Patto di stabilità e nuove regole, le reazioni alla riforma
(Adnkronos) – Riflettori accesi sulle nuove regole del patto di stabilità proposte dalla Commissione europea. Una riforma che "è certamente un passo avanti ma noi avevamo chiesto con forza l’esclusione delle spese d’investimento, ivi incluse quelle tipiche del Pnrr digitale e green deal, dal calcolo delle spese obiettivo su cui si misura il rispetto dei parametri", dice il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in merito alla proposta. "Prendiamo atto che così non è. Ogni spesa di investimento poiché è rilevante e produce debito per il nuovo patto deve essere valutata attentamente. Quindi occorre privilegiare solo la spesa che effettivamente produce un significativo impatto positivo sul Pil", conclude Giorgetti. "Le proposte sulla riforma del patto di stabilità e crescita, presentate oggi dalla Commissione europea, non convincono pienamente – affermano il capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr Carlo Fidanza e l’eurodeputato di Fdi Denis Nesci componente della commissione Econ del Parlamento Europeo – Se da un lato è positivo il tentativo di superare la rigidità delle attuali norme, le quali, evidentemente, non sono più adatte rispetto al delicato contesto economico che stiamo attraversando, dall’altro, purtroppo, il pendolo sembra aver oscillato in direzione del rigore e non della crescita”. "Infatti – continuano – aver fissato l’imposizione di un tetto pluriennale alla spesa pubblica senza altresì prevedere una 'golden rule' per gli investimenti pubblici rischia di mettere a repentaglio la ripresa economica e la crescita dei Paesi con un alto debito, come l’Italia. Per rilanciare la nostra competitività, abbiamo bisogno di una politica industriale e commerciale adeguata e solida, accompagnata da regole economiche che dovrebbero essere predisposte per andare incontro alle esigenze degli Stati membri, evitando di imporre freni e vincoli che ne impediscano il pieno sviluppo". "Pertanto, sarà necessario rivedere le nuove introduzioni relative all’aggiustamento fiscale annuale che risulteranno particolarmente gravose per diversi Stati membri. L’auspicio è che durante le negoziazioni il testo finale venga migliorato per raggiungere un maggiore equilibrio tra i due valori, stabilità e crescita, entrambi necessari”, concludono. Per la vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, "bisogna partire da un aspetto fondamentale: era necessario riformare il Patto di stabilità. Ora attendiamo con attenzione la conclusione dell'iter, ma la proposta della Commissione procede verso una direzione equilibrata in quanto riesce a conciliare la necessità di tenere in ordine i conti e consente di utilizzare risorse per gli investimenti e i servizi pubblici, garantendo un adeguato bilanciamento tra la stabilità e la crescita. Abbiamo oggi uno strumento più flessibile e più adeguato ai cicli economici e alle possibili crisi nazionali, europee e internazionali". —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)