estrapolate da fonti diverse, come immagini personali, copertine di giornali, still cinematografici o celebri opere della storia dell’arte. Yan Pei-Ming porta a riflettere sulla contraddizione tra realtà e rappresentazione, verità e costruzione delle immagini, tema sempre più centrale nell’era della riproduzione e della condivisione digitale della storia pubblica e delle nostre vite private. È così che in mostra si alternano monumentali autoritratti e ritratti della madre e del padre o di personaggi storici come Mao Zedong e Adolf Hitler insieme a originali reinterpretazioni di opere come la Monna Lisa di Leonardo o l'Innocenzo X di Diego Velázquez o di due copertine della rivista "Time" dedicate rispettivamente nel 2008 al presidente russo Vladimir Putin e nel 2022 a quello ucraino Volodymyr Zelensky. Nato a Shanghai nel 1960, Yan Pei-Ming si trasferisce nel 1980 in Francia, dove oggi vive e lavora. Come egli stesso afferma: "Presumo di essere un artista cinese ed europeo, ma sono prima di tutto un artista". Cresciuto in Cina durante la Rivoluzione Culturale, si è infatti formato sulla storia dell’arte europea fondendo insieme tecniche, fonti e temi che ibridano Oriente e Occidente. Fondamentali per l’artista sono modelli iconografici della cultura visiva occidentale, ma a questi si uniscono anche soggetti che rimandano in maniera diretta alla Cina come le figure della tigre e del dragone o quelle di Mao e Bruce Lee, mito della sua infanzia e iconico anello di congiunzione tra Ovest ed Est, Hollywood e Hong Kong. Yan Pei-Ming è pittore di storia e di storie: "pittore di storia" quando rilegge momenti iconici del passato anche recente, ma anche "pittore di storie" personali. "Non sono un pittore romantico, sono un pittore del nostro tempo", afferma l'artista. Ritraendo sé stesso e i propri familiari o celebri figure o momenti storici, Yan Pei-Ming esalta un rapporto diretto e quasi brutale con i propri modelli attraverso uno stile basato su pennellate vigorose e ampie stese direttamente senza disegni preparatori. Egli stesso si definisce "pittore d'assalto": Yan Pei-Ming attacca la tela con grande energia, quasi in un corpo a corpo con la materia pittorica. La tavolozza è spesso bicolore: nera e bianca, rossa e bianca, blu e bianca. Il colore diviene un modo per amplificare la forza espressiva dei suoi quadri, spesso creati in formati monumentali, in cui lo spettatore sembra poter entrare. Le immagini diventano quasi astratte a distanza ravvicinata, macchie di colore che si intrecciano e sovrappongono, acquisendo nitidezza solo da lontano. La stessa nitidezza che si può percepire per avvenimenti di un passato prossimo, che necessitano di un distacco cronologico per essere compresi e analizzati. "La pittura di Yan Pei-Ming è potente e diretta, come dice lui stesso: 'non è una carezza' – afferma Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra – Con questa mostra Palazzo Strozzi prosegue la sua missione nel creare un dialogo tra passato e presente, coinvolgendo artisti che sanno interpretare il nostro tempo. Yan Pei-Ming riflette sulla condizione umana, fondendo insieme fonti diverse tra realtà e immaginazione, vita privata e storia pubblica. È pittore di storie e non solo di Storia perché nella sua pittura si ritrovano immagini che hanno segnato il passato recente assieme a capolavori della storia dell’arte e al racconto intimo della propria vicenda personale. L’artista esplora le potenzialità della pittura e la capacità di questo mezzo di essere attuale, accessibile e coinvolgente per tutti". "Continua il nostro percorso virtuoso a fianco di Palazzo Strozzi con un evento straordinario – conclude Andy Bianchedi, presidente della Fondazione Hillary Merkus Recordati – luminoso compendio di ‘turbamento’ e orgoglio. Yan Pei-Ming è un artista visionario, un vero pittore 'd’assalto', immaginifico e coraggioso che obbliga chiunque si avvicini al suo talento a rispecchiarsi in una irreversibile sintesi tra presente e passato. Ogni sua opera, ogni suo segno invitano, anzi obbligano a pensare e ripensare, come ribadito dai suoi estimatori, in un salto temporale infinito, sublimato in una tempesta perfetta che avvolge e stravolge, in tutta la sua potenza visuale ed emotiva, gli animi sensibili". —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)