Rometta, con la partita a scacchi vivente si é concluso il “Palio di Erimata”

Rometta col corteo storico e il gran finale del “Palio di “Erimata”, con la partita a scacchi vivente, fra saraceni e bizantini, e la consegna della “spada di Erimata” ha ricordato la prestigiosa storia di Rometta, ed ha come “premio” da detenere proprio la spada ripresa dai Saraceni ai Cristiani (bizantini), in conseguenza alla battaglia di Rometta, fatta rifare da un bravissimo artigiano.

Rometta, anno 964-965: Rometta, dopo la caduta di Taormina sotto il dominio Mussulmano (962), resta l’unico baluardo in Sicilia in difesa della Cristianità. L’ imperatore bizantino Foca, invia, in soccorso di Rometta, un esercito di oltre 40.000 uomini, sotto il comando del nipote Manuele Foca. La battaglia sembra avere un esito fausto per i Bizantini, ma la loro sufficienza e la veemente ripresa della battaglia da parte dei Saraceni al canto dell’antico e bellissimo poema arabo ne fanno invertire l’esito: “Indietreggiai per amor della vita; ma vita, ah, non sento in petto se non ripiglio l’assalto! Che le ferite del codardo gli tingano le calcagna. A noi le ferite piovon sangue su la punta del piè.” L’esercito Bizantino viene sbaragliato.  I Bizantini vengono inseguiti e lasciano sul campo oltre 10 000 uomini. I Saraceni fanno un ricchissimo bottino. Fra le tante cose una preziosa spada. I Saraceni si rendono subito conto dell’importanza del prezioso cimelio e lo inviano a Palermo. L’emiro, che comandava tutte le forze arabe in Sicilia, alla vista della spada, “di tanta gioia”  si ammala e muore. La spada, aveva inciso una frase in arabo (“Indiano è questo brando; pesa censettanta mithkal ; e molto feri dinanzi l’apostol di Dio”), a testimonianza che era stata posseduta da Maometto, o comunque usata in sua presenza, e sottratta dai Cristiani nel corso della prima crociata. Dopo la sconfitta dei Bizantini, l’ assedio a Rometta si fa sempre più drammatico. Viene intimata la resa. I romettesi ottengono di far uscire dalle mura di Rometta, i vecchi, le donne ed i bambini, non si arrendono e combattono fino all’ultimo uomo in difesa di Rometta e della Cristianità: era il 5 maggio 965.

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