“Ottobrando Floresta 2022”, cala il sipario con le note dolci di castagne e mele in una gran festa
Un applauso scrosciante per la conclusione della XVI Edizione di “Ottobrando Floresta 2022” che ha vivacizzato, dal 2 ottobre fino a ieri sera, questa zona montana dei Nebrodi accendendo i riflettori sullo sterminato valore della cultura enogastronomica, con ben settanta attori delle specialità regionali. Chiudere con le note dolci di Castagne e Mele in una festa dedicata ad esse realizza un finale perfetto incorniciando anche le altre quattro sagre, una per domenica, di prodotti ghiotti che si ancorano alla tradizione e alla storia siciliana. Gestire un flusso di gente in impennata, di settimana in settimana, avrebbe potuto mandare in tilt la collettività e, invece, il Comune di Floresta, con il suo staff e in testa il Sindaco Antonio Stroscio, si è comportato al meglio perfezionando il supporto a produttori – coltivatori – allevatori, supporto di addetti turistici per le escursioni del borgo (Museo, Palazzo Landro – Scalisi e chiese) ed anche per le condizioni di viabilità straordinaria con un trasporto pubblico aggiuntivo ad opera di navette da e per aree parcheggio (per ogni mezzo: da camper a pullman ad autovetture con roulotte). A coadiuvare anche il delegato di Giunta Marco Scalisi, la Pro Loco di Floresta e l’Associazione Giovani Florestani. La kermesse, fatta di cinque weekend di vasta entità, si attesta una grandissima vetrina espositiva per le imprese artigiane, turistiche e agroalimentari. Al suo interno, abbiamo trovato standisti che si sono interfacciati, con le loro competenze d’eccezionalità, ad una platea di grosse proporzioni fra visitatori italiani ed internazionali, attirati da una sorgente commerciale che ricama insieme dall’Agroalimentare al Turismo, con diversi Presidi Slow Food dell’Isola.
A mettere in piedi workshop culinari ed itinerari del gusto è stata la “D’Amico Management” che è la società che, in questo ottobre di fermento, ha coinvolto buyers ed una miriade di tour operator in momenti divulgativi e di assaggio per caldeggiare e preparare le pietanze caratteristiche del territorio, per poi addentrarsi sul prodotto “in scena”. I cuochi hanno mostrato come si articolano e realizzano i piatti, spiegandone il contest e le origini. Nei loro menù, hanno sfoggiato alimenti nostrani, Presìdi Slow Food e dei Mercati della Terra: il Maialino Nero dei Nebrodi, il Caciocavallo Siciliano concepito artigianalmente dai casari dei Monti Nebrodi e la Provola dei Nebrodi. Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di creare ed imprimere una marcia in più ad un prodotto con azioni di tipo sensazionale ed esperienziale, non soltanto per i tanti specialisti e conoscitori del ramo ma anche per le migliaia di “food travellers” (letteralmente “viaggiatori del cibo”) che hanno percorso molti chilometri da tutta Europa e non solo per partecipare ad “Ottobrando”. Questa oasi di degustazione collaterale alla rassegna ha accompagnato anche la presenza di uno stand istituzionale in Piazza Sant’Antonio, dove è stata assicurata la possibilità di rastrellare il piatto del giorno seguendo e rispettando sempre con ordine le lunghe file.
La “D’Amico Management” ha organizzato il tutto adottando, in accordo con i cuochi, la strategia “Farm to Fork” che si esplica nel garantire una produzione alimentare sostenibile e la sicurezza alimentare; con l’incoraggiare una filiera alimentare a basso impatto ambientale dall’inizio alla fine: dalla lavorazione alla vendita (sia all’ingrosso sia al dettaglio) e anche i servizi accessori, come l’ospitalità e la ristorazione; nel promuovere il consumo di cibi sostenibili ed appoggiare la transizione verso abitudini alimentari sane; nel ridurre gli sprechi alimentari; infine, combattere le frodi alimentari lungo la filiera. Ad essere rappresentati sui banchi di queste sagre sono stati i molteplici “bocconcini” tradizionali: dal più godurioso salto nei ricordi di bimbo come per le “Sfince” di San Giuseppe (o Spinci) alla Trippa con Fagioli alla Provola locale, abbrustolita su brace (pannocchie e castagne).
Floresta è stata scelta da un pubblico attento che aveva voglia di cambiamento. Persino qualche imprenditore che ha esposto sul rettilineo principale del borgo (Via Umberto I) proveniva dalla provincia di Catania o addirittura da Zafferana Etnea, dove si allestisce una sagra altrettanto importante e più antica. La routine del consumo induce a cercare anche tipicità regionali diverse, scenari e paesi dove si possono visitare bellezze monumentali, architettoniche ed artistiche, magari meno sponsorizzate di altre ma non per questo meno interessanti. Attraverso l’arrivo dei mezzi si è potuto riassumere la quantità dell’utenza di 5 domeniche: oltre 100mila anime. Tra l’ultima giornata che ha omaggiato Castagne e Mele e tutti i loro appassionati, quella d’inaugurazione che ha elettrizzato gli amanti “dell’Easy Time” e dello stile autunnale rimarcato con i “Vasola a Crucchittu” e la penultima domenica che ha fatto decollare la Provola dei Nebrodi, già inserita tra i cibi PAT e Presidio Slow Food (nella sua 44esima Sagra), la media statistica per ogni giornata di festa è di 14-15mila cittadini. Gli appuntamenti più gremiti dal pubblico sono risultati la “19esima Sagra dei Funghi” del 16 ottobre con 18mila individui e la “18esima Sagra dei Suino Nero dei Nebrodi” del 9 ottobre con oltre 20mila “clienti di turno”. “Ottobrando” di Floresta ha il merito, insieme a chi la organizza e contribuisce al suo successo, di estrapolare la normalità da un clima di brio e di concedere a chi si lascia andare nella maniera più sana una giornata (o più di una) di visite in luoghi di cultura e memorie storiche e popolari cullandosi nei sapori e nelle fragranze di cibi intensi.