Quaresima di carità 2021. La Caritas Diocesana di Messina: “Uno stile di vita sobrio per un’accoglienza più umana”.
Inizia la Quaresima è il richiamo alla carità per l’anno 2021 si fa più forte da parte della Caritas Diocesana di Messina di cui è direttore Padre Nino Basile. «Allora verrà a te un profugo…» (Ez 24,26). La Caritas Diocesana di Messina citando le sacre scritture indica “Uno stile di vita sobrio per un’accoglienza più umana” e un obiettivo di solidarietà ben preciso. “Giunge propizio anche quest’anno il tempo forte della Quaresima. Il cammino che la nostra comunità diocesana ha intrapreso per l’anno pastorale in corso, ci sta facendo muovere passi avendo come bussola l’enciclica Laudato si’, a cinque anni dalla sua emanazione. In essa leggiamo: «La spiritualità cristiana propone una crescita nella sobrietà e una capacità di godere con poco» (LS 222). Vivere nella fedeltà a questa spiritualità esige assumere nuovi stili di vita. Ciascuno di noi ha la possibilità di cambiare il proprio modo di vivere mediante scelte quotidiane e azioni concrete, incidendo di conseguenza sul cambiamento comunitario e sociale. L’assunzione di nuovi stili di vita improntanti alla sobrietà determina, inoltre, un nuovo rapporto con la mondialità, attuando un passaggio dall’indifferenza ai problemi mondiali alla solidarietà e responsabilità. In coerenza con le indicazioni contenute nel sussidio pastorale, la Caritas diocesana desidera rivolgere alla comunità ecclesiale la proposta di una Quaresima di carità che tenga conto dell’allarme che Caritas Italiana lancia con forza per l’estrema drammaticità della situazione a Lipa e in tutti gli altri campi profughi della Bosnia-Erzegovina, che “ospitano” quanti transitano lungo la Rotta Balcanica, in fuga da scenari di guerra e persecuzione. Il nostro contributo, frutto della scelta di uno stile di vita sobrio, potrà sostenere gli sforzi degli operatori di Caritas Italiana e di altre realtà no profit presenti sul posto, per far fronte ad un’accoglienza dignitosa e sicura e rafforzare l’assistenza umanitaria nei campi profughi”.