Sciotto (Scn) sull’Ospedale di Milazzo:”Da tre giorni nei bagni del reparto di Medicina manca l’acqua calda”
Il deputato all’Ars Matteo Sciotto (Scn) torna ancora sui disagi dell’Ospedale di Milazzo:”Da tre giorni nei bagni del reparto di Medicina manca l’acqua calda”. Ecco il post social integrale:”ALLUCINANTE ALL’OSPEDALE DI MILAZZO I PAZIENTI DEVONO PORTARSI L’ACQUA CALDA DA CASA PER LAVARSI Ho ricevuto una segnalazione allarmante dal reparto di Medicina: da tre giorni nei bagni manca l’acqua calda. Una situazione assurda e inaccettabile per un luogo che dovrebbe garantire il benessere e la dignità dei pazienti. I malati, già costretti a vivere situazioni di sofferenza, devono affrontare anche il disagio di lavarsi con acqua fredda, mentre i familiari, esasperati, per poter assistere i propri cari dovranno portarsi l’acqua calda da casa? Chiediamo immediatamente spiegazioni e soluzioni. Medici ed infermieri costretti, senza colpe, a subire giustamente le proteste dei familiari, ma è inaccettabile che si verifichino episodi simili in una struttura sanitaria. Dove sono gli interventi? Chi si sta occupando di ripristinare un servizio fondamentale? La salute e la dignità delle persone non possono aspettare”. Poi lo stato dei luoghi merita senza dubbio attenzione, perché ci sono anche le “FORBICI INFILZATE IN UNA FINESTRA AL PRONTO SOCCORSO DI MILAZZO: SEGNALE DI TRASCURATEZZA E DI PERICOLO – scrive Sciotto in altro post social – Ancora una volta, il Pronto Soccorso di Milazzo diventa teatro di situazioni che non dovrebbero mai accadere in una struttura sanitaria. Oltre alla cronica mancanza di igiene nella sala d’attesa, l’attenzione di alcuni familiari è andata su una forbice infilzata nella finestra di una stanza all’interno dei locali del Pronto Soccorso, dove si trovavano sette pazienti. Non si tratta solo di una questione estetica o di ordine, ma di un potenziale pericolo che mette a rischio la sicurezza di chi frequenta la struttura. Questo episodio, apparentemente banale, rappresenta l’ennesima prova di una gestione carente e di una mancanza di attenzione verso i dettagli che fanno la differenza tra un ambiente dignitoso e uno lasciato all’abbandono. La domanda è una sola: quanto ancora devono tollerare pazienti e familiari prima che qualcuno si prenda la responsabilità di intervenire?”