Roccavaldina, l’Ecce Homo trovato in Spagna e attribuito al Caravaggio, potrebbe essere quello custodito nel Castello roccese
“L’Ecce Homo trovato in Spagna, e attribuito da alcuni studiosi al Caravaggio, potrebbe essere quello custodito nel Castello di Roccavaldina, nel Messinese, dal nobile collezionista Andrea Valdina e poi andato disperso”. A scriverlo l’agenzia Ansa che conduce allo studio al proposito.
“E’ la pista suggerita dalla studiosa Valentina Certo, che ha approfondito il periodo messinese di Caravaggio, e ha menzionato i quadri di don Valdina nel libro “Caravaggio a Messina. Storia ed arte di un pittore dal cervello stravolto”, pubblicato da Giambra nel 2017.
“La Coronación de Espinas”, un Ecce Homo sul quale la regione di Madrid ha avviato l’iter per dichiarare il dipinto bene di interesse culturale, come sospettano alcuni studiosi potrebbe essere una tela di Caravaggio. Attribuita finora alla scuola di José de Ribera, lo Spagnoletto, l’opera doveva andare all’asta, ma è stata bloccata proprio per il sospetto che possa trattarsi di un Caravaggio. Il fuggiasco Michelangelo Merisi nel 1609 si rifugiò a Messina, dopo essere stato a Malta e a Siracusa, per sfuggire alla giustizia. Fonti storiche parlano di un Ecce Homo (d’autore ignoto) posseduto dal principe Andrea Valdina, originario di Rocca Valdina, nel Messinese. Alla morte dell’aristocratico, i suoi beni furono ereditati dal figlio Giovanni, che redasse un inventario sulle opere presenti nel palazzo palermitano del padre, nel quartiere Kalsa. Tra queste ci sono un “Christo con la croce in collo” del Caravaggio e un Ecce Homo attribuibile allo stesso ciclo. Entrambi i dipinti furono trasferiti, nel 1672, al castello della Rocca. Qualche anno dopo Giovanni Valdina lasciò l’Italia per la Francia. Con l’ultimo principe si estinse il ramo principale della famiglia e le opere andarono perdute. Le ultime notizie si fermano al 1676. Che l’Ecce Homo possa appartenere allo stesso autore del Christo, è suggerito da un altro elemento contenuto nell’inventario: le due opere misurano entrambe “5 palmi per 4”, come annotò Giovanni Valdina. “La scoperta in Spagna dell’Ecce Homo – sostiene Valentina Certo -, dipinto comunque da studiare e approfondire, magari dopo un primo intervento di pulitura, potrebbe fare maggiore chiarezza sull’ultimo periodo del Caravaggio e sui dipinti perduti di don Andrea Valdina”.
L’Ecce Homo, olio su tela di 111 centimetri per 86, stava per andare in asta a Madrid, con stima di 1.500 euro, in una vendita presso la casa Ansorena. Il catalogo lo presentava come una “Incoronazione di spine”, della cerchia di José de Ribera, artista del XVII secolo conosciuto come lo Spagnoletto. Numerosi esperti di arte però hanno iniziato a dibattere sula possibilità che si tratti di un quadro di Caravaggio e quindi per precauzione il lotto numero 229 è stato ritirato dalla casa d’aste. Secondo la versione fornita da Madrid, “il lotto è stato ritirato perché dobbiamo fare verifiche e studiare più approfonditamente il pezzo. I proprietari avevano dei dubbi”.
La storica dell’arte Maria Cristina Terzaghi, una delle massime esperte di Caravaggio, ha detto che “il manto di porpora di cui viene rivestito il Cristo ha la stessa valenza compositivo del rosso della Salomé del Prado di Madrid. Quest’opera intrattiene un legame profondo con i dipinti redatti al principio del soggiorno napoletano”. Secondo la studiosa, la figura del Ponzio Pilato denota somiglianze con il San Pietro martire della Madonna del Rosario del Kunsthistorisches Museum di Vienna. Secondo Vittorio Sgarbi, l’opera è del Merisi: “Capisco che l’opera è di Caravaggio e penso, con l’aiuto di un finanziatore, di portarlo in Italia”. Il critico d’arte era pronto a partecipare all’asta. “L’impronta di Caravaggio si vede dallo sguardo brutale dell’uomo a sinistra e dalla mano che trattiene il panneggio rosso della stola: questo motivo è la firma indiscutibile del Merisi”. Contrario invece un altro esperto, Nicola Spinosa,: “Non è Caravaggio; si pensa che lo possa essere perché la figura in primo piano replica l’Ecce homo del Museo di Prato attribuito a Caravaggio da Mina Gregori e di cui esiste una copia. Secondo me il quadro è di un caravaggesco di alta qualità, più che Ribera”.