Palermo, al Museo Diocesano una mostra sui paliotti
Si inaugura oggi alle ore 18, al Museo Diocesano di Palermo la mostra “Architetture barocche in argento e corallo” alla presenza di monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, del presidente della Regione Nello Musumeci e dell’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana Alberto Samonà.
La mostra – allestita dalla soprintendenza dei Beni culturali di Catania – porta la firma di Rosalba Panvini, che ne è l’ideatrice e di Salvatore Rizzo che ha anche curato una breve guida di accompagnamento al percorso museale. Si tratta di un’importante esposizione di paliotti in argento, corallo e filato d’oro realizzati negli ateliers del Seicento e del Settecento sia da maestranze trapanesi e messinesi che da ricamatori siciliani.
«Auguro a quanti si soffermeranno ad ammirare la bellezza estetica di questi autentici capolavori – dice monsignor Lorefice – di attivare anche gli occhi del cuore perché contemplino l’invisibile attraverso il visibile creato dalle impareggiabili mani dell’uomo. È fonte di gioia ricordare, come afferma Ireneo di Lione, che «la gloria di Dio è l’uomo vivente, e la vita dell’uomo consiste nella visione di Dio».
“Architetture barocche”, con l’eccezionale esposizione di venticinque mirabili paliotti che ornavano nelle chiese la parte frontale degli altari, offre al visitatore non solo la speciale opportunità di accostarsi a queste opere delle maestranze siciliane del XVII e XVIII secolo, ma anche – in contesto extra-rituale – al mysterium tremendum et fascinans, attraverso quella soglia tra cielo e terra che è l’ara sacrificale e conviviale della tradizione cristiana. È infatti all’altare che si porta “il frutto della terra e del lavoro dell’uomo” per lodare Dio e ricevere il dono della vita eterna nel suo Figlio fattosi uomo, morto e risorto. I paliotti presenti nella mostra, usciti dalle menti creative e plasmatrici di abili ‘artigiani’, con i loro preziosi materiali, con i soggetti che raffigurano, sono già essi stessi lode e offerta a Dio, rendimento di grazie per il dono immenso della vita divina che trasfigura e santifica l’esistenza umana.
I materiali di cui sono costituiti, tra i più nobili elementi naturali – lino, seta, argento, oro, coralli, pietre preziose, legno, marmo – celebrano la bellezza del creato. L’accordo e l’equilibrio delle materie e delle tecniche, delle forme e dei colori, richiamano l’armonia genesiaca che l’uomo, fatto ad immagine e somiglianza del Creatore e custode sapiente della terra – la “casa comune” – è chiamato a promuovere e a custodire.
Le raffigurazioni architettoniche ispirate alla città degli uomini, suscitano il desiderio della città trasfigurata, la Civitas eterna, riscattata dal caos, dal peccato, dal male e dalla morte, a cui gli uomini aspirano: la città dell’Agnello immolato e vittorioso datore di Vita, la Gerusalemme celeste dove Dio sarà tutto in tutti.
I diversi soggetti raffigurati (il mare, la fons vitae, i vasi fioriti, l’Agnello mistico) non sono una semplice riproduzione di elementi decorativi tipici dell’arte barocca ma lessico – vista la particolare collocazione dei paliotti – di significati biblico-teologici e di realtà spirituali: il sacrificio e il cibo di immortalità e di comunione che l’Eucaristia costituisce per i cristiani radunati attorno all’altare per celebrare il memoriale della Pasqua del Signore; la vita in Cristo e nella Chiesa data ai cristiani nel battesimo; la grazia traboccante dei sacramenti.
Il mutuo contributo delle diverse maestranze – disegnatori, sarte, ricamatrici, argentieri, orafi, ebanisti, intagliatori – che hanno dato forma a queste splendide opere d’arte celebra altresì la fecondità di una diversità di competenze e di tecniche messa al servizio della realizzazione di un progetto condiviso per un bene comune orientato alla gloria di Dio.
«Il governo Musumeci ha fortemente voluto questa mostra – dichiara l’assessore Samonà – che rappresenta un’occasione preziosa per far conoscere e valorizzare un patrimonio di inestimabile valore della cultura e della tradizione siciliana. L’arte sacra, infatti, costituisce quell’importante connubio di significato simbolico, tradizione artigianale ed espressione artistica di cui la Sicilia custodisce preziose testimonianze. L’esposizione, che trova nel museo Diocesano di Palermo la sua seconda tappa dopo il Castello Ursino di Catania, è un’opportunità, quindi, per orientare in Sicilia un pubblico qualificato e far conoscere al contempo ai siciliani, attraverso il sublime espresso dai paliotti esposti, la capacità artistica delle maestranze che hanno animato l’Isola, soprattutto nel periodo barocco».
Il “paliotto” trova nella lunga storia degli arredi sacri molteplici versioni interpretative di tecniche artistiche, materiali e soluzioni decorative e si distingue per le precise soluzioni decorative determinate dallo schema compositivo e dal materiale impiegato. Per la sua collocazione centrale, a diretto contatto con l’altare, rappresenta il mezzo di comunicazione più immediato e diretto, teatro sacro della celebrazione liturgica. I temi trattati e i colori usati, infatti, diventarono il mezzo per comunicare messaggi ai fedeli ma anche per affermare il potere della Chiesa.
Durante l’affermazione dello stile Barocco, in Sicilia, il paliotto costituì il fulcro costante degli apparati decorativi della Chiesa e soprattutto particolari sono quelli a soggetto architettonico in cui l’iconografia che li caratterizza è incentrata sulla rappresentazione di elementi di vario genere quali il portico, il belvedere, il prospetto dei palazzi, il pergolato che sorge nei rigogliosi giardini o spazi urbani, le vedute naturalistiche sempre in prospettive centrali.
Tra gli esemplari più spettacolari esposti vi sono quelli in argento e quelli mobili con supporto tessile ricamato in cui i principali materiali usati sono, per quanto riguarda i filati: l’oro, l’argento e i fili di seta policroma, usati insieme alle perle, le gemme e, soprattutto, il corallo che – nella tradizione cristiana – assume anche un forte significato simbolico di amuleto con funzione di proteggere dalle forze malvagie. Nei paliotti d’argento, il prezioso metallo è usato sotto forma di lamina nella tecnica dello sbalzo e del cesello.