Perduti luoghi ritrovati. Il tempo fermato del terremoto del Belice in un libro fotografico

Uno splendido libro fotografico, pubblicato in occasione della ricorrenza dell’anniversario del terremoto del Belice (la notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968). A Poggioreale il tempo si è fermato all’improvviso e ha preso una direzione diversa: un universo parallelo fatto di strade e case abbandonate e distrutte in cui l’opera del tempo e dell’abbandono si è sommato a quel “tempo del terremoto” che ha fermato tutto, congelando cose case e persino l’aria. Le foto in bianco e nero di Roberta Giuffrida restituiscono il senso di questo antico borgo abbandonato.

“Cosa state vedendo? Davanti a voi sono i reperti drammatici di un terremoto (1968) che ha sradicato uomini, animali, case; un destino di morte che la nostra fotografa interpella sprigionando con la sua visione nuove ragioni di vita. Ma davanti a noi sono, anche, costruzioni distrutte da eventi naturali senz’altro catastrofici che sono divenuti segni del ricordo, capaci di narrarci di un tempo passato sul quale non vogliamo che scendi l’oblio” (dalla Presentazione di Pippo Pappalardo).

Informazioni aggiuntive sulla pagina: https://www.girodivite.it/Perduti-luoghi-ritrovati-di.html

Roberta Giuffrida (Catania, 1976), ingegnere meccanico per formazione e professione, è da sempre appassionata di fotografia, ha partecipato a diversi corsi, workshop, festival di fotografia (Etna Photo Meeting, Med Photo Fest, Ragusa Foto Festival) e numerose mostre collettive dell’ACAF (associazione catanese amatori fotografia).

Ama raccontare soprattutto attraverso il reportage narrativo-documentativo, la street photography e la fotografia urbex.

Mostre personali: “A Cunziria” per Med Photo Fest: presso il Museo dell’Immaginario Verghiano (Vizzini), e presso la Fototeca Siracusana (Siracusa). È tra gli Autori ammessi al Med Portfolio Contest 2019 (un lavoro esposto presso la GAM di Catania).

Nel 2019 ha vinto il concorso fotografico indetto da Girodivite/ZeroBook “Un luogo per ZeroBook”.

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