Sanità, Piovella (Soi): “Difficile adottare tecnologie innovative in oftalmologia”

(Adnkronos) – "Il medico oculista protegge la vista di tutti, specie dei bambini e delle persone della terza età. La Giornata dell'oftalmologia è un momento di attenzione e condivisione dedicato al superamento delle difficoltà oggi proprie dell'oculistica italiana e vuole positivamente informare istituzioni e pazienti sulle nuove straordinarie opportunità di cura oggi disponibili. I medici oculisti italiani lavorano ogni giorno con capacità e dedizione alla salvaguardia della vista". Così Matteo Piovella, presidente della Soi, Società oftalmologica italiana, in occasione della Giornata mondiale della vista ricorda che "i 7mila oculisti italiani salvano la vista a oltre 2 milioni di persone ogni anno, con competenza, capacità e spirito di servizio, in condizioni spesso difficili perché oggi esiste difficoltà nell'adottare le tecnologie innovative e la diagnostica per immagini".  In questo contesto si inserisce l'attivazione del numero verde 800588653, di utilità sociale, a cui rispondono gli oculisti della Soi per dare informazioni e rassicurazioni ai cittadini, ma anche la tavola rotonda degli esperti per attivare una linea diretta con le istituzioni e i pazienti con l'obiettivo di fronteggiare le difficoltà che oggi incontra l'oculistica con proposte positive a vantaggio dei soggetti deboli. Tra le questioni più urgenti del settore – si legge in una nota – spiccano le lunghe liste d'attesa, la carenza di medici specialisti assunti nel Servizio sanitario nazionale, macchinari obsoleti, esami diagnostici effettuati non contestualmente alla visita oculistica.  "L'oftalmologia – sottolinea Piovella – oggi presenta opportunità di cura straordinariamente efficaci che devono essere messe a disposizione di tutti. L'evoluzione della visita specialistica permette, con un singolo accesso, di fare prevenzione, diagnosi, prescrizione lenti e della terapia farmacologica, individuare la potenzialità visiva e le future evoluzioni diagnosticare e curare l'ambliopia, la cataratta, il distacco di retina, le maculopatie e difetti visivi rifrattivi, elevati a malattia sociale negli anni settanta. La prevenzione è il modo per curarsi al meglio", aggiunge il presidente Soi ricordando che da 15 anni la società scientifica promuove il 'Calendario salva vista'. Nel dettaglio, è consigliata 'una visita oculistica: alla nascita; entro i 3 anni d'età; il primo giorno di scuola; dai 9 ai 14 anni, per contrastare l'insorgenza della miopia oggi quasi epidemica nei ragazzi, quindi – elenca Piovella – passiamo a 40 anni con una visita ogni 2 anni. Dai 60 anni, una volta all'anno per tutta la vita. Nel caso di un intervento chirurgico agli occhi, è consigliabile sottoporsi a visita oculistica ogni anno". Oggi "a livello pubblico – ricorda il presidente Soi – vi è un'attesa di 12 mesi per l'effettuazione della visita oculistica e di oltre 2 anni per potersi sottoporre all'intervento salva vista di cataratta. Attese che vengono gestite burocraticamente senza preoccuparsi delle conseguenze sanitarie. Un anno di attesa per una visita oculistica specialistica è un non servizio. La situazione oggi si è estesa a tutta l'Italia. L'80% delle persone si presentano per essere visitate con forti ritardi che compromettono oltre il 50% delle possibilità di cura".  Particolare, segnala Piovella, "il dramma dei pazienti affetti da maculopatia e a rischio di perdita della vista: vengono erogate solo il 30% delle visite rispetto a quanto avviene in Francia, Germania e Inghilterra. L'oculistica oggi ha molti strumenti per migliorare queste criticità. Le soluzioni sono complesse, ma possibili. Negli ultimi vent'anni abbiamo avuto una evoluzione tecnologica e tecnica fantastica, però non sono state rese disponibili le risorse per acquisire queste tecnologie negli ospedali del servizio pubblico".  Per questo servono "più risorse economiche, meno burocrazia, eliminazione dei gestori economici della sanità. In Italia – conclude Piovella – un milione di interventi chirurgici salva vista sono effettuati ogni anno applicando un modello organizzativo ambulatoriale con vantaggio di pazienti e riduzione delle liste di attesa. La Regione Lombardia, per esempio, ha deliberato di eliminare la chirurgia ambulatoriale per proteggere referenti sostenitori e difendere la pochezza di qualità chirurgica erogata nei suoi ospedali. Ha addirittura ha eliminato, per motivi economici, il medico anestesista per gli interventi di chirurgia oftalmica, moltiplicando per 3 le complicazioni intraoperatorie. Un tragico errore. L'unico risultato è stato un allungamento delle liste d'attesa e una caduta verticale della qualità della chirurgia erogata. I pazienti non sanno nulla. Oltre 2 anni di attesa per un intervento di cataratta oltretutto non competitivo restano una macchia indelebile nell'immagine della Regione".  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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