Scuola, dalle lezioni all’aperto al logo sulle magliette: la ‘rivoluzione’ del Mozart di Roma
(Adnkronos) – Lezioni all'aperto con spazi per docenti e studenti, 'divise autoprodotte' con il logo della scuola per sentirsi e dimostrarsi parte di una comunità senza obbligare famiglie e studenti e spese eccessive, ma anche 'educazione alla bellezza' per vivere e creare un ambiente più sereno e stimolante per se e per gli altr: sono alcuni degli assi portanti delle scelte didattiche messe in atto all'Istituto 'W. A. Mozart', di viale di Castel Porziano nella zona dell'Infernetto a Roma, anche per arginare fenomeni di bullismo, scoraggiare mode e abbigliamenti troppo succinti o sfoggio di capi firmati che possono mettere a disagio chi è meno abbiente. In molte scuole, soprattutto private, spiega il Preside dell'Istituto Comprensivo Mozart, Giovanni Cogliandro, si sta tornando all'uniforme "ma in un periodo di forte crisi come questo spendere anche 150 euro per acquistare i capi significa mettere in difficoltà le famiglie – spiega il dirigente all'Adnkronos – Nella nostra scuola è stata adottata come nuova 'uniforme' una t-shirt con l’immagine cartoon del celebre compositore". A decidere sul ritorno dell’uniforme è stato, come per le altre scuole, il voto del consiglio d’istituto. Le motivazioni che spingono sempre più genitori e insegnanti a voler reintrodurre un dress code tra le mura scolastiche sono essenzialmente due. Innanzitutto, limitare le disuguaglianze e ridurre gli episodi di bullismo nei confronti di chi non ha capi firmati o alla moda. In secondo luogo, evitare che i bambini 'ostentino parti del corpo, rispettando così la sensibilità altrui'. "La scelta – precisa Cogliandro – è comunque 'volontaria. Chiunque vuole può applicare il logo su una qualsiasi maglietta propria. Sul sito della scuola mettiamo, infatti a disposizione un vettoriale da poter stampare dove si vuole. L'idea – aggiunge – è che con un costo limitato, il costo di una maglietta si ha una sorta di 'uniforme', di segno distintivo di appartenenza alla scuola. Non è obbligatoria – ribadisce – però quasi tutti hanno aderito all'iniziativa. E' una cosa carina, non invasiva e non troppo costosa, insomma, con poco si può avere questo semplice segno di appartenenza ad una comunità scolastica". Inoltre è un modo per limitare la gara alle griffes e ai capi firmati. "Ormai anche i bambini più piccoli – osserva Cogliandro – vestono come gli adulti con capi che messi assieme possono arrivare anche a migliaia di euro. Trovo che sia una cosa eccessiva e inopportuna visto il periodo di crisi nazionale e internazionale che stiamo vivendo. E' uno schiaffo alla povertà. Quindi, dietro questa idea di maglietta semplice che non è un uniforme, non è obbligatoria, c'è anche un' idea di non discriminazione, che ricorda l'eguale dignità dei bambini a prescindere dalle risorse economiche della famiglia". Le lezioni all'aperto? “L’idea è maturata ai tempi dell’emergenza Covid ma si è scelto di trasformare tutto ciò in una realtà strutturata. Significa stare in un ambiente che stimola di più la sensibilità e la socializzazione”, ha spiegato Cogliandro. "Quale migliore antidoto alla dispersione – sottolinea il dirigente – se non quello di creare nuovi ambienti di apprendimento. Con il Pnrr si parla di aule digitali, aule immersive, aule virtuali. Io – evidenzia – ritengo che sia una cosa molto più bella per i nostri studenti avere aule iperrealistiche cioè all'aperto in cui i cinque sensi possono trovare interessanti stimoli che siano l'olfatto, la vista il tatto, stare semplicemente all'aperto stimola l'immaginazione la socializzazione". Infine, asse portante della scelta didattica del Mozart è l'educazione alla bellezza. "Ritengo – spiega Cogliandro – che tanta crescente violenza che c'è tra ragazzi, e addirittura tra bambini, tra famiglie o tra famiglie e scuola e istituzioni in generale sia perché ormai ci stiamo 'maleducando' alla bruttezza. Cioè a non vedere le tante cose belle, sia naturali che frutto dell'ingegno dell'uomo, che abbiamo intorno, Roma in particolare è forse la città più bella del mondo. Quindi è più che opportuno, e il collegio dei docenti ha votato una delibera in tal senso, formare i ragazzi alla bellezza. Questo che significa? Una bellezza che è anche ecologica, cioè imparare ad interagire con l'ambiente, un prendersi cura della propria aula , prendersi cura di un ambiente significa prendersi cura della propria persona. Non è solo evitare di sporcare ma anche abbellire luoghi in cui si sta insieme e la cosa è molto apprezzata. Che sia ridipingere l'aula o che sia anche studiare meglio la bellezza dell'ambiente circostante o che sia anche capire l'armonia della città in cui si è". (di Stefania Quaglio) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)